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Coronavirus: il mondo si avvicina ai 100.000 morti e 1.300.000 i contagi
I casi di COVID-19 stanno per raggiungere oggi, a livello planetario, quota 1.300.000. Il mondo si avvicina a 100.000 morti, con oltre 80.000 identificati ma queste cifre ufficiali, con molta probabilità, sono molto al di sotto della realtà poiché molti decessi al di fuori degli ospedali non vengono né testati né conteggiati e molti paesi continuano a fornire dati non troppo aderenti al vero.
L’America , sempre più in difficoltà, registra , con quasi 2000 morti nelle 24 ore, il peggior bilancio giornaliero al mondo dall’inizio della pandemia ed un totale di 12.722 i morti . Triste primato anche riguardo il numero dei contagiati : 399.929
Nel vecchio continente la Spagna dichiara 140.045 casi di positività e 14.045 decessi mentre l’Italia 135.586 positivi e 17.127 morti. Il nostro paese inizia, tuttavia, a vedere piccoli segnali di miglioramento: diminuisce sensibilmente il numero dei casi di positività, quello dei ricoveri in terapia intensiva e raddoppia, quasi, il numero di guarigioni; rimane stabile, purtroppo, il numero dei decessi (604).
La Francia è il quarto paese a superare i 10.000 morti ( 10.328) , dopo l’Italia, la Spagna e gli Stati Uniti. Si fanno sempre più rigide le misure di contenimento. A Parigi e dintorni, l’attività sportiva all’aperto è ora vietata tra le 10:00 e le 19:00.
La Gran Bretagna, con il Primo Ministro Boris Johnson ricoverato in ospedale e per la seconda notte in terapia intensiva, dichiara
6.159 morti ed oltre 55.000 casi di positività.
La Germania si difende egregiamente subendo “solo” 2016 decessi a fronte di 107.663 casi di positività. Sulla stessa linea di mortalità (2101) l’Olanda anche se con solo 19.709 positività.
La Cina, con zero casi interni, prosegue il proprio ritorno alla “normalità”: riaprono negozi, fabbriche e soprattutto, nelle stesse modalità, quei mercati da dove, probabilmente, si sospetta si siano diffusi i primi casi di coronavirus; evidentemente certe lezioni non bastano a far cambiare direzione e comportamenti.
Stato di emergenza in Giappone proclamato dal permier Shinzo Abe per contrastare la pandemia di Covid-19. L’emergenza durerà per un mese.
L’Africa supera i 10.000 casi e desta sempre più preoccupazione; le organizzazioni umanitarie denunciano da giorni l’assoluta mancanca di operatori sanitari inadeguata al nimero della popolazione: in Somalia ci sono solo 2 operatori sanitari a fronte di 100.000 persone.
Nel frattempo, dal pomeriggio di ieri, i ministri delle finanze dell’Unione europea sono riuniti in teleconferenza alla difficile ricerca di soluzioni per rispondere alla crisi economica determinata dal COVID-19.
La dura contrapposizione creatasi tra i soliti paesi meno propensi a condividere capeggiati da Germania, Austria ed Olanda, ed i paesi più in difficoltà (Italia, Spagna, Francia su tutti) non ha portato, fin qui, a nessun risultatto