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“Brigata Catanzaro: Giustizia militare o repressione di eroi”
L’associazione culturale “Calabria in armi” ha organizzato per il prossimo 5 marzo, un importante Convegno sul tema “Brigata Catanzaro: Giustizia militare o repressione di eroi”, che si terrà nel Museo storico militare, sito a Catanzaro nel parco della Biodiversità, con inizio alle 10,30.
Si tratta di un evento sicuramente di grande interesse culturale per conoscere e approfondire la vicenda della nota Brigata Catanzaro.
La Brigata prese vita il 1° marzo 1915, la Brigata a Catanzaro Marina e da «Catanzaro» ne prese il nome. Ebbe assegnate come mostrine i colori rosso e nero, colori che stanno ad indicare “sangue e morte” e da essi sorse il motto, mai smentito, «Sanguinis mortisque colores gestamus: ubique victores» e cioè «Portiamo i colori del sangue e della morte: ovunque vincitori».
La Brigata Catanzaro, composta da due reggimenti, il 141° ed il 142°, era un’unità che si era distinta nei combattimenti dal suo dispiegamento nel luglio del 1915. Durante la terza battaglia dell’Isonzo, sul monte San Michele, tra il 17 ed il 26 ottobre 1915 perse quasi la metà degli effettivi. Impiegata duramente sul Carso, durante la Strafexpedition il 141º Reggimento subì gravi perdite, ad esempio il 3 giugno 1916 perse, in un solo giorno, il 38% degli effettivi, con 333 morti.
Tra le pagine della storia della Brigata Catanzaro ve ne sono alcune tra le più tristi dell’intera storia del nostro esercito. Era il 27 maggio del 1916 e la Brigata era stata trasferita da alcuni giorni sull’Altopiano di Asiago. I tragici avvenimenti che culminarono con la fucilazione di 12 militari si svolsero sulle pendici del Mosciagh e furono la conseguenza dello sbandamento in condizioni difficili di quasi tutta la 4a compagnia del 141°.
Il Col. Attilio Thermes, comandante del reggimento, in ottemperanza alle disposizioni emanate dal Comando Supremo, ordinò l’esecuzione sommaria senza processo per un sottotenente, tre sergenti ed otto militari di truppa da estrarre a sorte nella ragione di uno a dieci. Per questo ordine il Col. Thermes fu il primo ufficiale italiano ad essere citato in un Ordine del giorno del Comando Supremo e questo non per un glorioso fatto d’arme ma per aver fatto fucilare i propri soldati! In realtà la brigata si comportò piuttosto bene nei combattimenti di quei difficili giorni e non meritava un tale trattamento, dovuto in buona parte al fatto che i successi austro-ungarici facevano perdere la testa ai comandi.
I lavori saranno introdotti dal Gen.D. (Ris) Pasquale Martinello, presidente dell’Associazione Calabria in armi.
Seguiranno le relazioni dello storico Enzo Santoro, sul tema “Inquadramento storico della Brigata Catanzaro” e del magistrato militare dott. Luca Nania sul tema “Brigata Catanzaro: giustizia militare o repressione di eroi”