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La Francia va in finale con il classico “gioco all’italiana”
La Francia è la prima finalista di questa coppa del mondo che verrà ricordata come l’edizione delle sorprese, del crollo delle vecchie gerarchie e, forse , della nascita di una nuova geografia calcistica. I galletti di Didier Deschamps si impongono sui diavoli rossi grazie ad una rete segnata di testa, su calcio d’angolo, da Umtiti al 51′ ed intorno a questa prodezza del difensore costruiscono il fortino da difendere che li porterà alla vittoria. Si è svolto tutto come nelle aspettative la posta in gioco, del resto, era troppo alta per poter assistere ad una gara aperta e priva di tatticismi. Il Belgio ha provato sin dall’inizio a fare la gara, cercando il goal della vittoria con maggiore convinzione riuscendo , per lunghi tratti, a schiacciare gli avversari nella propria area di rigore ma la difesa attenta dei transalpini ed un reattivo Lloris hanno impedito che la gara svoltasse in favore dei belgi. La Francia, ha svolto alla perfezione il compitino assegnatogli da Deschamps, che prevedeva un folto schieramento di uomini a presidio della difesa, marcature aggressive a centrocampo sui portatori di palla e velocissime ripartenze per innescare Giroud, Griezmann e, soprattutto, il supersonico Mbappe. Un tempo questo tipo di interpretazione della gara veniva volgarmente definito “gioco all’italiana”, tattica bistrattata a lungo dagli esteti del calcio e sorpassata poi in favore di quel “tiki taka” , bello a vedersi ma forse troppo dispendioso a livelo di energie e poco vincente se non attuato da piedi eccelsi. Deschamps, forse perchè influenzato dalla lunga militanza nel nostro campionato, ha organizzato la propria squadra secondo questi antichi canoni calcistici ed, alla fine , ha avuto ragione, portando la pagnotta a casa e la Francia a giocarsi la finale dodici anni dopo quella persa contro l’Italia. Era, anche, la serata della grande sfida tra le stelle Hazard e Mbappe: bisogna riconoscere che, nonostante la sconfitta, il talento belga non ha sfigurato o perso il duello con il dirimpettaio francese; entrambi hanno confermato le enormi qualità che li contraddistinguono e di appartenere, a giusto titolo, all’elite del calcio internazionale. Hazard ha preso per mano la propria squadra e sfoderato numeri di alta classe, mostrando una personalità da vero uomo squadra , Mbappe ha impressionato, come al solito, con i suoi dribling ubriacanti fatti da un velocista prestato al calcio, peccato che condisca la propria prestazione con alcuni atteggiamenti provocatori che non riesce a tenere a bada rendendolo, ai più, un tantino antipatico.