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Catanzaro: intestato a Maurizio Rossi il Centro Polivalente di Via Fontana Vecchia
Il Centro Polivalente di Via Fontana Vecchia, a Catanzaro, di recente ristrutturato dall’Amministrazione comunale, è stato intitolato a Maurizio Rossi, ex assessore comunale ai servizi sociali, colpito da una devastante malattia fin da giovane, scomparso il 5 maggio 2010. Una intensa, partecipata, emozionante e commovente cerimonia si è svolta nel piazzale antistante il Centro per scoprire la targa che reca l’intestazione “Centro Polivalente Maurizio Rossi. Una vita di Amore, coraggio ed altruismo”.
La cerimonia è stata introdotta dall’Assessore comunale Alessandra Lobello che descrivendo la figura di Maurizio, ha affermato “Nonostante la disabilità e il dolore, Rossi è stato un attento e infaticabile promotore delle politiche sociali, un amministratore colto e intelligente al servizio della città e dei cittadini, un tenace difensore dei diritti dei diversamente abili, che ha tutelato anche presiedendo la sezione provinciale della Federazione per il superamento degli handicap, un esempio concreto di altruismo e generosità. Ora che è stato completato l’iter per l’intitolazione del Centro, portato in commissione toponomastica dall’assessore Alessio Sculco, l’amministrazione e la città possono ricordare come merita un catanzarese che ha dato lustro a tutto il capoluogo.”
E’ poi intervenuto l’assessore Alessio Sculco che ha seguito l’iter amministrativo della pratica necessaria per ottenere l’autorizzazione prefettizia per l’intitolazione del Centro; anche Sculco si è soffermato sulla figura di Maurizio, descrivendone le grandi dote umane e morali che ne hanno contraddistinto la vita e l’ operato a servizio degli ultimi e dei bisognosi senza distinzioni sociali o razziali, pur essendo affetto da una grave malattia cronica ed invalidante che gli aveva tolto l’autonomia fisica.
Ha poi preso la parola il papà di Maurizio, il sig. Giancarlo, che, carico di commozione, ha illustrato la vita e l’attività del suo figliolo prematuramente scomparso evidenziando che “Mentre i rappresentanti istituzionali, Assessori Alessandra Lobello e Alessio Sculco, illustravano la personalita’ di Maurizio davanti ai miei occhi scorrevano gli episodi caratterizzanti della Sua vita, momenti lieti, difficoltà, sofferenze, la Sua indomabile volonta’ e su tutto lo sconfinato amore per il prossimo che gli strappava il sorriso anche quando le sofferenze lo torturavano” Ha ringraziato più volte il Sindaco Sergio Abramo, gli Assessori Lobello e Sculco che hanno curato con entusiasmo l’iter dell’iniziativa e l’intera Giunta, nonchè Sua Eccellenza il Prefetto che con la sua ratifica ha reso possibile l’intitolazione. Ma – ha aggiunto – sento il bisogno ed il dovere di ringraziare con tutto il cuore la Città di Catanzaro che, con migliaia di firme di cittadini, adesioni di associazioni di volontariato e culturali, parrocchie, ha dato enorme peso alla mia istanza facilitandone l’approvazione. Questo risultato e’ stato possibile anche perchè, nonostante gli anni trascorsi, nessuno ha dimenticato Maurizio. Grazie Catanzaro. Ebbi una prova della tua generosità quando, tanti anni fa, venuto da una regione lontana, tante famiglie, pur non conoscendomi, mi invitarono a cena perchè non mi sentissi solo in una città a me sconosciuta. Tanti Signori, poi, quando entravo in un bar mi offrivano il caffè perchè ero un forestiero. Significativi segni di una civiltà nobile e antica. Rimasi a Catanzaro avendo incontrato una splendida ragazza bruna che divenne la compagna della mia vita. Con lei mettemmo al mondo Maurizio con il Suo destino. Una malattia invalidante, indescrivibili sofferenze, ma tanto Amore che alla fine ha trasformato il dolore in gioia. Gioia oggi rinnovata dal riconoscimento che la Città’ ha tributato a Maurizio”.
“Otto anni fa ha lasciato questo mondo Maurizio – ha continuato il sig. Giancarlo- lo ha lasciato in silenzio, quasi a non voler recare disturbo, secondo lo stile che ha contraddistinto la sua vita. Le ultime parole, rivolte al fratello che lo aveva assistito durante la notte, quando si è reso conto che il suo cuore, ormai stanco, stava dando l’addio alla vita sono state: ‘’chiama papà che sto morendo’’. Poi il suo respiro è cessato, la sua anima è volata in cielo, ma il suo viso è rimasto atteggiato ad un sereno sorriso. La ‘’morte del giusto’’ sentenziò più tardi il cardiologo. Oggi, nonostante i quattro anni trascorsi, tutta la città lo ricorda e lo rimpiange ed a me continuano a chiamarmi ed a presentarmi non come ‘’il Signor Rossi’’ , ma come ‘’il padre di Maurizio’’. Motivo di orgoglio per me. Ma chi è stato e che cosa ha fatto Maurizio, persona delle più semplici ed umili, per meritare un riconoscimento cosi vivo ed attuale in città? Ha fatto la cosa più bella che si possa fare nella vita, quella che se praticata da ciascuno di noi, cambierebbe il corso della storia e le sorti del mondo: ha dato ‘’amore”. Amore inteso nel senso più vasto, più nobile ed elevato del termine, amore scaturito dal cuore e dallo spirito. Colpito da una malattia devastante ed invalidante fin dalla tenera età, bersagliato continuamente da sventure, privato dell’età felice dell’infanzia, ha messo da parte il suo dolore ed ha guardato al di là del muro della disperazione che si ergeva innanzi a lui. Al di là di quel muro ha visto lo sterminato paesaggio delle sofferenze umane: le malattie, la miseria, l’ignoranza incolpevole, le disabilità, le dipendenze, gli abbandoni, le esclusioni, la sopraffazione dei deboli, lo schiavismo dei nostri tempi e tante altre che sarebbe lungo elencare. Ha porto l’orecchio alle voci dei disperati che si univano in un’unica assordante invocazione d’aiuto. Maurizio ha colto tante situazioni ancor più gravi della propria, egli che, nella sua disgrazia, almeno godeva dell’appoggio amorevole ed incondizionato della famiglia. Si è inserito allora, muovendosi in un primo tempo con l’ausilio delle stampelle, in seguito su di una carrozzina, nelle associazioni di volontariato che giudicava utili al compimento dei suoi propositi. Senza le gambe ha salito le scale dei palazzi per presentare le istanze dei diseredati, senza la voce ha gridato per reclamare i diritti dei più umili, ha elargito a piene mani del poco che aveva nel più assoluto riserbo ed offrendo il conforto delle sue parole dettate dall’esperienza di vita. E’ stato per un periodo di tempo assessore ai servizi sociali (oggi politiche sociali) e l’amministrazione comunale lo ha ricordato in un articolo sul giornale ‘’Il Quotidiano’’ del 7 maggio 2010 con queste parole in particolare: ‘’Maurizio è stato una persona buona, di grande disponibilità e generosità. Uomo intelligente e colto. Si è battuto, con tenacia e lungimiranza, per affermare il diritto di cittadinanza dei diversamente abili. “Non ha mai chiesto favori”. L’articolo continua, ma soffermiamoci sull’ultima frase riportata: ‘’non ha mai chiesto favori’’ lui che aveva bisogno di tutto e che viveva in una società dove sembra che l’unico scopo della vita di ciascuno sia quello di correre all’accaparramento del denaro e dei privilegi. Ha mostrato che si può, si deve vivere in modo diverso, accantonando gli egoismi che chiudono le persone in se stesse rendendole cieche ai bisogni altrui. Ha accettato la disabilità pur con i sacrifici, le rinunce, le fatiche, le privazioni, le umiliazioni, gli interventi sanitari che comporta. Ha colto nella sofferenza il disegno Divino ed ha portato a maturazione grandi valori morali e spirituali che hanno fatto della sua vita un punto di riferimento per tante anime smarrite e per i giovani alla deriva in questa società decadente, ha trasformato il dolore in gioia, considerandolo, non una disgrazia, ma un dono di Dio che innalza, purifica, rende migliori. Ha capito che il dolore è parte inscindibile della vita e che non va mai perduto perché le lacrime vengono raccolte nella mano di Dio. Ora Maurizio è tra le braccia del Signore, che lo ha voluto con se, ma qui, in questo mondo materiale, nella nostra città di Catanzaro, io, suo padre, ed i suoi fratelli lo ritroviamo ogni giorno nel ricordo della gente, nella gratitudine dei beneficati, nei centri di recupero dei tossicodipendenti di cui si è occupato, nelle fatiche e nelle umiliazioni subite dai disabili che sono state le sue, nei problemi dei poveri che egli ha soccorso, nel dolore degli ammalati che ha provato sulla sua pelle, nella solitudine degli anziani, nella disperazione delle donne maltrattate, nei bisogni degli extra comunitari. Lo ritroviamo dovunque c’è una persona che reclama i suoi diritti, ovunque c’è un misero che vuole riappropriarsi delle sua dignità. Ovunque emerge il dolore lì c’è stato e continua ad esserci Maurizio. Maurizio è stato un cittadino esemplare che nel suo umile silenzio ha dato onore alla città di Catanzaro”.
“Maurizio è e sarà sempre presente, Maurizio è tra noi”, e ha concluso gridando, carico di emozione, “Maurizio è vivo”, suscitando uno scroscio di applausi da parte dei presenti.
A questo punto, l’Assessore Sculco ha scoperto la targa togliendo il telo che la ricopriva e di nuovo il pubblico ha applaudito con gioia ed emozione.
Luigi Bulotta