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“Amore cieco:diario di un Commissario di polizia”
Il romanzo di Salvatore Blasco, poliziotto e scrittore
Riceviamo e pubblichiamo con piacere l’interessante e puntuale recensione, scritta dall’avv. Antonio Nania, del romanzo di Salvatore Blasco, attualmente dirigente del Reparto prevenzione crimine Emilia Romagna occidentale, edito dalla Compagnia editoriale Aliberti, che attinge alla sua esperienza e veste i panni del coraggioso commissario Calabrese. Impegnato in un indagine complessa per tentato omicidio, nulla è come sembra, ma Calabrese va alla ricerca della verità con un senso di giustizia che caratterizza chi non rinuncia mai a perseguire il bene fino in fondo. L’autore, raccontando l’indagine, ha approfondito le dinamiche emozionali che appartengono a tutti coloro che, accecati da un amore impetuoso, si scoprono nudi di fronte alla stravolgente verità di non essersi riconosciuti. L’autore si addentra in un terreno scivoloso e pieno di trappole, al centro del quale c’è l’amore nelle sue innumerevoli sfaccettature, anche quelle più dolorose.,
Mentre l’Italia e il mondo intero apprendevano attoniti e sgomenti l’epilogo drammatico di Giulia Cecchettin per mano di Filippo Turetta carnefice , come hanno detto i giornali, di una ragazza “straordinaria e delicata” ,mi sono ritrovato a leggere il libro diario ” Amore cieco ” del Catanzarese giornalista, pubblicista, Salvatore Blasco. Ora Commissario di Polizia dirigente del Reparto Prevenzione e Crimine per l’Emilia Romagna occidentale con sede a Reggio Emilia.
La pubblicazione curata dalla Compagnia editoriale Aliberti ha una narrativa limpida, scorrevole, piacevole che partendo da una inconfutabile ma apparente violenza di genere si sviluppa in una avvincente trama poliziesca particolarmente complessa.
Senza addentrarmi nella successione degli avvenimenti che annotando farebbero venir meno l’incertezza dell’attesa , non posso, tuttavia, non rilevare l’esistenza di un filo conduttore che nella sua bellezza impegna il nostro Commissario Calabrese a ritrovare sempre se stesso e a capire la verità di cui intuisce l’esistenza perché è guidato ” dall’amore”.
Salvatore , cioè il Commissario Calabrese (come ormai è conosciuto in ogni Commissariato) avverte con preoccupazione per l’ iniziale violenza nei confronti del personaggio Alice Bergonzi l’inarrestabile dilagare di un fenomeno che non si riesce ad arrestare e che spesso i cosiddetti opinionisti indicano gli uomini dei Commissariati di Polizia come “quelli che avrebbero potuto fare, ma non hanno fatto”.
Eppure questo Commissario ” saldo nei principi morali ed etici, nel perseguimento della verità e della giustizia” e che sbotta nel dire quanti sia per lui sempre più difficile “accompagnare le persone in carcere e non interrogarsi sul perché siano arrivate a tanto” ha uno stimolo segreto: “l’arma dell’amore” per il prossimo.
Questo “amore”, come fuoco nel bruciare la passività rassegnata, riesce a capire e leggere paure ed equilibri apparenti in un dinamismo continuo che porta alla vittoria della verità e della giustizia.
Una notazione meritano pure gli altri due personaggi principali.
Samuele Basile un uomo che ha “voglia di delicatezza e bellezza, di spiritualità e di umiltà, di serenità e di consapevolezza, di giustizia, di passione e di verità. Un uomo che nonostante gli sbagli e le sofferenze patite ha la positività di trovare “questa vita meravigliosa “.
Alice Bergonzi la vera moglie di Samuele. È colei che non ha colto quella grande verità che la vita non è qualcosa di cui si può fare ciò che si vuole perché non c’è nulla di eternamente nostro che non possa esserci tolto in ogni momento come ciò che ci è più caro o come la salute e la vita stessa.
Grazie Salvatore.
Antonio Nania