UNICAL: il prof. Rubino eletto Capo del Dipartimento di Scienze giuridiche e aziendali
SVentura Nazionale, si resta a casa , fallimento mondiale
L’Italia non va in Russia , i mediocri vichinghi tornano a punirci e lasciano dietro il loro passaggio, come storia ci ricorda, solo macerie. La banda dei ragazzi azzurri, con tanta buona volontà ed un po’ di talento mal organizzato, non riesce a superare le qualificazioni e costringe i tifosi italiani a guardare la festa calcistica più importante al mondo sbirciando da dietro le tendine delle finestre come capita a chi non è stato invitato ad un Gran Galà. Utilizzando un vecchio successo di Riccardo Cocciante, potremmo dire che “era già tutto previsto”, troppi i segnali che, fin dall’inizio delle qualificazioni , stavano ad indicarci che questa squadra non andava bene, era priva di anima , talento, senza gioco : a partire dalle vittorie risicate sul Liechtenstein, rispetto a quelle ben più corpose della Spagna, per continuare con i tre punti conquistati a spese della modestissima Macedonia, con un goal di Immobile all’ultimo secondo di gioco ed, infine, la batosta nella gara di ritorno con la Spagna, con annessa lezione di calcio. Le successive figuracce con Albania , di nuovo con la Macedonia ed infine, dulcis in fundo, con la Svezia non sono state altro che la conferma di un fallimento annunciato da mesi e mesi e che nessuno aveva il coraggio di riconoscere. Questa squadra, nata male e finita peggio, è il risultato di tanti errori accumulati da anni , che hanno una matrice lontana : un governo del calcio che da decenni non riesce a costruire un progetto serio che aiuti e porti le società calcistiche ad investire sui vivai, così come avviene da anni in paesi come la Germania, una scuola di talenti insomma , dove si impari prima di tutto a giocare a “palla”, come succedeva un tempo nei campetti di periferia, nelle parrocchie ed in mezzo la strada e non solamente a correre ed a metabolizzare una infinità di cervellotici schemi . Se guardi i ragazzini di oggi ti trovi davanti a delle facce di sbarbatelli con le cosce da rugbista che, sanno ripetere a memoria la filastrocca del 4-4-2, 4-2-3-1 , 4-2-4, oppure ti elencano la nuova nomenclatura dei ruoli dove il terzino è stato sostituito dal laterale, il mediano dal centrale di centrocampo e del vecchio e romantico regista, letteralmente scomparso dallo scacchiere tattico , ne parlano come di un personaggio storico al pari di Garibaldi e poi finiscono per inciampare sul pallone non appena sono chiamati a fare uno stop decente. Guardando la noiosa e patetica partita di ieri , dove il più dotato tecnicamente della truppa stava seduto in panchina ad innaffiare i fiori, il migliore, tra quelli scesi in campo, tutto era tranne che italiano e che il motore della squadra era Chiellini, un giocatore dai piedi pessimi che in epoche passate avrebbe portato solamente le borse ai titolari, ti rendi subito conto di come la mancata qualificazione non sia frutto di sfortuna ma la logica conseguenza dello stato di fatto. A ben guardare un evento sportivo così traumatico potrebbe diventare un fatto positivo, l’alba di un giorno nuovo, l’inizio di una ricostruzione seria, la classica resurrezione dell’araba fenice e ti aspetti, come avverrebbe in un qualsiasi altro paese che ha subito una simile umiliazione, che arrivino una raffica di dimissioni ed un repulisti totale ma poi ascolti le dichiarazioni dei protagonisti e ti ricordi di essere in Italia , ti viene il dubbio che probabilmente ieri non si sia toccato il fondo, che certa gente non te la togli di torno facilmente e che quelli che hanno creato il disastro te la ritroverai in prima fila a programmare la ricostruzione, quelli che dovrebbero essere rottamati nelle vesti di rottamatori. Ed alla fine di questo travaglio trovi una spiegazione a tutto, la giusta rassegnazione, la risposta alla madre di tutte le domande: con una squadra simile che figura avremmo fatto ai mondiali? Restiamo a casa, allora, meglio così e programmiamoci la prossima estate al mare!