UNICAL: il prof. Rubino eletto Capo del Dipartimento di Scienze giuridiche e aziendali
Clonazione , clonaggio e aspetti bioetici
L’ingegneria genetica consente manipolazioni che sono, sempre , oggetto di accese discussioni perché riguardano il patrimonio genetico o genoma degli organismi viventi. Tali tecniche se da un lato alimentano speranze per la terapia di patologie, ancora oggi, incurabili, dall’altro sollevano problemi morali di non indifferente portata. Occorre, quindi, conoscerle per comprenderne le differenze e l’utilità. Fra le tante metodologie che sono state messe a punto, negli ultimi tempi, ci sono la clonazione e il clonaggio del DNA.
La clonazione può essere di due tipi: riproduttiva e terapeutica. La clonazione riproduttiva consente di ottenere organismi identici, dal punto di vista genetico. La pecora Dolly, il clone più conosciuto, è nata usando un metodo che consiste nel fare regredire una cellula adulta specializzata in una cellula embrionale totipotente cioè ancora non specializzata.
Questa metodologia ha suscitato non pochi problemi morali . Un “ Documento del Comitato Nazionale di Bioetica” evidenzia che la clonazione viola “l’identità individuale” del vivente. A ciò si aggiunge il timore di riprodurre individui che avrebbero lo stesso corredo cromosomico del donatore.
Molti, invece, sono i sostenitori della clonazione terapeutica che attraverso gli studi sugli embrioni, la riproduzione di cellule staminali, tessuti , organi, potrebbe permettere, in futuro, la terapia di malattie come: il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla, la cirrosi epatica, il morbo di Alzheimer, la leucemia, il diabete, ecc.
Per clonaggio, invece, si intende la produzione di copie di pezzi di DNA. Il clone, in questo caso, è un frammento di DNA, un gene, ma può essere costituito anche da cellule identiche. Questa tecnica consente la produzione di nuovi farmaci e di piante transgeniche alimentari. Il clonaggio, inoltre, è stato utilizzato per mappare tutto il corredo genetico umano.
Maria Giuffrida