Calabria: il caso del dirigente regionale Carlo Tansi, ieri a ” Non è l’arena”, le colpe della burocrazia e le inadempienze della politica

 Calabria: il caso del dirigente regionale Carlo Tansi, ieri a ” Non è l’arena”, le colpe della burocrazia e le inadempienze della politica

La vicenda di Carlo Tansi, dirigente del settore protezione civile della Regione Calabria ieri sera all’attenzione degli italiani da Massimo Giletti nella nota trasmissione settimanale ”Non è l’aren ” e da un caso calabrese è diventato un caso italiano.

Il caso è da tempo sui social grazie anche alle continue esternazioni dello stesso Tansi, nonché di quanti se ne sono interessati esprimendo giudizi e commenti.

Per chi non conosce la vicenda, riteniamo fare una premessa per consentire a tutti di  rendersi conto di quanto è accaduto e sta accadendo nella Regione e fare le proprie valutazioni.

Tansi, dipendente del CNR, era stato nominato nel novembre 2015, dalla Regione Calabria, con contratto a tempo determinato per tre anni, dirigente del Settore protezione civile.

Subito dopo il suo insediamento Tansi, come ha sempre  affermato, aveva cominciato ad adoperarsi per riorganizzare il settore affidatogli per dare una nuova impronta e rimuovendo situazioni non conciliabili con criteri di efficacia e di efficienza, nonché di trasparenza e legalità.

Ma in questa sua azione di cambiamento e innovazione ha sempre lamentato di trovare difficoltà e ostacoli determinati da dirigenti di altre strutture, da lui definiti genericamente come  “Burocrazia”, che, per quanto di loro competenza, a suo dire, non collaboravano per il raggiungimento dei suoi obiettivi.

Di queste lamentate difficoltà, lo stesso Tansi non ne ha mai fatto mistero, anzi non ha perso occasione di esternare il suo dissenso, le sue critiche e polemiche, a volte con toni ritenuto poco consoni, sulla sua pagina Facebook, definendo la burocrazia  “muro di gomma” o “giungla”.

Tutto ciò, ovviamente, a ragione o a torto, ha urtato la suscettibilità di chi si riteneva colpito o anche offeso da tali esternazioni, suscitando reazioni e polemiche, ma anche denunce da parte di chi si riteneva colpito.

Cosi è andata avanti per tre anni durante i quali, comunque, Tansi ha svolto una serie di attività suscitando vasti consensi, apprezzamenti e ringraziamenti sui social  dove appariva vittima di un sistema burocratico contorto e perverso.

Approssimadosi la scadenza dell’incarico, la Regione ha avviato la procedura per la individuazione del dirigente. Le norme vigenti obbligano le amministrazioni a pubblicare un avviso rivolto ai dirigenti interni che se interessati possono presentare domanda allegando il curriculum personale. Nel caso in cui in base ai criteri generali previsti da apposito regolamento globalmente considerati in relazione al carattere delle funzioni e agli obiettivi fissati, il dirigente generale del dipartimento non riesce ad individuare tra i dirigenti interni un soggetto che risponda ai predetti requisiti, la Giunta può autorizzare la pubblicazione di un avviso rivolto a soggetti esterni alla Regione.

Qui cominciano a sorgere i problemi, in quanto il dirigente generale ritiene che nessuno tra i dirigenti che avevano avanzato domanda avesse i requisiti, per cui la Giunta, dopo poche  ore, autorizza la pubblicazione di un avviso rivolto agli esterni.

Subito insorgono reazioni anche sindacali che adombrano che la procedura sia tutta gestita con l’obiettivo di confermare Tansi.

I tre dirigenti che avevano fatta domanda, tramite il loro legale, impugnano il provvedimento eccependo vari vizi di legittimità per carenza di istruttoria, di criteri preventivi, di adeguata motivazione, nonché contestano la mancanza di una formale delibera, essendo stato redatto un semplice verbale, comunicato dal Segretario generale.

D’altra parte nel 2015 Tansi era stato nominato con una procedura analoga, che non sembra abbia avuto incidenti di percorso.

Contemporaneamente i tre dirigenti presentano un esposto in Procura al fine di fare  accertare possibili  reati.

Ma il colpo finale arriva, come dice Tansi, al novantesimo minuto, con la adozione da parte della Commissione di disciplina di un provvedimento di sospensione dalle funzioni per 45 giorni per violazioni comportamentali connesse all’uso spropositato di Facebook.

Subito le reazioni di Tansi che paventa complotti a suo danno, con decisioni assunte a tavolino per impedirgli di partecipare al bando. Anche sui sociaI si scatenano le polemiche contro questo provvedimento.

Ieri la sua presenza a  “Non è l’arena” dove ribadisce tutto quanto è stato frutto del suo lavoro, gli ostacoli che gli sono stati posti da una burocrazia imperante con incrostazioni radicate da trenta anni, che comanda la regione più della politica. Esterna che c ‘è un plotone di esecuzione puntato di lui e dichiara che sarebbe stato cacciato perché “Davo fastidio perché ho impedito clientelismo e ho evitato gli sprechi inutili”

Ribadisce sempre le sue critiche contro la burocrazia.

Si apre un ampio dibattito dove gli intervenuti condividono le argomentazioni di Tansi e ne rivendicano il sostegno. Emerge che la burocrazia ha le sue colpe, ma qualcuno evidenzia che sicuramente non può essere indenne la politica.

Ma il punto su cui riflettere e valutare è proprio questo. La burocrazia avrà ed ha sicuramente le sue colpe, ma non si può sottacere che è la politica che governa e ha tutti i poteri e i mezzi per fronteggiare ogni problematica. Infatti, alla burocrazia o meglio ai dirigenti, compete la gestione, ma alla politica compete l’indirizzo  è il controllo.

Pertanto, se la dirigenza non funziona, è inadempiente la politica, cioè il presidente e la giunta che possono intervenire utilizzando le loro prerogative. Non dimentichiamo poi che i dirigenti apicali li nomina la stessa Giunta, quindi se ha fatto scelte sbagliate la colpa non è della burocrazia ma di chi ha nominato burocrati non all’altezza. D’altra parte, come si è fatto il procedimento disciplinare a Tansi, si può anche fare ai vari dirigenti inadempienti, laddove ci sono i presupposti.

È evidente che scaricare tutto alla dirigenza non è corretto ma è fuorviante.

Alle continue lamentele di Tansi, la politica è intervenuta convocando i dirigenti interessati, interloquendo con loro per capire quali sono i problemi, trovare una soluzione e, ove il caso, fare le dovute contestazioni?

Ogni dipartimento ha un direttore generale, sovraordinato nei confronti degli altri dirigenti e che dipende direttamente dal presidente. C’ è un segretario generale che ha poteri di coordinamento delle strutture in cui è articolata la regione. Tramite questi soggetti il presidente, dando  opportune direttive, può intervenire per fare assumere le necessarie attività. Quindi gli strumenti ci sono, basta applicarli.

Se Tansi ha rappresentato al Presidente Oliverio che lo ha nominato le sue difficoltà e il presidente e la giunta non hanno utilizzato i loro poteri, la burocrazia avrà si ripete le sue colpe, ma la colpa, forse maggiore, c’è l’ha la politica che non è intervenuta e ha consentito il perpetuarsi di inadempienze e irregolarità.

Ha fatto bene a questo punto Giletti a invitare per la prossima domenica il presidente Oliverio che in quella sede potrà chiarire cosa ha fatto e cosa farà. Peraltro, la protezione civile regionale fa capo direttamente al presidente che, ai sensi della specifica legge regionale, ha specifici compiti e poteri.

Quanto al provvedimento disciplinare, Tansi, se lo ritiene illegittimo, al di là di pubbliche esternazioni sui social, stampa e TV, potrà sicuramente impugnarlo e far valere i suoi diritti e tutelare la sua immagine.

Vedremo gli sviluppi.

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