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Stati Uniti: stop alla costruzione dell’oleodotto gigante, giudice ferma i lavori ed i piani di Trump
Tutto il mondo è paese ed anche Donald Trump deve fare i conti in America, così come è successo al nostro premier Giuseppe Conte a causa del contestatissimo gasdotto (Tap), con gli oppositori all’oleodotto Keystone XL. Un giudice federale nel Montana, infatti, ha sospeso la costruzione dell’oleodotto Keystone XL, in quanto l’amministrazione Trump non è riuscita a spiegare in modo adeguato la sua decisione, presa marzo 2017, di superare la sospensione del progetto decisa da Barack Obama nel 2015.
La costruzione dell’oleodotto keystone XL, che dovrebbe collegare i giacimenti petroliferi della provincia canadese di Alberta alle raffinerie degli Stati Uniti nel Golfo del Messico, sta facendo i conti con la ferma opposizione delle comunità indigene nei territori che dovrebbe attraversare, a causa dei problemi ambientali che potrebbe causare.
La sospensione ordinata dal giudice Brian Morris è temporanea e richiede al governo degli Stati Uniti di esaminare ulteriormente le implicazioni del progetto sul clima, la fauna selvatica e le culture indigene ma si tratta, comunque, di una grande vittoria per gli ambientalisti e le comunità native americane, e una grave battuta d’arresto per il presidente degli Stati Uniti, che ha autorizzato la costruzione del gasdotto dal Canada al Texas due mesi dopo il suo arrivo in potere, realizzando così una promessa elettorale.
Donald Trump aveva giustificato l’elusione del blocco, decretato dal suo predecessore in nome della lotta contro il riscaldamento globale, per il desiderio di creare posti di lavoro e promuovere lo sviluppo delle infrastrutture.
Keystone XL, che si estende per 1.900 km di cui 1.400 nel territorio degli Stati Uniti, è destinato ad essere collegato alla rete esistente di oleodotti negli Stati Uniti.
Il progetto da 8 miliardi di dollari è previsto per il 2008 e dovrebbe consegnare 830.000 barili di petrolio al giorno.