UNICAL: il prof. Rubino eletto Capo del Dipartimento di Scienze giuridiche e aziendali
G20: il summit dei gelidi compromessi
Al termine del più freddo e , diciamo pure, inconcludente vertice G20 mai effettuato, i leader delle economie più potenti del pianeta non sono riusciti a sottoscrivere niente di meglio che un accordo finale sul clima che ribadisce l’unità del club delle grandi economie industrializzate ma , anche, l’uscita dall’accordo di Parigi degli USA di Trump ed un accordo di basso profilo sul commercio; stesso discorso riguardo l’argomento migranti , unica vera novità i grandi sorrisi e strette di mano calorose tra Putin e Trump a dimostrazione di un clima sostanzialmente diverso tra i leader di queste due superpotenze.
Angela Merkel ha avuto però il merito di preservare una fragile unità e di aver evitato che l’abbandono di Donald Trump aprisse una via di fuga ad altri ma è innegabile che il cammino verso un miglioramento della lotta ai cambiamenti climatici abbia subito una battuta d’arresto se non, addirittura , un passo indietro.
Luci ed ombre anche dal documento sul commercio che se da un lato riconosce il commercio aperto come motore della crescita, e che bisogna combattere sia il protezionismo che le pratiche scorrette, dall’altra afferma per la prima volta il diritto dei paesi di proteggere i propri mercati con “legittimi strumenti di difesa commerciale” , ribadendo , sostanzialmente, le istanze portate avanti da Trump con la sua politica che prevede “America First”.
L’Italia di Gentiloni torna a casa con tanti sorrisi e pacche sulle spalle ma ,in concreto, con le mani vuote e la certezza, almeno per ora, che l’accoglienza dei migranti cadrà solo sulle spalle dei poveri italiani; gli alleati, aldilà delle belle parole, hanno ribadito la ferma decisione di non aprire le proprie frontiere lasciando, in pratica, il duro compito dell’accoglienza sulle spalle del nostro paese. Nei prossimi mesi si vedrà quali mosse saranno intraprese dal governo Gentiloni per ottenere quella collaborazione chiesta e fin qui ottenuta solo verbalmente.
Ma è stato il testa a testa tra Trump con il presidente russo Vladimir Putin a rubare lo spettacolo. A detta dei testimoni , i due leader hanno trovato una rapida sintonia. Putin ha dato una positiva valutazione dell’incontro sostenendo che “Ci sono tutte le ragioni per credere che saremo in grado, almeno in parte, di ripristinare il livello di cooperazione di cui abbiamo bisogno”.
Per ora si portano a casa l’accordo per un parziale cessate il fuoco in Siria.