UNICAL: il prof. Rubino eletto Capo del Dipartimento di Scienze giuridiche e aziendali
Fase 2: strade e piazze piene, l’invasione dei dementi
Abbiamo atteso questo 4 maggio, quasi fosse la data simbolo di un inizio di rinascita, la ripresa degli spazi perduti, la riconquista di una porzione di normalità, che l’ormai famoso lockdown ci aveva rubato di colpo.
Volgendo lo sguardo all’ indietro, ci son tornate in mente le tante giornate trascorse su un divano con la paura che la malattia bussasse anche alla nostra porta, quel sentirsi inutili, quei giorni e settimane quasi tutte uguali al punto di far fatica a distinguerle, la sofferenza nel dover sopportare la lontananza di familiari, fidanzati/e , amici.
Ma per fortuna, pensi, sono pagine che appartengono al passato, che abbiamo superato e che faranno parte della storia del nostro paese, della nostra storia personale, ricordi che tra qualche anno racconteremo con il sorriso , magari condendole di qualche esagerazione.
Poi esci di casa , cammini per strada con una voglia matta di incrociare gli occhi felici di chissà quante persone che vivono questo momento con lo stesso desiderio , le medesime emozioni, e cosa vedi?
Quello che non ti aspetti: ti accorgi che due mesi di messaggi, di istruzioni comportamentali mandati in modo ossessivo e quasi esasperante , ogni benedetto quarto d’ora, su tutte le tv, in qualsiasi programma ed anche
sui giornali, sul web, non sono serviti a nulla.
Migliaia di ore spese nei talk show spiegando nei minimi particolari, per bocca di uomini di scienza, divulgatori ecc , quelle “poche regole” di comportamento, alle quali attenerci per evitare contagi, non hanno avuto alcun effetto su una piccola , ma ahimè determinante, fetta della popolazione.
Vecchietti (proprio loro, quelli più a rischio) che chiacchierano allegramente seduti sulle panchine senza protezione alcuna, gente che passeggia usando la mascherina come scaldacollo, giovincelle che passeggiano abbracciate con le amichette e dulcis in fundo, una marea di ragazzi, di bimbiminchia che si riappropriano delle piazze facendo proprio
il contrario di quanto raccomandato: assembramenti, saluti conditi da calorosi baci ed abbracci, bevute con scambi di bottiglie, mancanza assoluta dell’uso di mascherine, insomma l’apoteosi della demenza.
E ti chiedi, esterreffatto: ma questa gente in quale pianeta vive, avrà una famiglia, avrà un fratello, un genitore, un nonno da tenere al riparo dal contagio e, soprattutto, avrà un cervello pensante?
E ritorni a casa deluso, con una sensazione di sconfitta addosso e sicuro che il grande Totò , storpiando una delle sue famose battute, di fronte a tale scempio avrebbe detto:” Siamo uomini o subumani?