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Mercato Napoli: attese e riflessioni azzurre, vecchie storie di un passato che si ripete
Alejandro Berenguer è stato ingaggiato dal Torino. E’ sicuramente questa la notizia più importante di una giornata di calcio mercato che sembrava dovesse svilupparsi all’ombra delle notizie provenienti da Milano, sponda rossonera. Si potrebbe parlare di beffa ma così non è perché, davanti all’immobilismo del Napoli, il Torino ha saputo condurre in porto una trattativa in poche ore anche se il calciatore dell’Osasuna era stato annunciato, seppur velatamente, come un sicuro “acquisto” del Napoli. Voci che si inseguivano da oramai due mesi davano per certo l’ingaggio del giocatore che, nelle idee di Maurizio Sarri, avrebbe dovuto essere accreditato per essere l’ideale vice Insigne.
Purtroppo, come oramai accade troppo spesso uno tra Giuntoli, Sarri, e forse con maggiore probabilità, il presidente De Laurentiis non ha voluto o non ha potuto dare la sferzata che serviva nel chiudere una trattativa che, come sbandierato dagli stessi interessati, era oramai cosa fatta. Basterebbe tra i tanti ricordare il caso Nainggolan, scippato agli azzurri dalla Roma, per considerare che non è la prima volta che ciò succede.
Il Napoli ha abituato i suoi tifosi a situazioni che oramai stanno diventando un copione che da anni si ripete come una ilare commedia all’italiana che per varie ragioni (indecisioni strategiche, scarsa conoscenza dei calciatori, diritti di immagine e, su tutte, l’atavica voglia di non spendere prima di vendere il “superfluo”) fanno sì che il popolo azzurro oramai si sia abituato agli atteggiamenti poco decifrabili di Aurelio De Laurentiis. A tal proposito è evidente la differente reazione avuta alla notizia dell’ingaggio di Berenguer da parte del Toro: la società si è infuriata con i granata, i tifosi hanno fatto spallucce. In seguito a tale “misfatto” a farne le spese sarà Duvan Zapata che ha chiesto di cambiare casacca, non prevedendo un futuro azzurro, proprio in favore della società del presidente Cairo.
Le incertezze di De Laurentiis riportano alla mente quanto successo nell’estate 2014 quando il Napoli sotto la guida di Benitez fu eliminato dall’Athletic Bilbao, riuscendo a pareggiare in casa (1-1) e perdendo in malo modo (3-1) in casa dei baschi. Allora l’ira dei tifosi partenopei colpì duramente il buon Benitez che aveva avuto il solo torto di non essersi imposto e di essere rimasto in riva al Golfo. Oggi la storia si ripete. Da molte parti il Napoli viene elogiato per aver confermato un gruppo vincente, oltre ad essere indicato dalla maggior parte degli addetti ai lavori come la prima contendente allo scudetto della stagione 2017-2018.
Il solito gioco delle parti che viene condotto da certa stampa che vuole nascondere le falle di un sistema societario che fa acqua da tutte le parti. A conferma di tutto ciò basterebbe soffermarsi sulla situazione legata a Pepe Reina. Il portiere spagnolo quest’anno ha avuto più di una distrazione pagata a caro prezzo. Il suo ruolo, riconosciuto da Sarri e dai compagni, di leader e primo tifoso in campo non è certamente all’altezza delle prestazioni fornite nell’ultima stagione.
De Laurentiis che sembra aver rilevato il problema avrebbe pensato di trovare un degno sostituto. Neto, Leno, Rulli, Meret, Szczęsny e Karnezis sono i nomi che si sono succeduti negli ultimi due mesi, alcuni dei quali (Rulli e Meret, che preferirebbe giocare nella SPAL) hanno declinato l’offerta per poter proporre la propria candidatura ai rispettivi selezionatori delle nazionali per i Mondiali che si giocheranno nella prossima estate. La volontà di Sarri ha condotto ad una solenne bocciatura di Rafael (che ad onor del vero aveva già deluso nel Napoli di Benitez) e di Sepe. E qui verrebbe da chiedersi come mai quest’ultimo non abbia accumulato neanche un minuto nella stagione appena conclusa pur essendo stato uno degli artefici della salvezza dell’Empoli di Sarri nel campionato 2014/2015.
Tra tante incertezze mi viene in mente il Puffo Dubbioso che non riuscendo a prendere una decisione importante perde tempo, lasciando che il destino si compia in maniera naturale. L’esatto contrario di quanto sta facendo in questi giorni la coppia Fassone e Mirabelli che non esita a chiudere in breve tempo le trattative per quei calciatori che attualmente fanno del Milan uno squadrone all’altezza di Juventus, Roma e Napoli con l’intento di riuscire a vincere nei prossimi due anni. Quella società e i tifosi non esitano un istante a pronunciare la parola scudetto, forti di una mentalità vincente e non si nascondono dietro a inutili e finte scaramanzie perché la vittoria è nel loro DNA. Si sa che nel calcio, come in tutti gli sport, conta arrivare al primo posto e che il secondo classificato non conta nulla. Chiudere a “zeru tituli” non ha valore anche se “qualcuno” riesce ad accontentarsi di partecipare a una Coppa che, così restando le cose, non vincerà mai ma che porterà in cassa un bel gruzzoletto.
Giuseppe Panella