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Opzione donna, proroga fino al 2018: se ne parla oggi al Senato
Ancora acceso il dibattito sulla proroga dell’Opzione Donna. Quattro interrogazioni parlamentari sono oggi all’ordine del giorno in Commissione al Senato con le quali viene chiesto un intervento del Governo per estendere questo regime di pensione anticipata alle lavoratrici nate entro il 1960/1961, allungando, perciò, i termini della sperimentazione fino al 2018, per consentire l’accesso alle lavoratrici nate dopo il 1957 (se autonome) o dopo il 1958 (se dipendenti), ovviamente, sempre con la maturazione dei 35 anni di contributi.
Su questa richiesta convergono sia maggioranza che opposizione; infatti, le interrogazioni provengono da senatori di partiti appartenenti all’una e l’altra sponda. Le interrogazioni sono tese anche a richiedere azioni di monitoraggio per rilevare i dati relativi alle adesioni che in questi anni si sono avute e, quindi, avere contezza dell’effettivo costo e accertare le risorse disponibili.
Si tratta, com’è noto, di un beneficio atteso da tante donne in quanto consente di andare in pensione di anzianità al compimento di 57 o 58 anni di età, a seconda se lavoratrici autonome o dipendenti, e 35 anni di contributi, maturati entro il 31 dicembre 2015.
L’unico limite di tale regime è che la pensione viene calcolata interamente con il metodo contributivo, determinando quindi un abbattimento che può arrivare anche al 20%. Il regime è stato varie volte prorogato allargando la fetta delle beneficiarie e se le interrogazioni sortiranno l’effetto voluto saranno in tante le lavoratrici che potranno usufruirne.
D’altronde il beneficio per le lavoratrici porterà anche ad una riduzione della spesa pensionistica, perché riducendosi l’importo delle pensioni con l’applicazione del metodo contributivo, gli istituti di previdenza realizzeranno un risparmio di spesa.
L.B.