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Scossone giudiziario alla Regione Calabria: i particolari dell’inchiesta, i nomi degli inquisiti, le reazioni
Sono stati resi noti, nel corso della conferenza stampa tenuta presso la sede provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, dal procuratore capo Nicola Gratteri, unitamente al Comandante regionale e Comandante provinciale della Guardia di finanza, i particolari dell’inchiesta denominata “Lande desolate”, in materia di appalti pubblici, nonché i nomi dei destinatari dei provvedimenti.
Sono 16 i destinatari dei provvedimenti emessi dal gip distrettuale su richiesta della Procura distrettuale antimafia catanzarese al termine delle indagini condotte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria diretto dal colonnello Michele Merulli.
L’inchiesta riguarda gli appalti per l’ammodernamento dell’aviosuperficie di Scalea (CS) di Cosenza, e gli impianti sciistici di Lorica (CS), in Sila per quest’ultimi lavori, pare fortemente voluti da Oliverio, la Regione avrebbe stanziato oltre quattro milioni di euro. Dalle indagini che hanno comportato una serie di attività, sopralluoghi sui cantieri e vari riscontri documentali, è emerso, secondo l’accusa “il completo asservimento di pubblici ufficiali, anche titolari di importanti e strategici uffici presso la Regione Calabria, alle esigenze del privato imprenditore attraverso una consapevole e reiterata falsificazione dei vari stati di avanzamento lavori ovvero l’attestazione nei documenti ufficiali di lavori non eseguiti al fine di far ottenere all’imprenditore l’erogazione di ulteriori finanziamenti comunitari altrimenti non spettanti”. “Emblematica – sempre secondo gli inquirenti – la spregiudicatezza che caratterizzava l’agire dell’imprenditore romano spinta al punto da porre in essere condotte corruttive nei confronti di pubblici funzionari finalizzate al compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio consistente in una compiacente attività di controllo sui lavori in corso”.
Al Governatore Gerardo Mario Oliverio viene contestato il reato di abuso di ufficio e gli è stato imposto l’obbligo di dimora nel suo comune di residenza, cioè San Giovanni in Fiore (CS). Il Procuratore Gratteri ha precisato che nei confronti di Oliverio non è stata contestata l’aggravante mafiosa, ma solo nei confronti dell’imprenditore Giorgio Barbieri, finito agli arresti. Gratteri ha, tuttavia, evidenziato di avere chiesto anche nei confronti del presidente gli arrsti domiciliari ma che il Gip ha disposto solo l’obbligo di dimora. Secondo gli inquirenti il governatore Oliverio avrebbe agito, in concorso con lo stesso imprenditore Barbieri e con il direttore dei lavori Francesco Tucci per un “mero tornaconto politico”. Sempre secondo l’accusa, Oliverio avrebbe agito “per ripagare Tucci e Barbieri che ne avevano assecondato gli interessi economici a Cosenza”. Il tutto pare per “rallentare strumentalmente i lavori pubblici”, in alcune opere pubbliche di Cosenza e, quindi, “per per pregiudicare così sul piano politico-elettorale il sindaco uscente di Cosenza Mario Occhiuto”, che è attualmente il candidato di Forza Italia alle prossime elezioni regionali.
I destinatari delle misure sono, come detto, sedici, compreso il presidente Oliverio destinatario dell’obbligo di dimora nel suo paese. In carcere è finito l’imprenditore Giorgio Barbieri; agli arresti domiciliari: Vincenzo De Caro, Gianluca Guarnaccia, Carmine Guido, Marco Trozzo, Francesco Tucci, Luigi Zinno, direttore generale del Dipartimento Infrastrutture e lavori pubblici
Divieto temporaneo di esercizio di attività professionale per Carlo Cittadino, Ettore della Fazia, Gianbattista Falvo, Sospesi dall’esercizio del pubblico ufficio Guzzo Rosaria dirigente della Ragioneria generale della Regione, Paola Rizzo, dirigente generale del Dipartimento programmazione della Regione, nonchè Pasquale Latella, Damiano Francesco Mele.
La cittadella regionale è stata messa sottosopra dalla polizia giudiziaria che ha apposto i sigilli a diversi uffici e armadi contenenti le pratiche istruite o in corso di istruttoria; in particolare gli uffici attenzionati dalla Guardia di finanza, sono la Ragioneria generale, il Dipartimento programmazione, la Presidenza.
Non sono mancate le reazioni del mondo politico sia a livello centrale che regionale. Il Ministro dell’Interno e Vice premier, Matteo Salvini, ha dichiarato con un twitter ” Altri problemini per un governatore del Pd… Amici Calabresi, tornerò presto da voi, voglio lavorare per dare un futuro migliore alla vostra splendida terra!”.
Nicola Morra, presidente della Commissione antimafia ha chiesto le immediate dimissioni di Oliverio Mario Oliverio, sono state chieste oggi dal presidente della commissione antimafia Antimafia Nicola Morra. “Non possiamo permetterci – ha dichiarato – che la classe politica calabrese sia al centro di ipotesi accusatorie così gravi”, ha scandito Morra su Facebook. “Il presidente della Calabria dimostri senso dello Stato”.
Anche il Ministro Danilo Toninelli si è espresso sulla vicenda affermando: “Ritengo che in una terra così importante come la Calabria una delle manovre economiche più importanti sia quella della legalità. Utilizzare male, illecitamente o illegittimamente soldi pubblici significa non farli arrivare ai cittadini in termini di servizi efficienti. Utilizzare la legalità significa dare servizi. Questo Governo porterà anche questa ventata di legalità”.
Il deputato calabrese Domenico Furgiele (Lega), ha affermato: “Oggi è un giorno triste per la nostra regione costretta ad assurgere agli onori delle cronache nazionali per accadimenti negativi: La Lega non esulta e si pone lontana mille miglia dalla pratica dello sciacallaggio politico. E tuttavia – ha continuato – la situazione impone un momento di riflessione, la misura cautelare emessa nei confronti del Governatore della Regione Calabria rappresenta un fatto di estrema gravità sul quale non solo Mario Oliverio ma tutte le forze politiche devono da subito aprire un confronto”.
Più determinato il Movimento 5Stelle, i parlamentari Giuseppe d’Ippolito,, Francesco Sapia; Paolo Parentela, Bianca Laura Granato e Dalila Nesci con una nota hanno chiesto le dimissioni del presidente o “Il governatore della Regione Calabria, Mario Oliverio, – affermano- ha tradito il suo mandato e pertanto deve dimettersi subito, a prescindere dagli sviluppi giudiziari dell’inchiesta che lo coinvolge assieme a dirigenti regionali e all’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri, secondo i magistrati, riferimento della cosca Muto”.
Non è neppure mancata la presa di posizione di Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza in merito a quanto emerge dall’inchiesta circa il rallentamento dei lavori di piazza Bilotti “per pregiudicare così sul piano politico-elettorale il sindaco uscente di Cosenza Mario Occhiuto”. Occhiuto è subito intervenuto affermando: “Sono sempre stato garantista e lo sono anche oggi. Certo, però, se venisse confermato che sono stati spesi milioni di euro per danneggiare i cittadini di Cosenza e per impedirmi di concludere i lavori di piazza Bilotti, sarebbe davvero grave anche alla luce degli altri lavori che sono in corso a Cosenza e che dipendono dalla Regione Calabria. Questa è una giornata triste per tutti i calabresi”.
Infine non si è fatta attendere la reazione del Governatore Oliverio il quale – come emerge da una nota dell’Ufficio stampa regionale – ha esordito affermando: “Di fronte ad accuse infamanti ho deciso di fare lo sciopero della fame. La vita e il mio impegno politico e istituzionale – continua – sono stati sempre improntati al massimo di trasparenza, di concreta lotta alla criminalità, di onesta’ e rispettosa gestione della cosa pubblica. I polveroni sono il vero regalo alla mafia. Tra l’altro l’opera oggetto della indagine non e’ stata appaltata nel corso della mia responsabilità alla guida della Regione. Quanto si sta verificando e’ assurdo. Non posso accettare in nessun modo che si infanghi la mia persona e la mia condotta di pubblico amministratore. Sarebbe come accettare di aver tradito la fiducia dei cittadini. Chiedo chiarezza. Lottero’ con tutte le mie energie – conclude – perchè si affermi la verità”.
Ora si attendono gli sviluppi della vicenda, anche in merito ai possibili effetti dell’obbligo di dimora imposto ad Oliverio, problema posto anche stamattina a Gratteri da qualche giornalista.