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Venezuela: La tragica fine del ribelle Oscar Peréz
La storia di Oscar Pérez è degna di un film con un fnale drammatico: l’ex poliziotto che ha sfidato il potere del presidente venezuelano Maduro, è stato ucciso dopo una massiccia operazione di polizia . Oscar Pérez era l’uomo più ricercato in Venezuela da quando, lo scorso 27 giugno, a bordo di un elicottero rubato alla polizia, insieme ad altri uomini armati lanciò quattro granate contro la Corte Suprema di Giustizia (la Corte Suprema venezuelana) e aprì il fuoco contro il ministero dell’Interno senza, però, causare vittime. Al termine del blitz effettuato dalla polizia il ministro dell’Interno generale Nestor Reverol, ha annunciato, in un discorso televisivo, che Perez, era tra i “sette terroristi uccisi” . Attore dilettante con fisico modello, carnagione olivastra ed occhi azzurri come il cielo ,insomma bello da fare invidia, Oscar Pérez ha incuriosito quanto ha affascinato, diventando famoso sui social network di tutto il mondo. Gli ultimi istanti della sua vita sono stati tanto drammatici quanto spettacolari: in una serie di video pubblicati su Instagram durante l’assalto della polizia, Peréz ha tenuto incollati per ore i venezuelani raccontando , con la faccia insanguinata, gli istanti che hanno preceduto la sua uccisione: “Ci stanno sparando con i lanciagranate, sono stati avvertiti che ci arrenderemo, ma non vogliono che ci arrendiamo, vogliono ucciderci”, ha detto. “Stiamo per morire in piedi per la nostra patria, ma mai in ginocchio davanti ai tiranni”. Per poi concludere con una specie di testamento politico: “Voglio chiedere ai venezuelani che non si arrendono, che lottano, che escono per le strade, è il momento per noi di essere liberi, tu sei l’unico che detiene il potere ora”. Aminta Pérez, la madre di Oscar Pérez, ha descritto l’operazione come un “massacro”.