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A 50 anni dalla sua morte , Ernesto “Che” Guevara inossidabile simbolo della ribellione
Ernesto “Che” Guevara fu ucciso il 9 ottobre del 1967 in Bolivia all’età di 39 anni anche se a Cuba il giorno del “guerrigliero eroico” si celebra ogni 8 ottobre, giorno della sua cattura in un piccolo villaggio della Bolivia. Cuba ha celebrato per la prima volta il Che in assenza di Fidel Castro, morto nel 2016, ed a presenziare è stato il fratello e successore Raul, a Santa Clara città situata a 300 km a est della capitale cubana, dove riposano, in un grande mausoleo sotterraneo, i resti del comandante della Rivoluzione .
Ernesto “Che” Guevara nasce il 14 giugno 1928 a Rosario, in una famiglia della borghesia argentina. Una laurea in medicina conseguita nel 1953 , viaggia molto in America Latina in bicicletta e moto , dove viene a conoscenza della miseria in cui vivono le persone più povere di quel continente, in particolare delle comunità indigene. Nel 1955, incontra Fidel Castro in esilio in Messico e si unisce ai ranghi dei rivoluzionari cubani nella guerra contro Batista. Dieci anni dopo, si allontana da Cuba e Castro per combattere nuovamente e portare la rivolta in particolare in Africa:” altre parti del mondo reclamano la partecipazione dei miei modesti sforzi . Io posso fare quello che tu ti stai negando per la tua responsabilità nei confronti di Cuba, ed è arrivato il momento di separarci. La lettera è conclusa con la celebre frase: “Hasta la victoria siempre” ( “fino alla vittoria, sempre!”).
Seguirono mesi mentre in Congo cerca – senza successo – di imporre la rivoluzione armata prima di impegnarsi nella ultima impresa da guerrigliero in Bolivia.
I suoi ritratti sono onnipresenti a Cuba ma ,ormai, in tutto il mondo. La sua immagine , opera del fotografo cubano Alberto Korda, da anni adorna le pareti di generazioni di studenti che vedono in lui il simbolo della ribellione.