Catanzaro: è a rischio il Ponte Bisantis?
Circolano periodicamente sui media e social alcune foto del famoso ponte Bisantis di Catanzaro che ritraggono piloni con evidenti segni di degrado del cemento, con parte delle armature di ferro a vista e arrugginite in quanto lo strato di cemento superficiale è saltato, e si ripresenta l’interrogativo per gli automobilisti e i catanzaresi in generale, se la struttura possa essere rischio di crollo.
Ovviamente non si vuole generare inutili allarmismi, non avendo alcuna competenza, ma è giusto che i cittadini abbiano reale contezza di come stanno le cose e possano tranquillamente attraversare il ponte senza ansie e patemi.
Il problema, come dicevamo, si pone ricorrentemente. Già qualche anno fa, il Sindaco Sergio Abramo, sollecitato da cittadini e associazioni allarmati da foto circolate, ma anche da visioni dirette di alcune parti della struttura, nonchè da servizi giornalistici e televisivi, si era recato presso l’ANAS e il Capo compartimento aveva assicurato che il ponte non presentava problemi strutturali, ma che necessitava solo di un intervento di manutenzione ordinaria per il quale erano stati stanziati cinque milioni di euro e che si attendeva la progettazione esecutiva dell’intervento per il quale erano stato richiesto uno stanziamento di 400mila euro.
Il Capo compartimento quindi confermava le buone condizioni del ponte, in grado di sopportare il carico viario, e che i lavori da eseguire avrebbero determinato il pieno recupero e la pulizia delle zone superficiali. Saranno mai stati eseguiti questi lavori? A quanto pare no, visto che il nuovo direttore dell’area Calabria Anas, in una recente intervista rilasciata a un’emittente televisiva, pur rassicurando sulle condizioni statiche del viadotto e confermando la necessità di interventi manutentivi, ha detto che il primo intervento manutentivo potrà essere effettuato entro il 2018: Quindi, c’è ancora da attendere!!
Il ponte Bisantis, com’è noto, costituisce il fondamentale raccordo stradale tra il versante ovest della città (quartiere Gagliano), quello nord (Sila), quello sud (Statale 280, quartiere Catanzaro Lido), con il centro storico attraverso il tunnel del San Giovanni e rotatoria Gualtieri, nonchè con il versante est (cioè il quartiere Siano). E’ quotidianamente attraversato nei due sensi di marcia da migliaia di autovetture, autobus, camion e altri mezzi pesanti, nonché da tantissimi pedoni che raggiungono a piedi il centro dai quartieri periferici e vi fanno ritorno.
Il ponte Bisantis, prima denominato Morandi in quanto progettato dal noto ingegnere Riccardo Morandi fu inaugurato nel 1962
La costruzione fu deliberata dall’Amministrazione provinciale di Catanzaro negli anni cinquanta, sotto la presidenza di Fausto Bisantis, al fine di dotare la città di una comoda via d’accesso dal versante occidentale collegando la Strada dei due mari con il centro storico e la Sila. L’appalto fu affidato nel 1958 dall’allora presidente della Provincia Aldo Ferrara, alla società Sogene.
Il progetto originario prevedeva un ponte a tre archi, ma Morandi, alla fine si determinò a realizzarlo in calcestruzzo armato, retto su un’unica grande arcata, non solo per ragioni di economia, ma perché il terreno di fondazione sul fondo del fiume era di natura alluvionale, mentre le pareti erano di natura rocciosa.
Il ponte, quindi, è strutturato in un unico arco, sia stradale che pedonale, ed è composto da un’unica carreggiata a tre corsie.
All’epoca della costruzione era il secondo ponte ad arco singolo in cemento armato in Europa e nel mondo per ampiezza della luce dopo lo svedese Sandobron e il primo in Italia. Oggi il ponte è uscito da queste classifiche internazionali, ma rimane, comunque il secondo in Europa per altezza (superato dal Los Tilos Arch in Spagna), undicesimo in Europa per luce e primo in Italia per luce, altezza e lunghezza.
Il ponte rimane, comunque, una pietra miliare nella storia dell’ingegneria mondiale e nazionale, un’opera sicuramente monumentale che è diventata il simbolo e l’emblema della città, e tra i più noti elementi identificativi anche della Calabria.
La costruzione del ponte fu realizzata in soli tre anni e fu inaugurato, come detto, nel 1962, dopo il collaudo cui fu sottoposto con una imponente prova di carico.
Orbene, il ponte Bisantis, oggi ha ben 55 anni e non sono pochi, visto che il cemento armato, in generale ( non solamente riferito al nostro ponte), ha manifestato nel tempo la sua vulnerabilità all’azione del tempo, degli agenti atmosferici e, ovviamente, anche dei terremoti. La vulnerabilità del cemento armato è da tempo all’attenzione di studiosi per individuarne le cause e soprattutto le più idonee tecniche d’interevento da adottare per il ripristino.
Leggendo testi sull’argomento, rileviamo che una delle cause del degrado è dovuta all’aggressione dell’anidride carbonica (CO2) che si può manifestare in due diversi modi a seconda del contesto in cui si trova. Nelle opere esposta all’aria, come il nostro ponte, si verifica la carbonatazione del calcestruzzo, mentre nelle opere idrauliche si verifica il fenomeno del dilavamento della pasta cementizia.
La carbonatazione è determinata dalla penetrazione dell’anidride carbonica nel calcestruzzo che fa trasformare la calce in carbonato di calcio. Se la struttura diventa carbona tata il pH si abbassa e, raggiungendo livelli al di sotto di alcuni limiti, lascia i ferri esposti all’aggressione dell’ossigeno e dell’umidità presenti nell’aria e così si innesca un processo di corrosione delle armature di ferro che si aumentano di volume e fanno saltare il copri ferro che si distacca dall’armatura. Una volta che il calcestruzzo è degradato il deterioramento dei ferri sarà sempre più veloce, dal momento che si creeranno vie di accesso più agevoli sia per l’ossigeno che per l’umidità. Ovviamente questo fenomeno, senza adeguati interventi, porta ad un progressivo degrado del cemento e di tutta la struttura. Se il problema oggi può essere solo superficiale per il distacco dei copri ferro, col tempo potrebbe interessare più a fondo la struttura.
Un problema analogo si sta verificando da qualche tempo ad Agrigento con il ponte che collega Agrigento-Porto Empedocle, progettato dallo stesso ingegnere Morandi. Anche per questo ponte continue sono le preoccupate segnalazioni di cittadini e associazioni che ne evidenziano lo stato di degrado.
Qui, si ripete, non si vuole allarmare nessuno, viste le assicurazioni a suo tempo avute dall’ Anas, ma in considerazione dei recenti crolli di ponti avvenuti in Italia negli ultimi mesi, è giustificabile la preoccupazione di tanti cittadini ai quali vanno, ancora una volta, date certezze e rassicurazioni, essendoci di mezzo l’incolumità pubblica.
Luigi Bulotta