La funesta prevaricazione della tecnologia

 La funesta prevaricazione della tecnologia

 

Nel corso del tempo si è stati abili a potenziare i vari strumenti tecnologici, ottenendo notevoli conquiste che spaziano dallo schermo a tubo catodico al plasma; dai pupazzi alle console; dal pallone al joystick;dalla staticità del divano alla “dinamicità” del kinect e, come se non bastasse, è diventato possibile catapultarsi direttamente nell’irrealtà del proprio televisore grazie al VR, un dispositivo di alta inutilità, il cui obiettivo è robotizzare al massimo coloro i quali sono sulla buona strada per essere considerati dei cyborg.

Il continuo sviluppo della tecnologia rappresenta la parallela regressione della società, e il successo della suelencata è dovuto alla dilapidante pigrizia vigente ogni giorno di più.L’influenza della virtualità è talmente ragguardevole da divenire parte integrande della vita umana senza che si possa aver la consapevolezza di sottostare a ciò e, senza esagerare, si è tendenti a definire i dispositivi molesti,come la propria “ragione di vita”.

Se tutti i dispositivi tecnologici sparissero dalla faccia della terra cosa accadrebbe agli uomini? Semplice, perirebbero lentamente perché, senza le distrazioni sopracitate, si considererebbero come mutilati da ciò che, gradatamente, è diventato il prolungamento del proprio corpo. Trascorrere del tempo in una realtà ladra e artefatta – vivendo come schiavi del proprio strumento e comunicando con i propri coetanei mediante chat virtuali – è la consuetudine del momento, il primo passo verso l’autodistruzione.

Gli appartenenti ad ogni fascia d’età sono incessantemente incalzati da tali incubi, tant’è che nessuno è più in grado di salvarsi. Si trova conforto in tale irrealtà in quanto, rispetto all’aspra e dura vita sociale, propone casi di vita quotidiana come un gioco. Certamente meno tempo si trascorre a contatto con questa contorta dimensione, più si è integri mentalmente.

Il mercato si diverte con la mente degli umani, in particolar modo con quella dei bambini e dei teenagers. Non a caso sono proprio questi ultimi ad essere le vittime privilegiate del più recente sprone al suicidio, noto con il nome di “Blue Whale”: un vero e proprio gioco del terrore curato morbosamente; si noti ad esempio la presenza di ben cinquanta regole che, dal primo giorno d’adescamento fino all’ultimo, accompagnano lo “zombie” virtuale.

Ѐ una competizione tra la vita e la morte ma, inevitabilmente, il fatidico«game over» regna sovrano. La mente umana è vulnerabilespecialmente nel caso sopracitato, durante il quale si è ininterrottamente suggestionati da input, salutari o deleteri, ai quali corrispondono output, positivi o negativi; di fatto, non si possiede altra consapevolezza che«ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria». Il prodotto di tutto ciò si configura mediante la perdita della propria identità, che diventa esito di una personalità artefatta, affinchéil tutto possa amalgamarsi con la banalitàe l’apparenza sociale. I valori mancati alle generazioni attuali sono il più grande rimpianto della probità, la quale viene spudoratamente rimpiazzata dall’indegnità, per graduarsi e ottenere un briciolo di notorietà, facendo tendenza su internet.

Il suicidio egoistico si verifica a causa di una carente integrazione sociale; le leggi nascono o “dovrebbero” nascere, per tutelare ogni cittadino non per etichettarlo e metterlo alla gogna. Si lotta ogni giorno contro la chiusura mentale ma sembra che questa sia il più grande peccato dell’umanità e, quando si giunge all’esasperazione, atti di pazzia apparentemente banali si traducono in reali tragedie.

Alessandra Crispo

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Redazione Tutto Sud News

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