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Coronavirus: Vaccini, bugiardi e “bugiardini”
E’ di ieri la notizia che il l vaccino anti-Covid di AstraZeneca, a seguito di una richiesta da parte del gruppo farmaceutico anglo-svedese all’Ema, ha cambiato il nome in “Vaxzevria”, e con esso è cambiato anche il contenuto del bugiardino del farmaco, all’interno del quale viene specificato che, tra gli effetti collaterali, vengono aggiunti i “rarissimi” casi di trombosi.
L’azienda farmaceutica, quindi, riparte cambiando, o meglio, dandosi un nome (la sigla ‘Covid-19 AstraZeneca vaccine’ non era il nome del farmaco) e modificando il foglietto illustrativo, con il quale si deterge la coscienza per il passato e difende i propri fondelli da eventuali responsabilità penali future.
Rischio trombosi
Da oggi, quindi, chiunque andrà a farsi iniettare questo vaccino, nel firmare il modulo per il “consenso informato”, tra le tante paure e dubbi personali avrà, però, la certezza che tra gli effetti collaterali ci sarà anche il “rarissimo” rischio di trombosi. Ma le persone che hanno dato fino a ieri il consenso all’inoculazione del vaccino, all’insaputa di questi rischi , è giusto che abbiano perso la vita e vengano spazzati via con un colpo di spugna?
E’ giusto che queste persone abbiano fatto da cavia umana, per una casa farmaceutica che non distribuisce un farmaco a titolo gratuito ma con il quale lucra abbondantemente, senza che le famiglie vengano adeguatamente risarcite?
Bugiardini
I dotti professori dell'”Accademia della Crusca” riguardo al termine “bugiardino” fanno notare: ” Senza dubbio queste particolari “istruzioni per l’uso”, soprattutto negli anni di boom della farmacologia, tendevano a sorvolare su difetti ed effetti indesiderati del farmaco per esaltarne i pregi e l’efficacia. Non erano quindi vere e proprie “bugie” quelle che vi si potevano leggere, ma nell’insieme il foglietto risultava un “bugiardino” che diceva piccole bugie o, meglio, ometteva informazioni importanti ma che potevano essere compromettenti per il prodotto”.
Gli studiosi della Crusca giungono, quindi, alla conclusione che : “Gli ambiti di utilizzo del bugiardino sono quindi vari e diversi, ma la costante che sembra caratterizzare la scelta di questo appellativo è quella di venire attribuito a testi illustrativi (foglietti dei medicinali, quarte di copertina e dépliant) che si ritiene nascondano, più o meno velatamente, qualche inganno.
Ma qual è il limite oltre il quale l’inganno, la bugia supera la soglia della tollerabilità e si trasforma, addirittura, in reato?