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Puigdemont non dichiara l’indipendenza e propone due mesi di dialogo
Nel giorno della scadenza dell’ ’ultimatum di Madrid al governo catalano, il presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, manda una lettera al primo ministro, Mariano Rajoy,proponendo un margine di “due mesi” al dialogo ed invitandolo “al più presto” ad un incontro per esplorare accordi, senza chiarire se ha dichiarato l’indipendenza della Catalogna. Continua, così, il ping pong tra Barcellona e Madrid, su quello che con il passare dei giorni, se tutto non fosse tragicamente serio, assume i contorni di una farsa. Per ora la paura di decidere sembra prevalere su entrambi i contendenti: Madrid , pur mostrando il pugno duro , non ha il coraggio di prendere una decisione definitiva nel timore di provocare ulteriori disordini, dopo la brutale repressione con cui ha provato a bloccare il referendum consultivo sull’indipendenza provocando lo sdegno di tutta l’Europa , ed attende che sia Barcellona a fare la mossa decisiva, Puigdemont, dal canto suo , si trova tirato dalla giacca tra chi, come gli indipendentisti più ortodossi , chiedono lo scontro frontale con il governo centrale e chi porta avanti una linea più morbida , tesa alla negoziazione e che , forse, si accontenterebbe di ottenere la concessione di una maggiore autonomia . Puigdemont , dopo i toni duri usati prima e subito dopo la consultazione referendaria, sembra aver assunto un profilo più moderato e tende la mano a Madrid per ottenere un’apertura di dialogo, troverà nel premier Rajoy l’interlocutore desiderato?