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Scelte sbagliate di Sarri e un Reina incerto decretano la sconfitta del Napoli in Champions League.
Nella prima partita della fase a gironi della Champions League il Napoli ha perso contro lo Shakhtar Donetsk. Un risultato che ha lasciato perplessi i numerosi sostenitori di una squadra che, a detta di tutti, gioca il più bel calcio d’Europa. Può essere questa una verità se l’undici azzurro gode di ottima salute in ognuno dei singoli interpreti del calcio voluto da Sarri. Attualmente non è così e le partite “ingannevoli” contro l’Atalanta e il Bologna avrebbero dovuto essere un campanello d’allarme. Tre i suggerimenti” avuti da quegli incontri che l’allenatore toscano non ha preso in considerazione : il ritardo di preparazione di alcuni interpreti del modulo sarriano, o meglio la stanchezza che alcuni di essi stanno accusando dopo aver iniziato una preparazione anticipata per gli impegni del preliminare di Champions League, gli approcci sbagliati alla partita e una condizione mentale che porta il Napoli ad esprimersi con efficacia in ritardo rispetto agli avversari. Problemi ben evidenti ieri sera ai quali si sono aggiunte le scelte sbagliate di Sarri che a fine partita ha dichiarato che «il Napoli per la terza volta ha sbagliato l’approccio alla partita e alla lunga questo porta inevitabilmente ad una sconfitta». Parole suonano come una nota stonata perché proprio lui dovrebbe correggere questo errore ed evitare di compiere scelte sbagliate. E’ sotto gli occhi di tutti il momento di appannamento che sta attraversando Hamsik, fulcro importante di un centrocampo che ha nello slovacco la sua punta di diamante. Senza il suo estro e gli inserimenti in zona gol il Napoli perde almeno il 50% della sua produttività. Finora le sue performance non sono state all’altezza tanto da costringere Sarri a sostituirlo ben sei volte e sempre tra il 58’ e il 65’. A questo punto è lecito chiedersi perché il tecnico lo abbia proposto in una partita di tale importanza sin dal primo minuto. Contro lo Shakhtar Donetsk, squadra che ha mostrato di possedere un gioco aggressivo e fluido ma anche qualità tecniche eccellenti davanti, sarebbe stato opportuno schierare un centrocampo dinamico con Allan e Zielinski insieme a Jorginho (o anche Diawara), pronti a creare una cerniera con compiti difensivi e propulsivi. Nulla di tutto ciò è stato. Il Napoli a centrocampo era molle e poco lucido, una prerogativa che non gli appartiene.
Ma questa non è stata l’unica valutazione errata di Sarri. Mertens è l’uomo ideale per il gioco offensivo degli azzurri. Ieri sera al suo posto c’era un volenteroso e, in alcuni casi, efficace Milik. La sua partita sufficiente, ha messo in mostra una cifra tecnica diversa priva della giusta cattiveria prerogativa del folletto belga. Senza dubbio, pur non volendo considerare l’impatto a tratti devastante che il suo ingresso ha avuto negli ultimi trenta minuti, Mertens è da considerare l’ideale terminale offensivo della squadra. Sarri sostiene che «gli ingressi di Allan e Mertens sono stati produttivi perché entrati quando gli altri avevano già speso energie per un’ora». Ma siamo sicuri che la loro freschezza e il loro agonismo non avrebbero dato la giusta carica ad un Napoli spento per sessanta minuti?
Infine, e qui siamo ai limiti dell’incredibile, da segnalare l’ennesima papera di Pepe Reina. Questo oramai è IL problema del Napoli. Le due parate contro il Bologna avevano fatto ben sperare. Purtroppo va segnalato che ieri sera il grande artefice della sconfitta degli azzurri è stato proprio lui. Poco reattivo sul primo gol, ha clamorosamente sbagliato l’uscita in occasione della seconda rete dello Shakhtar. Il portiere spagnolo da anni non è più all’altezza della sua fama, ma Sarri continua a schierarlo ancorandosi alla sua personalità, che purtroppo non serve a evitare che il Napoli prenda gol simili. Forse da subito è necessario cambiare strada e comprendere che è giunta l’ora di trovare un degno sostituto se non si ha fiducia nelle qualità di Sepe. Magari già a gennaio. Il futuro del Napoli deve essere riposto nelle mani di un portiere che sappia dare il suo contributo in campo e non negli spogliatoi.
Giuseppe Panella