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I tirocinanti calabresi (MIUR-MIBAC), ancora nel limbo, nessuna notizia sulla prosecuzione delle loro attività e la Regione tace
I tirocinanti del Ministero per i beni e le attività culturali che lavorano negli Uffici ministeriali decentrati della Calabria, ancora senza notizie in merito alla prosecuzione delle loro attività. Con un comunicato che di seguito pubblichiamo, lamentano il silenzio assoluto delle istituzioni e, in particolare, della Regione Calabria. Si tratta di 330 persone tra disoccupati di lungo corso e percettori in mobilità, impiegati nelle sedi ministeriali ubicate su tutto il territorio calabro tra archivi di stato, soprintendenze, musei e biblioteche che hanno preso servizio nelle strutture a marzo 2018 per un percorso formativo della durata di dodici mesi. Contribuiscono a garantire l’apertura ed il funzionamento di musei, parchi archeologici, biblioteche, gallerie, palazzi e soprintendenze.
“Siamo uomini e donne, precari a tutti gli effetti utilizzati dalla Regione come tirocinanti per l’Istruzione (MIUR) e Beni Culturali (MIBACT).L’8 marzo si è svolto un incontro tra l’assessore Robbe e le rappresentanze sindacali Cgil- Cisl e UIL firmatarie dell’accordo del 2016 in cui è stato sottolineato l’apprezzamento ricevuto da parte dei soggetti ospitanti verso i tirocinanti (MIUR-MIBACT) e si è deciso di dare prosecuzione a questi tirocini (MIUR-MIBACT) con attività di perfezionamento utili all’accesso ad opportunità lavorative nei settori in cui si è maturata l’esperienza. Con nota ai ministeri competenti è stato chiesto, come per la Giustizia, la disponibilità a proseguire nelle attività”.
Ad oggi (31 maggio) nessuna notizia è giunta in merito alla prosecuzione di questi tirocini, lasciando padri e madri di famiglia col fiato sospeso e in stato di reale bisogno. Abbiamo interpellato l’assessore Robbe che sostiene che a bloccare la proroga dei tirocinio (MIUR-MIBACT) sia la mancata autorizzazione da parte dei ministeri (MIUR-MIBAC). C’è chi sostiene che l’autorizzazione non rientri nei protocolli e non venga rilasciata”. Sta di fatto che dall’assessorato al lavoro è calato un silenzio incomprensibile in merito alla prosecuzione di tali tirocini e nessun rappresentante politico si sta interessando alla nostra causa. Noi tirocinanti (MIUR-MIBACT) chiediamo una risposta riguardo alla prosecuzione delle attività di tirocinio (MIUR-MIBAC) e che la nostra dignità non sia lesa ma sostenuta da iniziative valide in termini di prospettive di lavoro future, per noi stessi e per i nostri figli”.
L. B.