UNICAL: il prof. Rubino eletto Capo del Dipartimento di Scienze giuridiche e aziendali
Il presidente Emiliano presenta il “Reddito di Dignità, cos’è e come funziona
Il presidente Emiliano, l’assessore al Welfare Negro e la consigliera del presidente Titti De Simone hanno fatto il punto oggi davanti ai sindaci e agli assessori competenti dei comuni pugliesi sull’applicazione della misura Red – Reddito di dignità.
Con i rappresentanti regionali, anche il presidente Anci nazionale e sindaco di Bari Antonio Decaro, il presidente Anci Puglia, Gino Perrone e la direttrice Inps Puglia Maria Sciarrino.
“Oggi – ha detto Emiliano – abbiamo riunito tutti i sindaci della Puglia per mettere a punto quelle intese che consentiranno alla misura del Reddito di Dignità di funzionare al meglio.
L’abbiamo progettato, e oggi ReD è un modello che ci copiano in tutta Italia. Certo è una di quelle sperimentazioni che probabilmente avrà bisogno anche di alcune correzioni in corsa, ma alla fine riusciremo nel compito che ci siamo prefissi. I primi tirocini formativi sono iniziati e stanno andando a regime, a breve cominceranno le prime erogazioni di denaro. Molti sono quelli che stanno facendo lavori piccoli e grandi all’interno di questa misura che – lo ricordo – non è una misura di assistenza ma di reinserimento nel mondo del lavoro”.
“Voglio ringraziare – ha aggiunto Negro – la struttura regionale e i Comuni pugliesi che stanno reggendo l’urto di una misura che non ha precedenti in Italia e che presto sarà ancora implementata, anche dando una mano ai Comuni che sono più in difficoltà con le pratiche”.
Il Reddito di Dignità della Regione Puglia è – è stato scritto in una nota a cura degli organizzatori ed è stato detto oggi – uno strumento di politica attiva di inclusione sociale, che prevede L’obbligatorietà di accompagnare il beneficio economico ad un percorso di attivazione del beneficiario e del suo nucleo familiare. I numeri nella prima annualità (domande da fine luglio 2016) in Puglia sono di 12 mila nuclei familiari beneficiari, con una previsione di estensione della platea a 20mila beneficiari a regime per il 2017.
Cerchiamo di spiegare, in sintesi, cos’è il Reddito di Dignità e chi può accedervi:
Il Reddito di Dignità regionale è una misura di integrazione del reddito definita “universalistica” poiché possono accedervi tutte le persone che si trovino in difficoltà tali, anche temporanee, da essere al di sotto di quella soglia economica minima per una esistenza almeno accettabile. Il Red è uno strumento di contrasto alla povertà assoluta e di supporto a un percorso più ampio di inserimento sociale e lavorativo. In questo percorso individuale, l’aiuto economico è di sicuro importante, ma è anche una delle componenti del patto di inclusione sociale attiva. Si tratta, infatti, di un’indennità per la partecipazione a un tirocinio o ad altro progetto di sussidiarietà. Il patto di inclusione è una sorta di “sodalizio” tra chi beneficia di Red (un soggetto o un nucleo familiare) e i Servizi sociali dell’Ambito territoriale. La sottoscrizione del patto rappresenta una condizione necessaria per fruire del beneficio. Il patto di inclusione è un patto forte tra chi beneficia di ReD, con il suo nucleo familiare, i Servizi sociali dell’Ambito territoriale e la comunità in cui si vive.
Possono accedere al Reddito di Dignità regionale, tutte le persone e tutte le famiglie residenti in Puglia da almeno dodici mesi dalla data di presentazione della domanda. Possono beneficiare del ReD solo soggetti e nuclei familiari con Isee inferiore a 3mila euro annui. Inoltre è necessaria la disponibilità a sottoscrivere il patto individuale di inclusione sociale attiva.
Possono accedervi anche i cittadini comunitari, ovvero i cittadini stranieri con regolare permesso di soggiorno, ma solo se questi possono dimostrare di avere la propria residenza in un Comune pugliese da almeno dodici mesi.Si comincia dal 26 luglio 2016
Come fare la domanda
I cittadini dovranno obbligatoriamente presentare la domanda per il ReD, attraverso la piattaforma telematica e possono farlo o direttamente con propri mezzi, oppure attraverso gli sportelli dei CAF e dei patronati abilitati. La procedura è aperta, “a sportello”, è completamente dematerializzata.