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Catanzaro: oggi mobilitazione generale della Coldiretti contro l’immobilismo della Regione Calabria
Si svolgerà oggi a Catanzaro, davanti la sede della Giunta regionale, la grande manifestazione organizzata dalla Coldiretti contro l’immobilismo del Presidente Mario Oliverio e della Giunta regionale. Dovrebbero essere numeri da record, secondo le previsioni di Coldiretti: 6000 partecipanti, più di 100 trattori, tantissimi sindaci, che saranno presenti con la fascia tricolore e il Gonfalone, e rappresentanti istituzionali.
Slogan della manifestazione: “Coldiretti a Oliverio la Regione così non va”
E’ una mobilitazione che ha tanto appassionato. Saranno in piazza anche diversi Consiglieri Regionali: Mimmo Bevacqua, Franco Sergio, Arturo Bova, Flora Sculco, Wanda Ferro, Carlo Guccione. Parteciperà a rafforzare l’azione il Direttore Generale dell’ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni) Massimo Gargano. Ci saranno diverse associazioni e tra queste l’Unione Regionale delle Pro-Loco”.
Secondo Coldiretti, sarà un evento che segnerà la storia dell’agricoltura calabrese con una pacifica invasione della “Casa dei calabresi.
“Mentre gli agricoltori continuano a toccare con mano le inefficienze e i ritardi del Dipartimento Agricoltura, il Consigliere D’Acri, asserragliato in un fortino di sole carte e armato di pallottoliere, a difesa di se stesso, trova l’ardire di spargere improbabili rassicurazioni all’insegna del “tutto va bene” e di cosa hanno da lamentarsi i calabresi”.
Questo l’incipit di Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria che sull’ultima nota di D’Acri, consigliere regionale delegato all’agricoltura. “La realtà – prosegue – è un’altra e i nostri , prima timori e poi certezze, ci hanno portato ad una grande mobilitazione sui territori e che giovedì 8 giugno p.v. ci vedrà presenti in una grande manifestazione regionale davanti alla Cittadella che continuerà fino all’ottenimento delle risposte da parte del Presidente Oliverio.
Ancora una volta, si legge nel comunicato stampa della Coldiretti, D’Acri si è avventurato in una sfilza di numeri e di ricostruzioni fantasiose che lo denotano quasi come “killer” dell’agricoltura piuttosto che esperto di politiche agricole. Entrando nel merito di alcune sue dichiarazioni le preoccupazioni lievitano. Il 96% dei pagamenti della Domanda Unica – PAC entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento della domanda, è un obbligo del regolamento UE 1307/2013 e successivi; questo è finalizzato proprio ad imporre agli Organismi Pagatori di corrispondere i premi agli agricoltori entro questa scadenza. Forse sarebbe il caso di cominciare a ricordare, come peraltro abbiamo ripetutamente segnalato in tempi non sospetti – aggiunge – che è proprio il 4% non liquidato per il 2016 e annualità precedenti fino al 2012, il misuratore dell’efficienza gestionale di ARCEA.
Ma le contraddizioni non si esauriscono. Infatti, sulle domande a superfici e connesse agli animali del PSR , annualità 2016, non è stata utilizzata la deroga di cui al Regolamento UE n. 1617/2016, che consentiva alle Regioni e Organismi Pagatori di liquidare gli anticipi fino al 85% degli importi richiesti entro il 30 novembre 2016, anche se non ultimati i controlli amministrativi.
I nostri calcoli poi – riferisce Molinaro – sono fondati. Esempio eloquente è che per la spesa erogata a valere sul nuovo PSR 2014-2020, circa il 77% dei 149.125.910,00 milioni di euro erogati al 30 maggio 2017, deriva da pagamenti delle domande a superfici e connesse agli animali (biologico, razze autoctone, benessere animale) e progetti di investimento finanziati con il precedente PSR – il cosiddetto trascinamento. Pertanto – chiarisce – la ricostruzione veritiera ci conferma che la reale spesa fatta sui bandi del nuovo PSR rappresenta solo il 3,2%, raggiunto con il recente pagamento parziale delle domande compensative anno 2016 per le quali, tra l’altro, mancano da liquidare oltre 3.000 aziende per un importo di circa 11 milioni di euro.
Troppo spesso nel passato anche più recente le indicazioni pervenute dalla Regione Calabria non solo sono rimaste sulla carta ma sono state persino contraddette nelle azioni successive. Una leggerezza che denota improvvisazione e rinvio di questioni sostanziali, per le quali Coldiretti Calabria chiede che devono essere date pronte risposte. “Ci è davvero difficile comprendere le motivazioni – conclude Molinaro –, che portano un Consigliere regionale a continuare ad ostentare ottimismo. Ma, mentre la Regione si affida al fato, noi abbiamo messo in moto i trattori”.
L.B.