Sembra vicina l’intesa tra Salvini e Di Maio per un Governo Lega-Movimento Cinque Stelle. A Montecitorio si è tenuto per poco più di un’ora un incontro tra i due leader per stabilire i termini del contratto di governo, all’interno del quale entrambi hanno confermato la volontà di legiferare sul conflitto d’interessi. Salvini è uscito dagli uffici del Movimento Cinque Stelle a passo svelto e senza fermarsi a commentare. «Quando avremo cose da dire, le comunicheremo», ha detto Salvini.

Alla domanda se ci sarà un altro appuntamento con il leader pentastellato, risponde: «Si, sul programma». Invece a chi gli chiedeva se è in programma un vertice con Berlusconi dice: «Vedremo, vedremo».

Salvini ha sottolineato uscendo che «stiamo facendo notevoli passi in avanti, stiamo trovando notevoli convergenze, è stato un incontro positivo».

Al momento «si parla di temi, di nomi parleremo a breve: domani – ha comunicato Di Maio- si farà un altro incontro a Milano, al Pirellone, alla sede del Movimento, e lì porteremo ad un altro step il contratto di governo che non sarà nient’ altro che il programma del governo del cambiamento. Se poi non si chiude, si torna al voto».

Secondo notizie provenienti dal M5S, c’è una «fortissima convergenza tra M5S e Lega sulla flat tax, che presenta enormi benefici sul ceto medio». Domani gli esperti delle due delegazioni, riferiscono le stesse fonti, dovrebbero definire una sorta di pre-contratto che sarà posto alla base del prossimo contatto istituzionale con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

La settimana prossima dovrebbe quindi essere quella del contratto definitivo, secondo le procedure e le fasi già adottate dal modello tedesco. Tra le intese considerate certe spicca la volontà di non rompere con l’Unione Europea e di non forzare soprattutto rispetto al deficit. Il punto di partenza viene considerato l’1,5%, mentre se ci sarà necessità di sforamenti, viene spiegato, si procederà «con garbo», nei confronti dei partner europei, procedendo con i modi di un governo razionale e ragionevole.

Davide Casaleggio ha informato, nel corso di una conferenza stampa tenutasi in Senato, che «L’eventuale contratto di governo che sarà sottoscritto da M5s e Lega sarà posto ai voti sulla piattaforma Rousseau». Ha pure ricordato come il contratto di governo «anche in Germania sia stato ratificato dagli iscritti della Spd. Noi -ha spiegato -lo faremo in modo diverso chiedendo agli iscritti di votarci online e non su schede di carta».

Alla domanda se il voto degli iscritti sarà vincolante, Casaleggio ha replicato: «Sicuramente il voto degli iscritti è l’indirizzo principale per le decisioni di M5s, è sempre stato determinante e lo sarà anche in questo caso». «Chiedere ai nostri iscritti un voto- spiega Di Maio dopo aver visto Salvini- significa proprio fare un buon contratto di governo: credo che questo sarà soltanto un governo, qualora il contratto sarà all’altezza della situazione, che le cose che gli italiani vogliono si possono realizzare». Intanto i vertici del M5S frenano sul nome dell’ambasciatore Giampiero Massolo, ex capo dei servizi segreti, come possibile premier.

Sull’altro fronte Matteo Renzi parte all’attacco affermando: «Salvini e Di Maio hanno la maggioranza in Parlamento, con buona pace di chi diceva che il Movimento Cinque Stelle è un partito di sinistra», ora «tocca a loro», adesso «devono rispettare le promesse folli e irrealizzabili che hanno lanciato e rilanciato sui social e nelle piazze». Il senatore Matteo Renzi, ex segretario del Pd, con l’esecutivo «giallo-verde» alle porte attacca l’intesa tra il partito populista e quello leghista.

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