UNICAL: il prof. Rubino eletto Capo del Dipartimento di Scienze giuridiche e aziendali
L’appello del MEIC ai candidati alle elezioni regionali in Calabria
Pubblichiamo con piacere, di seguito, la lettera aperta del MEIC, augurandoci che almeno una buona parte dei candidati ne colgano il significato e si adoperino a invertire rotta. Siamo convinti che i calabresi sono ormai maturi ed attenti, anche perché scottati dalle esperienze precedenti, e sono in grado, nel loro interesse, di valutare persone e cose e di scegliere nel modo migliore!! Le urne presto parleranno.
Il MEIC è una associazione di cristiani laici che si propongono di contribuire, in modo proprio, in Italia e nella peculiarità delle Chiese locali, per cooperare nello spirito evangelico alla maturazione della coscienza civile, realizzando un’esperienza ecclesiale orientata, tra l’altro, all’impegno culturale di ricerca e di discernimento critico, nonché di attenzione alle istanze socialmente più rilevanti, per collaborare a una mediazione coerente tra fede e storia, ad operare in solidarietà e corresponsabilità con tutta la comunità per la realizzazione di una pastorale attenta ai segni dei tempi e animata da spirito ecumenico.
La Delegazione regionale per la Calabria del MEIC è composta da: Salvatore Misiano, delegato; Luigi Bulotta, vice Delegato; Lucia Bellassai, vice Delegato; don Francesco Antonio Spadola, Ass.te spirituale.
Egregi candidati,
siamo ormai alla vigilia delle elezioni regionali, che hanno visto Voi tutti, in accesa competizione; e noi, cittadini calabresi tutti, nelle condizioni di poter ancora una volta coltivare la speranza di avere un governo regionale seriamente innamorato del vero bene comune, in grado di prendersi cura responsabilmente ed efficacemente della Calabria. In questo momento, in questi ultimi giorni ormai di campagna elettorale, desideriamo farVi pervenire un appello che possa ricordarVi i bisogni della gente che ritenete di poter rappresentare, in caso di vittoria nella prossima competizione elettorale.
Vi appaia ormai chiaro e netto il bisogno avvertito dai calabresi di uscire dal dominio soffocante cui la terra di Calabria è stata piegata dalle suddette connivenze e dall’inenarrabile prostituzione della politica alla ‘ndrangheta.
I calabresi sono stanchi di leggere sulla stampa di inchieste e arresti legati alla rete fitta di rapporti tra ‘ndrangheta, mondo della politica, mondo delle professioni, situazione questa, certamente drammatica e che è ancora più drammatica per la relazione che riguarda il rapporto tra politici eletti rivelatisi corrotti e cittadini votanti rivelatisi corruttori e la responsabilità di questi ultimi ed essa è pari, se non addirittura maggiore, di quella dei corrotti.
Chiediamo, dunque con forza, che il nuovo Governo regionale instauri in primis un clima di rispetto delle norme dando per primo, nello svolgimento della sua funzione esecutiva, l’esempio di adesione a quanto esse stabiliscono. Solo se tale adesione sarà visibile nelle istituzioni che maggiormente sono rappresentative della Regione, si potranno porre le condizioni perché i calabresi e la Calabria abbiano la speranza di un futuro fatto di lavoro onesto, retribuito in modo regolare, in grado di poter sfruttare le risorse di cui la regione è stata dotata naturalmente, senza che esse rischino di venire deturpate nella gestione poco trasparente di alcune filiere lavorative.
Solo se tale adesione sarà visibile i calabresi potranno sperare di restare in Calabria e di non dover emigrare per sopravvivere. Lo smantellamento di certe altre filiere lavorative, smontate nella nostra terra per essere rimontate altrove, quasi sempre al Nord, ci condanna già a dover seguire il lavoro, lasciando qui solo i ricordi e gli anziani. Solo se tale adesione si farà visibile si potrà avere la ragionevole certezza di costruire nuove strade, rinnovare la rete ferroviaria attuale con l’alta velocità e portare fuori dall’isolamento la Calabria, specialmente nel litorale jonico che versa in condizioni di abbandono e di esclusione dalla vita nazionale.
Solo se tale adesione sarà visibile si potrà rendere la Calabria davvero allettante perché imprenditori provenienti da altri luoghi d’Italia o del mondo decidano, sicuri di non essere stritolati dal pizzo e dal malaffare, di venire ad investire nella nostra regione.
Ci preme ricordare il prioritario bisogno di salute di noi cittadini calabresi, mortificati nella possibilità di aver garantito il diritto ad essere curati nella nostra stessa terra e senza la necessità di affrontare i cosiddetti “viaggi della speranza” (nel caso in cui ci sia ancora il tempo per farli …). Sicuramente non mancano da noi le intelligenze necessarie ad assicurare l’effettività di tale diritto. È noto a tutti che in moltissimi ospedali italiani primeggiano medici calabresi, i quali non riescono ad emergere a sufficienza in Calabria per difficoltà organizzative e per effetto di un vecchio e nuovo clientelismo che hanno determinato la sistemazione nei posti pubblici del settore sanitario di personale mediocre, dal quale chi ne ha garantito l’assunzione non si farebbe mai curare sapendo di poter contare su disponibilità economiche idonee a garantirgli un’assistenza medica in luoghi dove abita il merito e non il clientelismo.
Ciò viene richiesto anche a chi sarà eletto ma in minoranza e all’opposizione. Va, infatti, superata “la logica della rissa” che anima molte amministrazioni nelle quali succede che, invece di esser orientati al perseguimento del bene comune, si continui in un clima di perenne aria di campagna elettorale l’esercizio della guerra a discapito della soluzione dei problemi che continuano a restare insoluti e ad infiacchire territori già poveri. Occorre fare fronte comune per il bene della Calabria, aprirsi al confronto e al dialogo con le forze sociali, con le associazioni, con i cittadini che si sono allontanati dalle istituzioni delle quali non hanno più fiducia.
L’efficacia della rappresentatività di ogni consigliere dipende dalla capacità di restare aderenti alle regole ma al contempo di essere in grado di vedere prima degli elettori e degli altri competitori la soluzione ai problemi della comunità calabrese in termini di efficacia, giustizia e bellezza.
Vorremmo infatti che questa nostra terra già naturalmente bellissima potesse continuare a vivere nella normalità che il ciclo vitale fisiologico prevede e che non si trasformasse in un ospizio.
A tutti, principalmente ai più giovani, dovrebbero essere garantiti crescita, sviluppo, libertà nella scelta di restare o di andare via.
Perché di scelta si dovrà trattare e non di un obbligo. Solo uno sguardo lungimirante e non piegato sui propri interessi, solo un’intelligenza acuta e in grado di stringere relazioni sapienti e produttive di bene con forze buone, solo una capacità di reinventarsi l’uso delle risorse che già abbiamo, solo questo potrà darci il meglio che vorremmo.
Non vogliamo più le solite promesse elettorali, vogliamo proposte concrete, realmente fattibili e non i soliti libri dei sogni che ad ogni campagna elettorale ci vengono propinati e che ogni volta rimangono irrealizzati e raccogliamo solo delusioni.
Vogliamo che la politica torni ad essere tale, nel vero senso della parola, cioè quella che nasce dall’uomo e si rivolge all’uomo per realizzare il bene comune, la qualità della vita di ogni essere umano, un bene che, essendo comune, non è di alcuni, ma universale. “Il bene comune – ha affermato Giovanni Paolo II – per essere veramente comune, deve essere in rapporto diretto con l’intera società”. Il bene di tutti e quello di ciascuno si determinano l’un l’altro senza assorbirsi. Per realizzarsi il bene comune bisogna tenere presenti i principi di sussidiarietà e di solidarietà.
E solo se Voi saprete darci prova di essere attrezzati per fare tutto questo e non di svolgere un ruolo esecutorio di cose decise da altri per gli interessi di lobbies palesi o oscure (o, addirittura, in clandestinità e nell’illegalità), noi potremo accordarVi la nostra fiducia.
Infine, un appello agli elettori calabresi, il voto è importante, il voto è un diritto conquistato attraverso molte lotte. Tantissimi italiani si disinteressano della politica per noia, sfiducia e stanchezza. La metà di essi non vota in quanto lo ritiene un esercizio inutile. Se però non si partecipa alla votazione non bisogna lamentarsi in seguito; bisogna sempre essere attori principali quando si tratta di migliorare il proprio Paese. L’astensione dal voto vuol dire far mancare alla collettività la propria opinione e far decidere agli altri.
Chi non combatte ha perso in partenza, l’astensionismo non è il giusto modo di protestare, occorre votare con piena consapevolezza della lista e del candidato cui diamo la preferenza, votiamo candidati e candidate, seri, onesti, persone che hanno data prova di amare questa terra senza interessi personali e, per fortuna di queste persone ve ne sono diverse; non votiamo per semplice richiesta di amici, conoscenti, votiamo pensando al futuro di questa terra e dei nostri figli e i giovani votino non influenzati da fatue promesse, ma scegliendo con convinzione le persone giuste.
Solo così potremo veramente sperare di voltare pagina!
MEIC Calabria