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La Catalogna al voto, dopo una strana campagna elettorale con candidati in esilio e in carcere
Si è conclusa la strana campagna elettorale dove i catalani decideranno giovedì se vogliono mantenere i separatisti al potere . La giornata è iniziata con lo spostamento di una delegazione di leader indipendentisti davanti al carcere di Estremera, circa 60 km da Madrid, dove il deposto vice presidente Oriol Junqueras e un altro ex ministro regionale, Joaquin Forn, sono detenuti da più di un mese: “Siamo qui per denunciare l’assoluta ingiustizia di avere persone innocenti in prigione (…) a causa delle loro idee pacifiche”, ha detto il deputato catalano Antoni Castella, membro del partito PDECat del presidente deposto Carles Puigdemont.
La giornata, poi, si è conclusa con Carles Puigdemont in videoconferenza da Bruxelles, in Plaza de la Virreina a Barcellona, un comizio visto contemporaneamente su centinaia di schermi. In video, Carles Puigdemont ha inviato da Bruxelles il suo ormai tradizionale messaggio: un appello a difendere la “dignità” del popolo catalano contro i diktat di Madrid. L’elezione regionale del 21 dicembre “non è una questione di colore politico, o di gente, è una questione di dignità”, ha detto ai suoi sostenitori riuniti in cento città per ascoltarlo. Ha poi spiegato che se i catalani accettassero la miseria imposta da Madrid, i prossimi capi dell’esecutivo regionale sarebbero in balia del governo centrale, che , di fatto, ha rimosso l’autonomia della Catalogna per uccidere sul nascere il tentativo di secessione.
Intanto a Barcellona Ines Arrimadas,leader di Ciudadanos, il principale partito anti-indipendenza, ha assicurato i suoi sostenitori di “essere vicini a realizzare il sogno” di battere i nazionalisti e indipendentisti , sempre vincitori nella regione dal ritorno della Spagna alla democrazia.
Il presidente del governo, Mariano Rajoy, ha chiuso la campagna elettorale del PPC chiedendo sostegno per il suo partito per “chiudere la ferita provocata dalla rottura” che i combattenti per l’indipendenza hanno causato. Nel raduno della cena di chiusura della campagna a Barcellona, accanto al candidato alla Generalitat, Xavier García Albiol, Rajoy ha rivendicato la sua decisione di attivare l’articolo 155 della Costituzione e ha promesso che dopo le elezioni il PP avrà “volontà di dialogo” ma non accetterà “alcuna imposizione”, difenderà la riconciliazione e vigilerà sull’adempimento della legge.