Ancora clima di malumori e tensioni nell’Arciconfraternita della SS.Immacolata di Catanzaro

 Ancora clima di malumori e tensioni nell’Arciconfraternita della SS.Immacolata di Catanzaro

Sembra che non si plachi il clima di malumori e tensioni, per non dire di veleni, che circola tra i confratelli dell’Arciconfraternita della SS. Immacolata Concezione di Catanzaro. Con la recente elezione del nuovo Priore e del Seggio Priorale, disposta dall’Arcivescovo, mons. Claudio Maniago, si sperava che si potessero rasserenare gli animi e si restaurasse lo spirito di comunione ecclesiale e di fratellanza che dovrebbe ispirare i componenti di questi sodalizi religiosi. Ma, ahimè, non è così e la storia è lunga!! Risale al febbraio 2021, quando vengono indette le elezioni e si ricandidano il Priore uscente e alcuni componenti del Seggio Priorale in carica. Le elezioni vengono rinviate per la pandemia e nel frattempo l’Unione Diocesana delle Confraternite, che sovraintende queste associazioni, comunica ufficialmente ai candidati uscenti l’impossibilità a ricandidarsi dal momento che lo Statuto prevede un massimo di due volte consecutive.

Il Priore indice le elezioni per il rinnovo degli Organi, ma nè lui, nè qualcuno degli altri esclusi, sono convinti della regolarità della loro esclusione e si sentono defraudati dei loro diritti, quasi cacciati, e chiedono che giustizia sua fatta, laica o curiale, purchè sia fatta. Le elezioni si svolgono nel 2022 e viene eletto il nuovo Priore e il nuovo seggio priorale, ma non fanno tempo a insediarsi perchè arriva un ricorso con il quale alcuni confretelli contestano l’irregolarità delle elezioni in quanto le convocazioni non sarebbero state fatte secondo le norme statutarie. Il Vescovo dell’epoca, Mons.Bertolone, tramite un suo delegato, tenta una composizione della vicenda convocando una riunione degli aderenti, ma dall’incontro emergono forti tensioni e conflitttualità, certamente non in linea con lo spirito evangelico. Pertanto, Mons. Bertolone, al fine di riportare la Arciconfraternita a valori fondamentali della vita cristiana, amore e fratellanza, decide di commissariarla, dando incarico a MIchele Trapasso con lo specifico mandato di ricreare quel contesto di serenità e di solidarietà cristiana, purtroppo evidentemente perso. Ma anche il Commissariamento viene contestato con un ricorso alla S.Sede scritto da un confratello che è pure un avvocato. Il Commissario, comunque; si insedia e si mette all’opera con tanta buona volontà e spirito di servizio alla Chiesa, convoca incontri di preghiera e riflessione, ma non ha vita faclile perchè permane sempre tensione e divisione e non certo fratellanza. Alla fine l’Arcivescovo decide di fare indire le elezioni, sperando che le cose si ristabilissero, ma arriva un nuovo ricorso con il quale il candidato priore non eletto contesta le elezioni perchè avrebbero votato confratelli che non in regola con il pagamento della quota associativa. Ma la cosa nei fedeli e nell’opinione pubblica in generale, desta perplessità e a molti sembra inverosimile: tanti si chiedono se è possibile che nella Chiesa si dia più valore ai soldi e non alla libera partecipazione e comunione del popolo di Dio in questi organismi associativi. Insomma la storia continua anche se in modo disdicevole, perchè sembra una vera e propria corsa al potere a colpi di carta bollata. Sulla stampa si parla di farsa delle elezioni e di favoritismi di personaggi protetti da politici. Ma allora anche nella Chiesa si fa la corsa alle poltrone? Non dovrebbe essere così nella società civile, a maggior ragione nella Chiesa! Non dimentichiamo che il Priore e il seggio priorale non gestiscono potere, ma compiono un servizio per la Chiesa e per i Confratelli ed è giusto che si dia la possibilità a tutti di dare il loro contributo senza esclusioni. Peraltro, come stabilisce lo Statuto, il Priore, come il Seggio, è “centro di unione” non di divisione e devono essere di esempio di virtù e precedere tutti i Confratelli nella pratica di vita cristiana nella quale anche l’obbedienza è una regola. Purtroppo non sarà facile uscirne fuori viste le posizioni contrapposte che sembrano inconciliabili. Probabilmente ci vorrebbe un lungo periodo di commissariamento per stempeare gli animi, a nche con nuovi ingressi di persone di buona volontà che non si candidano per acquisire visibilità e gloria, ma per spirito di servizio alla Chiesa e alla comunità. Si avvererà questa speranza? Si spera che la Curia prenda provvedimenti e ponga fine a questa vicenda, ridando alla Confraternita il vero senso per cui è nata e che è sancito dallo Statuto: “fare assieme un cammino di fede che comprende l’assiduo ascolto della Parola, la piena partecipazione alla Liturgia e la testimonianza della vita cristiana, l’incremento del culto pubblico, particolarmente della Vergine Immacolata”. Ogni confratello dovrebbe adoperarsi in tal senso e non pensare a rincorrere altre mete che certamente non sono consone alla vita di un cristiano.

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