UNICAL: il prof. Rubino eletto Capo del Dipartimento di Scienze giuridiche e aziendali
Il flagello secondo Matteo
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In quel tempo Giuseppe (Conte) tornò trionfante da Bruxelles con bel gruzzolo di soldi concessi dall’Europa per affrontare la sfida epocale del post pandemia.
“ Recovery Fund ” o “Next Generation Eu” venne chiamata l’enorme raccolta di liquidità destinata a finanziare la ripresa di tutti i Paesi più colpiti, tra cui l’Italia: Giuseppe portò a casa, tra lo stupore dei più e dopo quattro giorni di estenuanti trattative, 209 miliardi di cui 80 miliardi in contributi e il resto in prestiti a basso tasso da investire nei prossimi anni e rimborsare tra il 2026 e il 2058.
Tutti lo accolsero battendo le mani, riconoscendogli il merito di aver difeso strenuamente l’interesse del paese contro i cattivi oppositori che avevano remato contro (Ungheria-Polonia-Austria) e riconoscendogli una sorprendente dote diplomatica.
Giuseppe, confuso e felice ma orgoglioso di questo trionfo, cercava di di mantenere un basso profilo, dividendo i meriti con tutti le forze di governo e spronando gli alleati a lavorare per pianificare il programma che avrebbe tracciato il destino dell’Italia per il prossimo mezzo secolo.
Ma Giuseppe in quei giorni, anzichè stare chino sulla scrivania a pianificare il futuro del paese e cercare di salvarlo dalla pandemia in atto, avrebbe dovuto guardare il secondo Matteo (Renzi) per vedere la sua fine sul quel viso, per scrutare il suo prossimo futuro.
Perchè Matteo, a partire da quei giorni, avrebbe programmato e presentato il conto salato di quell’inaspettato soccorso estivo per la nascita del Conte Bis.
Matteo, troppo esperto nel logorare e distruggere le serenità altrui, da quel giorno ha schierato le truppe per affrontare la sua ultima battaglia, la più dura e sanguinosa della sua vita politica: sconfiggere Conte e gli odiati 5 stelle a qualsiasi costo.
Memore degli ottimi risultati ottenuti in termini di consensi dal Matteo padano, ha cominciato a logorare il premier ed il suo movimento di riferimento, facendo opposizione all’interno del governo.
Ecco quindi, in un crescendo rossiniano, il continuo alzare la posta delle richieste, la raffica di critiche fatte in presenza di qualsasi microfono della stampa o telecamera televisiva, la spallata al governo, la crisi, la fine dell’avventura del Conte Bis e la “lettera ad un Conte Ter mai nato”.
“Muoia Sansone ( Giuseppe) con tutti i filistei” probabilmente avrà pensato Matteo da Rignano quando alle sue richieste d’incarichi ha ricevuto come risposta picche e i sondaggi gli hanno dato la quasi certezza della fine della sua carriera politica.
E vendetta sia: Giuseppe viene travolto dalle truppe renziane, esce di scena, entra in campo il super burocrate Draghi, calato dall’alto a gestire la montagna di denaro europeo e Matteo canta vittoria.
La politica perde di nuovo, viene commissariata, le scelte del popolo vengono di nuovo mortificate, la rivoluzione non violenta pentastellata viene definitivamente messa all’angolo.
Troppi soldi, troppi interessi in ballo per essere gestiti da gente troppo indipendente dai poteri forti, dalle lobbies.
Da domani Draghi, l’ennesimo salvatore della patria, chiederà ai partiti di appoggiarlo per senso di responsabilità verso il paese: il Pd non si tirerà dietro per rispetto verso Mattarella, Forza Italia, gruppo misto, transfughi dei 5 stelle (interessati a portare a termine la legislatura) si scopriranno responsabili, i leghisti , dichiarando di votare i provvedimenti necessari, faranno falsa opposizione, il grosso del Movimento 5 Stelle si opporrà a questa soluzione, Fratelli d’Italia sceglierà la tattica più semplice, restare a guardare senza sporcarsi le mani, tattica che da anni le porta vagonate di consensi.
Morale: Conte, corpo estraneo diventato troppo ingombrante per la politica, rispedito a casa a fare l’avvocato e Movimento 5 Stelle disinnescato, rimesso ai margini della vita politica; giornali, tv, Confindustria, Lobbies ecc. di nuovo contenti. Da domani più che alla costruzione del futuro si procederà al restauro del paese. Ben tornata vecchia Italia!