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Il presepe dei netturbini di Roma: un vero gioiello da ammirare – I calabresi ne promuovono la bellezza
Sempre meta di tanti visitatori il famoso “presepe dei Netturbini” di Roma, detto anche dei papi. Il santo Natale è ormai passato, ma sono moltissimi i visitatori del presepe: tanti turisti provenienti da tutto il mondo, tante scolaresche, religiosi e tanti romani che vanno ad ammirare questa straordinaria opera frutto del paziente lavoro del Sig. Giuseppe Ianni, netturbino di origini calabresi ( Bagnara calabra), ormai in pensione, che con la sua tenacia, coadiuvato da suoi colleghi, lo ha realizzato per rappresentare la Natività come idea di pace e fratellanza tra tutte le popolazioni della terra, dando vita ad una mirabile scenografia che riproduce, fin nei minimi dettagli, le tipiche costruzioni della Palestina di 2000 anni fa.
Siamo in Via Cavalleggeri, ai piedi di Santa Marta, all’ombra del cupolone di Piazza San Pietro, nei locali storici dell’Ama, in una Roma piena di turisti stranieri e dove le mura del Vaticano restano pur sempre i luoghi preferiti dai viaggiatori stranieri.
Ben 2234 pietre, provenienti da tutto il mondo, sono incastonate sulle pareti esterne e sul basamento del presepe e testimoniano il messaggio di pace e fratellanza della Natività e l’unione dei popoli. Il presepe, grazie al costante impegno e lavoro quotidiano di Giuseppe Ianni, viene ogni anno arricchito di nuovi particolari e sulle pareti vengono continuamente aggiunte altre pietre che i visitatori portano dai loro luoghi di provenienza.
E’ uno scorcio di mondo che incanta grandi e bambini: 100 case tutte illuminate, costruite in pietra di tufo e sanpietrini, curate nei minimi dettagli con porte finestre e balconcini. Un caminetto fumante, 54 metri di strade in lastre di selce, tre fiumi lunghi complessivamente 9,50 metri con 7 ponti e 4 acquedotti lunghi 18 metri e sostenuti da ben 38 arcate. L’acquedotto più piccolo è realizzato in tufo romano, gli altri 3 con frammenti di marmo del colonnato e della facciata della Basilica di san Pietro, ricevuti da Ianni nel 1979 in occasione del restauro del colonnato berniniano.
Completano la straordinaria opera 4 sorgenti d’acqua, 2 pareti umide che formano stalattiti, un pozzo con acqua sorgiva, 730 gradini, realizzati, oltre che in marmo proveniente dal colonnato di San Pietro, da marmi della Birmania, di Betlemme e dei Santuari di Greccio e San Giovanni Rotondo. Infine, completano il presepe 24 grotte scavate nella roccia adibite a stalle o ripari per i pastori, magazzini contenenti damigiane di vino e olio; 50 sacchi cuciti con maestria da una nobile romana con dentro cereali, sale e farina.
Insomma un grandioso e mirabile presepe, un luogo veramente spirituale e unico a Roma che va visitato e ammirato in tutti i suoi particolari e nei suggestivi angoli realizzati che creano suggestioni ed emozioni, che sublimano l’anima e inducono al raccoglimento ed alla preghiera.
Nella sala che ospita l’incantevole presepe, oltre a tante fotografie, si possono ammirare quattro grandi dipinti: la moltiplicazione dei pani e dei pesci, di Carlo Riccardi e Maddy Battaglini; Papa Giovanni II con i bambini dei 5 continenti, di Simons Bellante, Salvatore Tedone e Carlo Riccardi; Madre Teresa di Calcutta, di Marta Cirillo e Carlo Riccardi; Madonna della strada Patrona dei Netturbini, Di Francesco Palumbo.
Il presepe è stato visitato nel 1974 da Papa Paolo VI; Papa Giovanni Paolo II, dall’inizio del suo pontificato, per ben 24 anni, non ha mai mancato al tradizionale appuntamento per rendere omaggio al presepe. Anche Papa Benedetto XVI, nel 2006, primo anno del suo pontificato, ha visitato il presepe. Ora si aspetta Papa Francesco al quale Giuseppe Ianni ha inviato una lettera di invito. Il presepe ha ricevuto, nel 1996, anche la visita di Madre Teresa di Calcutta. Tra le autorità civili che hanno visitato il presepe, oltre a tutti i sindaci che si sono succeduti, da ricordare Giulio Andreotti e Giorgio Napolitano, tutti immortalati nelle bacheche fotografiche presenti nella sala.
Il presepe è visitabile gratuitamente tutto l’anno. Oltre due milioni di persone hanno visitato questo presepe definito “una gemma preziosa incastonata nel quartiere Aurelio”, raccogliendosi in preghiera dinanzi alla grotta ed alle tipiche costruzioni della Palestina.
Pochi giorni prima di Natale due Associazioni: “Brutium” ed “Cuore di Abele”, hanno organizzato, con l’autorizzazione dell’AMA, presso il Presepe, una Santa Messa che è stata celebrata, in rito bizantino-greco, da S. Ecc. Mons. Donato Oliverio, Eparca di Lungro (CS), uno dei Vescovi più amati della Chiesa calabra, scrittore, saggista, intellettuale e rappresentante ufficiale per la Chiesa cattolica della vecchia comunità italo-albanese e dell’antica terra d’Arberia; è uno di quei testimoni del nostro tempo di cui Santa Romana Chiesa va giustamente fiera e orgogliosa.L’eparchia dell’Italia continentale comprende le comunità italo-albanesi rimaste fedeli al tradizionale rito religioso bizantino-greco, sparse in 4 regioni dell’Italia continentale e 4 province (Cosenza, Potenza, Lecce, Pescara), per un totale di 25 comunità con 29 parrocchie.
Davanti a questo presepe di pietra si è riunita a dicembre la grande comunità dei calabresi di Roma, per salutare il Natale e per prepararsi al nuovo anno: una comunità fatta di emigrati, gran parte dei quali però qui a Roma è ormai parte integrante della storia dei palazzi che più contano.
I paramenti scelti dal Grande Eparca di Lungro per l’occasione sono stati quelli tradizionali della chiesa di rito bizantino, solenni, pieni di ricami d’oro, antichi ed austeri, ma la parola del Vescovo Italo-albanese, ha riportato inevitabilmente i presenti al grande messaggio cristiano di Papa Francesco che ci ha ricordato che “il Natale è un incontro! Noi andiamo per questa strada per incontrare il Signore. E camminiamo per incontrarlo con la vita”.
Artefice e promotore di questa splendida cerimonia è stato l’ing. Nicola Barone, un laico fortemente impegnato, uno dei calabresi più conosciuti della capitale, nato a Cerchiara di Calabria, alto manager della Telecom e Presidente di Telecom San Marino, che si sta prodigando, tra le tante sue iniziative che cura con passione, zelo e animato da tanta fede, a promuovere questo eccezionale presepe che ha ribattezzato come il presepe dei popoli, viste le tantissime pietre provenienti da tutto il mondo, incastonate sul basamento e sulle pareti della sala.
Il presepe, con l’occasione, si è arricchito di un sasso del Parco del Pollino che l’Eparca ha raccolto e portato a Roma dalla sua campagna di Lungro a testimoniare la generosità e genuinità dei calabresi e della terra calabra che non è quella che spesso i mezzi di comunicazione rappresentano, mentre cultura e santità sono stati fiori della terra di Calabria e “”sappiamo, pure, – come ha detto Mons. Oliverio, durante l’omelia – che ci sono ancora tante umanità nascoste, uomini e donne semplici, essenziali, generosi che dovunque si trovano hanno espresso la loro generosità, la loro capacità e professionalità””.
Tra l’altro, tra i tanti calabresi presenti anche l’avv. Antonio Nania e l’avv. Luigi Bulotta, rispettivamente vice presidente e segretario nazionale della CONSOLIDAL, associazione nazionale di promozione sociale, con sede a Catanzaro e che ispira il suo operare alla dottrina sociale della Chiesa e si occupa di sostegno alle fasce deboli e di promozione dell’etica e della cultura.
I due rappresentanti della Consolidal hanno portato e fatto incastonare sulle pareti del presepe due loghi dell’associazione realizzati uno su pietra proveniente da Gimigliano, comune in provincia di Catanzaro, l’altro su ceramica realizzata da un artigiano di Soverato (CZ). Con questi loghi, la Consolidal ha voluto da un lato testimoniare l’operosità, la generosità, la profonda cultura dei calabresi e della Calabria, terra ricca di storia, arte, tradizioni e opere architettoniche delle cui antiche vestigia vi è traccia in ogni angolo di questa antica regione che diede il nome all’Italia, dall’altro fare apparire i tanti volti positivi di questa regione che spesso i mezzi di comunicazione non mettono nel dovuto risalto, evidenziando solo gli aspetti negativi che pur ci sano ma non sono prevalenti. La Consolidal ha in programma di realizzare un evento con i propri soci per rendere omaggio al presepe e benedire questi loghi.
La cerimonia religiosa che ha preceduto il Santo Natale è stata ripresa da ARD, il Consorzio delle emittenti di radiodiffusione pubblica della Repubblica Federale Tedesca o Federazione delle Radiotelevisioni tedesche, il principale gruppo radiotelevisivo pubblico in Germania. e con loro è stata presente una delle giornaliste più famose della Testata, Barbara Stumpf. Insomma un vero successo questa iniziativa che ha messo in risalto questo grandioso presepe che merita di rientrare tra i beni immateriali dell’UNESCO.
Per chi va a Roma, pertanto, una visita è d’obbligo, si esce da li entusiasti, ma al tempo stesso colpiti dalla suggestione, dal senso di raccoglimento e di pace interiore che ispira questa opera che non ha eguali.