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Ecco come conservare i cetacei nel Golfo di Taranto!
Ecco la road map per la costituzione dell’Area Marina Protetta del Golfo di Taranto, fondamentale strumento per la gestione sostenibile dello spazio marittimo e la conservazione dei cetacei nel Mar Ionio Settentrionale, che da oggi è a disposizione dei decision maker, locali e nazionali.
A questa conclusione è giunto uno studio congiunto condotto dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, Polo Scientifico Tecnologico “Magna Grecia” di Taranto, CNR e Jonian Dolphin Conservation.
Lo studio sintetizza più di un decennio di ricerca scientifica sul campo: intitolato “Managing multiple pressures for cetaceans conservation with an Ecosystem-Based Marine Spatial Planning approch”, è stato pubblicato recentemente su “Journal of Environmental Management”, una delle più autorevoli e prestigiose riviste internazionali.
La pubblicazione scientifica parte dall’analisi della presenza di numerose specie di cetacei viventi nel Mar Ionio Settentrionale che, come è noto nei contesti di letteratura scientifica, e non solo, qui risiedono in maniera persistente avendovi trovandovi particolari condizioni bio-ecologiche.
Infatti, sia lungo il versante pugliese, sia lungo quello lucano e calabrese, è presente un sistema di canyon sottomarini che, già a meno di 10 miglia dalla costa, raggiunge rapidamente le quote batimetriche – oltre i mille metri – del mare aperto.
Lo studio esplora poi le relazioni di causa-effetto individuando, tra le molteplici attività umane esercitate nell’area, quelle che potenzialmente impattano negativamente sulla fruibilità degli habitat essenziali per questi mammiferi marini, minacciando così il loro stato di conservazione.
Secondo quanto accertato dalla ricerca, oggi questo straordinario patrimonio di diversità biologica marina risulta esposto a minacce antropiche di elevato livello, in grado di impattare sulle specie di delfini e balene presenti nell’area di studio.
Eppure, pur ospitando numerose specie di cetacei, attualmente l’area del Golfo di Taranto, da tempo individuata come “critical habitat” essenziale alla loro conservazione, non rientra in nessuna forma di gestione a lungo termine per la loro tutela.
Di qui la conclusione dello studio che, integrando tutte le informazioni esistenti con un innovativo approccio ecosistemico, indica l’istituzione dell’Area Marina Protetta quale strumento indispensabile per la tutela dei Cetacei presenti nel Golfo di Taranto, soprattutto nell’ottica delle direttive comunitarie e dei protocolli internazionali per la conservazione delle specie vulnerabili e minacciate in Mediterraneo.
Annunciando la pubblicazione il Professor Roberto Carlucci, Docente di Ecologia del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e afferente al Polo Scientifico Tecnologico Magna Grecia di Taranto, ha dichiarato «tanti anni di studio, tanta energia profusa e finalmente le nostre idee sono riconosciute a livello internazionale. L’ecosistema marino del Golfo di Taranto e la sua diversità biologica emergono come elementi qualificati su cui impostare elementi di pianificazione territoriale indispensabili. Lasciatemi dire che sono molto emozionato, con orgoglio ho guidato un gruppo di ricerca qualificato per fornire un importante contributo al servizio della comunità».
«È una splendida notizia – ha commentato il Sindaco di Taranto Rinaldo Melucci – che ci spinge a fare sempre meglio. La tutela e la valorizzazione del nostro mare rappresentano un punto imprescindibile di “Ecosistema Taranto”, il nostro progetto di transizione economica, ecologica ed energetica che si basa su un nuovo modello di governance sostenibile dello sviluppo della città di Taranto e delle sue risorse ambientali».
«Questa importante pubblicazione scientifica – ha detto il Dottor Carmelo Fanizza, Presidente e Fondatore Jonian Dolphin Conservation – conferma la qualità del lavoro svolto in questi anni, evidenziando la necessità di gestire e tutelare l’immenso patrimonio naturalistico presente nel Golfo di Taranto. Lo studio rappresenta un vero e proprio progetto di comunità che traccia la rotta che questo territorio vuole e deve seguire».
Fonte:ufficio stampa JDC