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L’esercito del Myanmar prende il potere nel paese e dichiara lo stato di emergenza: agli arresti il primo ministro Aung San Suu Kyi
I militari hanno dichiarato lunedì lo stato di emergenza in Myanmar, della durata di un anno.
L’annuncio dell’esercito è arrivato poco dopo l’arresto del primo ministro Aung San Suu Kyi, del presidente del Myanmar Win Mjin e di altri membri di spicco del suo partito al governo Lega nazionale per la democrazia (NLD), nonché di legislatori e membri dei governi regionali, all’inizio la mattina.
Il potere nel paese è stato assunto dal suo comandante in capo, il generale Min Aun Hlain.
Secondo il comunicato dei militari, questo passaggio è stato necessario per mantenere la “stabilità” dello Stato ed a causa della “frode agli elettori” nelle elezioni dell’8 novembre che hanno portato al dominio del partito NLD di Suu Kyi in parlamento.
Nella capitale Nepjito, dove il nuovo parlamento del Myanmar si sarebbe dovuto riunire lunedì nella sua sessione inaugurale, le linee telefoniche e Internet non funzionano e non è possibile contattare la sede della NLD. Secondo la BBC, i soldati stanno prendendo il controllo delle strade della capitale Nepjito e dell’ex capitale Rangoon.
In Myanmar, quasi un decennio fa, è terminato il governo quasi cinquantennale della giunta militare; il Paese è governato da una costituzione proposta dalla giunta nel 2008, che divide il potere tra governo civile e militare.
L’esercito nomina una quota del 25% dei seggi parlamentari ed esercita il controllo diretto sul governo attraverso il suo controllo su alcuni ministeri chiave. I militari possono anche dichiarare lo stato di emergenza.
Le elezioni dell’8 novembre 2020 sono state solo le seconde dalla fine della dittatura militare nel 2011. Tuttavia, l’esercito ha messo in dubbio il loro risultato e ha presentato denunce alla Corte Suprema contro il presidente del paese.
I timori di un colpo di stato militare sono aumentati dopo che il capo di stato maggiore dell’esercito Min Aun Hlain, in una dichiarazione di mercoledì scorso, prospettava la possibile abrogazione della costituzione in determinate circostanze se le leggi non fossero state seguite.
Sabato, tuttavia, i militari avevano negato l’ipotesi di un colpo di stato e accusato i media di distorcere le parole del generale.
Aung San Suu Kyi dichiara, in un comunicato apparso lunedì sulla pagina Facebook , che le azioni dell’esercito sono ingiustificate, contrarie alla costituzione e alla volontà dell’elettorato; invita la popolazione del paese a opporsi al “colpo di stato” di lunedì ed a qualsiasi ritorno a una “dittatura militare”.