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Venezuela: Maduro non arretra e sfida Trump
La situazione venutasi a creare in Venezuela con l’auto-proclamazione di Juan Guaidó come presidente a scapito di Nicolas Maduro, si fa sempre più pericolosa . Nicolas Maduro, grazie all’appoggio ricevuto dall’esercito venezuelano , non arretra di un passo, sfida apertamente gli oppositori interni ed apre un braccio di ferro diplomatico con Washington accusando gli Stati Uniti di incoraggiare l’avversario Juan Guaido, ad effettuare un “colpo di stato” .
Durante una sessione speciale della Corte Suprema, che ha rinnovato il suo sostegno, Maduro ha ringraziato i militari per il loro sappoggio, contro quello che ha definito un “colpo di stato ” guidato da “l ‘impero degli Stati Uniti’.
“Non c’è dubbio che è lo stesso Donald Trump che vuole imporre di fatto un governo”, ha detto il leader socialista, che ha ricevuto il sostegno anche di Russia e Turchia. Maduro ha annunciato la “chiusura dell’ambasciata e di tutti i consolati” del suo paese negli Stati Uniti, dopo che mercoledì aveva già annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con Washington, dando 72 ore ai rappresentanti americani di lasciare il paese. Il Segretario di Stato americano Mike Pompeo, ha risposto che Nicolas Maduro non ha più “autorità legale” per prendere tali decisioni.
Gli Stati Uniti, tuttavia, hanno ordinato la partenza di personale “non essenziale” dalle loro missioni diplomatiche in Venezuela.
Pompeo, ha invitato, inoltre, l’Organizzazione degli Stati americani (OAS) a riconoscere Juan Guaido come “presidente ad interim del Venezuela” ma soltanto 16 dei 35 Paesi membri dell’organizzazione si sono messi d’accordo per sottoscrivere una risoluzione di appoggio a Guaidó con la richiesta di elezioni il più presto possibile. Il documento è stato firmato dai delegati di Argentina, Bahamas, Canada, Brasile, Cile, Costa Rica, Ecuador, Colombia, Stati Uniti, Honduras, Guatemala, Haití, Panamá, Paraguay, Perú e Repubblica Dominicana. Sul fronte interno Maduro ha ricevuto il sostegno dei generali che comandano le regioni strategiche del paese assicurando la loro “lealtà e subordinazione assoluta” al presidente. Lunedì, un tentativo di rivolta da parte di un gruppo di soldati a Caracas è stato rapidamente soppressa. Nel frattempo l’opposizione sta preparando una grande marcia per la prima settimana di febbraio, le nuvole sul Venezuela si fanno sempre più fosche!