UNICAL: il prof. Rubino eletto Capo del Dipartimento di Scienze giuridiche e aziendali
Arresti domiciliari per Ronaldinho dopo un mese di carcere. Il giocatore coinvolto in una trama da spy story sudamericana
L’ex stella del calcio brasiliano Ronaldo de Assis Moreira detto Ronaldinho e suo fratello Roberto sono stati trasferiti martedì sera in un hotel ad Asunción dove resteranno agli arresti domiciliari, dopo aver trascorso un mese di detenzione preventiva in carcere per essere entrati in Paraguay con falsi passaporti paraguaiani.
Gli avvocati dell’ex campione brasiliano, per ottenere questa forma di detenzione alternativa, hanno offerto una cauzione di 1,6 milioni di dollari per i due fratelli, che è stata accettata dalla giustizia paraguaiana.
Ronaldinho e suo fratello Roberto sono stati arrestati il 6 marzo ad Asuncion, accusati di essere entrati in Paraguay in possesso di passaporti falsi.
I due uomini erano arrivati due giorni prima nella capitale del Paraguay per promuovere un libro e partecipare a varie operazioni di beneficenza.
La vicenda, che vede coinvolto l’ex nazionale brasiliano, ha dei risvolti rocamboleschi, degno di un film scritto da Alfred Hitchcock: il giocatore aveva subìto il ritiro del passaporto per non aver pagato una
multa di circa 2,5 milioni di euro, per aver costruito un molo senza autorizzazione sul bordo di un lago in un’area protetta. Dopo un accordo raggiunto con la giustizia brasiliana, che aveva ridotto la sanzione a circa 1,1 milioni, era ritornato in possesso del documento nel 2019.
Arrivati all’aeroporto di Asuncion, i due fratelli brasiliani hanno, quindi, esibito i loro regolari passaporti alla polizia dell’immigrazione, che non ha trovato immediatamente nulla di insolito.
In hotel avviene il colpo di scena: la polizia, durante la perquisizione della stanza dove dimorano i due uomini, scoprono i falsi passaporti paraguaiani realizzati lì, nella capitale paraguaiana.
Ronaldinho e suo fratello affermano che i documenti erano stati dati loro in dono dalla donna d’affari e dal presidente, entrambi ora in fuga, di una fondazione umanitaria che li aveva invitati a venire in Paraguay .
Da qui l’arresto del giocatore, del fratello e l’apertura di un caso che vede , per ora, coinvolti quindici persone, tra imprenditori, polizia e dipendenti pubblici. Il resto della trama è ancora tutto da scrivere.