UNICAL: il prof. Rubino eletto Capo del Dipartimento di Scienze giuridiche e aziendali
La guerra antica
È pazzesca, una vera atrocità, la recrudescenza del conflitto arabo israeliano. È inconcepibile, peraltro, che con tutto ciò che succede intorno a noi, continuiamo a sentirci tranquilli e protetti dai pur stretti confini territoriali del nostro piccolo mondo. E reagiamo solo nel timore che possa essere violata la sua sicurezza e, di conseguenza, la nostra e irreattivi invece a tutto ciò che avviene fuori dalle nostre “mura” considerandolo lontano da noi. E sarà proprio questa irrazionale, egoistica e fallace tranquillità che non fa alzare nessuna voce a disdoro, ché parli e si indigni di fronte all’offesa che fatta a uno o a pochi, riguarda, invece, tutti quanti noi?. Ed è possibile che ciò accada in un mondo oramai interamente globalizzato? Dovremmo essere sdegnati e preoccupati di fronte alla ripresa violenta di una guerra dove niente avviene ad armi pari .
Una storia infinita quella della disputa israelo- palestinese. Una Storia che si perde quasi nella notte dei tempi, e di cui oggi molti non ricordano più neanche come essa è cominciata, il perché e le ragioni di ambo le parti. E quand’anche ce ne fossero di ragioni -le guerre sono sempre irragionevoli-, sarebbero mai tali da giustificare il bagno di sangue e la perdita di vite umane ?
Una terra, la Palestina, contesa e pretesa da entrambi i contendenti, con torto o ragione, e che costa al popolo palestinese un azzeramento sistematico della sua popolazione oramai sparsa per il mondo, e una riduzione, un confinamento ed un accerchiamento, con conseguente ulteriore impoverimento e sofferenze di vario genere per quei pochi rimasti e resistenti, che continuano a rivendicare il loro diritto di esserci e di restare. La Casa Comune tanto vagheggiata è finita col diventare solo il terreno comune di scontro dove la guerra consente ogni possibile e inimmaginabile violenza e dove è sempre più evidente il carattere disumano di questa “Umanità”. Leggo sui giornali di oggi, da un sondaggio effettuato, il rifiuto, non da una sola parte, a che venga ripresa la battaglia per lo Ius Soli. Diritto negato anche questo.
Ed è incomprensibile che chi nasce su una nave acquista la territorialità della nazione cui appartiene la nave e chi nasce invece sul suolo di una nazione, no. Quale il frutto di tanta stoltezza? L’ incapacità forse di guardare lontano e capire e leggere ciò che cambia e si muove su questo nostro Pianeta? E se così, quale il nostro Futuro?
Maria Rosalba Di Tolla – presidente Consolidal Sezione Basilicata