Il Consiglio dei Ministri ridimensiona L’Anac di Raffaele Cantone
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Il Consiglio dei Ministri ha approvato le disposizioni integrative e correttive al nuovo codice degli appalti.
Doveva essere una specie di tagliando di controllo, a 12 mesi dal varo del provvedimento che era stato chiesto a gran voce da tutti dopo gli scandali di EXPO Milano e Mafia Capitale, ma si è rivelato un vero e proprio sgambetto per Raffaele Cantone che vede , in un attimo, ridimensionati i poteri dell’Autorità nazionale Anticorruzione da lui presieduta.
Tra le modifiche apportate al provvedimento in questione, ne è stata inserita una piccola, ma dagli effetti enormi per le prerogative dell’Autorità : l’abrogazione del comma 2 all’articolo 211 del decreto legislativo del 18 aprile 2016, n. 50 .
In pratica , si toglie la possibilità a Cantone di intervenire, nei casi di irregolarità , senza aspettare il giudice ordinario. L’abolizione di questo comma è , quindi, l’eliminazione di quella norma fondamentale che consentiva a Cantone d’ intervenire immediatamente, senza attendere i tempi lunghi di indagine della magistratura, nei casi di eventuali irregolarità o corruzione.
Ignota, fin qui, la penna che ha inserito la modifica ; immediata la levata di scudi dell’opposizione: per la deputata del M5s , Roberta Lombardi, chi ha materialmente scritto quella riga di legge vuole depotenziare l’Anac e , prosegue ponendosi la domanda: chi vuole proteggere la corruzione in Italia a discapito dei cittadini onesti?