UNICAL: il prof. Rubino eletto Capo del Dipartimento di Scienze giuridiche e aziendali
Cinquanta sfumature di virus
L’emergenza creata dall’epidemia da Coronavirus rappresenta l’ennesima dimostrazione, la cartina al tornasole di quanto sia buio il momento che sta attraversando il nostro paese.
Il segnale di un continuo scivolamento verso il basso della nostra società , rende un quadro desolante dell’attuale assetto sociale e fa veramente impressione constatare come neanche un problema serio, come quello della salute pubblica, non riesca ad arginare e placare quei difetti che ormai permeano il nostro vivere quotidiano.
. Internet, come tutte le cose nate belle ma cresciute male e governate peggio, si è trasformato da luogo deputato ad ospitare il libero pensiero a patria dell’anarchia più selvaggia, riuscendo in poco tempo, a regalare a tutti quel palcoscenico, un tempo invidiato e concesso solo a pochi eletti: la televisione era l’unico mezzo idoneo a dare quella grande notorietà, fama e ricchezza.
Attori, cantanti, giornalisti ecc , per entrare in quella scatola magica dovevano accettare una lunga e faticosa gavetta, nulla era regalato ma conseguenza di duro e faticoso lavoro: erano le accademie a sfornare gli attori, le severe scuole di giornalismo a forgiare i reporter, non si entrava in una gara di “Canzonissima” se non avevi le qualità di una Mina, Vanoni, Ranieri, Villa ecc. ecc.
Insomma la televisione era la rappresentazione dell’eccellenza ed il cittadino comune mai si sarebbe sognato di oltrepassare quella linea di confine che separava lo spettatore dal “personaggio pubblico”.
Internet ed i telefonini sono riusciti a capovolgere, invece, quelle regole che per secoli hanno retto la nostra società: se un tempo il benessere economico, la cd.” scalata sociale, era il frutto di sacrifici tramandati per generazioni, il tutto seguendo tempi normali , secondo natura e
la conquista del cd. “pezzo di carta”, il mandare a scuola i propri figli era, quasi, un imperativo categorico, il sogno che ogni genitore coltivava per i propri figli e la cultura era il viatico necessario per affrancarsi dalla miseria e dall’emarginazione sociale, l’avvento di internet, l’affermarsi dei social network, è riuscito nell’impresa di soddisfare quella smania di protagonismo, la ricerca di visibilità che alberga nella maggior parte di noi, la strada più semplice e veloce per raggiungere la fama ed i soldi.
Se, per esempio, uno come Frank Matano è diventato ricco e famoso postando scorregge sul web , perchè non provarci anche io? Ecco la risposta a tutto e come inizia quella smania di protagonismo e ricerca della ricchezza facile che pervade ormai chiunque, ecco da dove nasce quel desiderio di cavalcare l’argomento del giorno ed essere uno dei protagonisti della gara selvaggia e senza regole che il web quotidianamente offre: se un tempo ci si limitava ad essere ( per fortuna senza conseguenze rilevanti) tutti allenatori di calcio e critici musicali oggi , a turno, ci si sveglia giornalisti, filosofi, economisti, medici, avvocati, magistrati.
Tutti in prima fila a disquisire su tutto, con filmatini, dirette, e pastrocchi scritti sul web ( poco importa se farciti con i più banali errori grammaticali): dalle canzoni di Sanremo alle scelte macroeconomiche fatte dal governo, dalla costituzionalità o meno di leggi alle conseguenze sulla nostra salute del “Coronavirus”. Come non poteva, allora, il virus Corona non diventare il termine “Virale” del momento e come non poteva la gente non infilarsi immediatamente il camice bianco di medico, anzi di più, di “Virologo”, iniziando la gara a chi spara la cazzata più grossa per conquistare la prima pagina ed oscurare chiunque?
Ma questa corsa alla visibilità, per i più svariati motivi, non ha risparmiato nessuno: oltre alla gente comune non potevano mancare i politici, i giornalisti, gli stessi scenziati, nessuno si è tirato indietro , nessuno è rimasto “immune” al contagio da protagonismo; normale che, in men che non si dica, siano nate 50 sfumature di virus: si parte dai quei politici che, terrorizzati dalla pandemia, prima hanno chiesto la chiusura totale dei confini, strade, tombini ed il giorno dopo l’apertura totale di tutto, anche delle proprie case, perchè in fondo, una banale influenza miete più vittime del Coronavirus e, soprattutto, la colpa è sempre del governo!
Vogliamo parlare, poi, dei giornali, dei tg che per giorni hanno trasmesso più il panico che notizie? Non potevano mancare anche i vari distinguo tra gli scienziati schierati in due fazioni: da una parte quelli sorridenti e rassicuranti, che invitavano a continuare a vivere normalmente cercando di evitare , casomai, contatti troppo ravvicinati e luoghi eccessivamente promiscui e dall’altra quelli più seriosi e severi,che hanno spinto la gente a chiudersi in casa invitandoli ad evitare manifestazioni di affetto anche con la mamma.
Il popolo del Web, infine, in piena trance agonistica si è diviso tra chi ha dato sfogo alle proprie paure, assaltando e svuotando di merci i supermarket come fosse scoppiata la guerra, inondando i social con le proprie fobie, chiedendosi se il rosso dell’emergenza meteo avesse la stessa sfumatura del rosso coronavirus e che valore avessero adesso il giallo , l’arancione e l’azzurro.
Meglio quelli, allora, che non hanno perso l’occasione di divulgare le proprie teorie e mettere in mostra un rinnovato sapere, fatto di termini freschi come uova di giornata: Amuchina, Epidemia e Pandemia, Quarantena e , dulcis in fundo, Misure Draconiane .
Morale: che Dio ci aiuti!!
D.G.