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Verdi dice no al Napoli. Chi gli sconfitti di questa scelta?
Simone Verdi ha detto di no al Napoli. Una notizia che era nell’aria da qualche tempo e che solo per qualche giorno i tifosi azzurri hanno sperato che non si concretizzasse. Sarri, Giuntoli e De Laurentiis avevano puntato tutto sul nome del fantasista del Bologna per un mercato di riparazione che avrebbe fatto approdare all’ombra del Vesuvio il pupillo dell’allenatore e del d.s. che lo avevano già avuto alle loro dipendenze, rispettivamente, nell’Empoli e nel Carpi. Ma chi ha perso in questa trattativa? Sono diverse le chiavi di lettura di questo rifiuto che lo stesso giocatore ha motivato con un laconico «Non è stato un no al Napoli, voglio crescere qui». Frasi di circostanza che nascondono la volontà di Verdi di essere protagonista in una piazza che ha come obiettivo una tranquilla sicurezza, piuttosto che l’incertezza di dover conquistare un posto da titolare. E a tal proposito il primo sconfitto non può che essere Maurizio Sarri. E’ sotto gli occhi di tutti il suo ostracismo nei confronti dei nuovi arrivati e la tendenza di utilizzare con una certa frequenza solamente tredici calciatori della sua rosa. Limite questo che potrebbe creare al Napoli dei seri problemi nel futuro prossimo. Non va dimenticato che negli ultimi anni Sarri ha “bruciato” numerosi giocatori non utilizzandoli o frenandone la crescita. E’ il caso di Gabbiadini, Pavoletti e Giaccherini, ma anche di Chalobah, Grassi fino ad arrivare ai calciatori attualmente in rosa come Maksimovic, Tonelli, Sepe, Ounas, praticamente mai utilizzati, e i poco considerati Rog e Diawara. Questi ultimi due giocatori sviliti dalle scelte sarriane. Ma se l’allenatore toscano ha perso altrettanto si può dire di Simone Verdi. Le sue dichiarazioni atte giustificare il suo rifiuto a far parte già da gennaio del team azzurro non hanno convinto pienamente. La realtà probabilmente non è lontana dalla sua volontà di avere un posto garantito in squadra. Il signor Verdi avrebbe dovuto cogliere al volo la possibilità di giocare in una squadra che attualmente occupa il primo posto in classifica, le cui ambizioni di vincere lo scudetto non sono casuali ma frutto di una volontà e di una crescita avvenuta nel corso degli ultimi anni. La sua mancanza di ambizione preoccupa anche in chiave azzurra, laddove Verdi nella sua unica apparizione è sembrato fuori luogo. La crescita da lui ricercata avrebbe potuto essere completata in un ambiente che vuole vincere, al fianco di calciatori importanti con i quali entrare in competizione, mostrando le sue reali capacità tecniche. Avrebbe dovuto prendere esempio da Bernardeschi che, nonostante una valutazione di 40 milioni, sa attendere la chiamata di Allegri.
Giuseppe Panella