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COVID-19: aggiornamento sulla pandemia nel mondo
Le dichiarazioni rilasciate in tv dal dott. Zangrillo, secondo cui il virus ha perso la sua virulenza, ha scatenato reazioni non solo in Italia ma anche nel resto del mondo.
Tra le tante risposte di segno contrario anche quella dell’OMS, che ha ribadito che non c’è nulla che confermi che il nuovo coronavirus sia diventato meno patogeno.
L’Europa, frattanto, sta ritornando alla normalità ed i primi segnali vengono dati dalla riepertura dei luoghi simbolo delle grandi capitali: dal Colosseo di Roma al Gran Bazar di Istanbul, al Museo Guggenheim di Bilbao, così come aveva già fatto nei giorni scorsi Vienna.
Ma anche i bar sono stati riaperti in Finlandia come in Norvegia caffè e ristoranti e nei Paesi Bassi, cinema, teatri; l’Inghilterra ha riaperto, nonostante le critiche, alcune scuole chiuse da metà marzo. La Francia è tornata ormai ad una vita “quasi normale” .
Ciò non deve far dimenticare, però, i terribili numeri causati fin qui dalla pandemia: sono almeno 375.632 le persone decedute in tutto il mondo dal suo esordio a dicembre in Cina.
Più di 6.270.758 casi sono stati diagnosticati in 196 paesi , 2,81 milioni nelle Americhe, 2,15 milioni in Europa, seguno 520.000 in Medio Oriente, 272.000 in Asia orientale, 183.000 in Asia orientale-Pacifico e 104.000 nel continente africano.
Gli Stati Uniti sono il paese più colpito in termini di numero di decessi e casi, con 105.160 decessi per 1.811.357 di casi. Seguono il Regno Unito con 39127 morti, l’Italia (33.475), il Brasile (29.937) e la Francia (28.833).
Giornata fortemente positiva per la Spagna: il Ministero della salute ha riferito che per la prima volta, da quando è scoppiata la crisi di pandemia, nessuna persona è morta con coronavirus nelle ultime 24 ore.
L’America Latina è il continente che, attualmente, presenta maggiori problematiche: supera già un milione di contagi, un sesto del totale mondiale e 51.000 morti.
Brasile, Perù, Cile e Messico i paesi più in difficoltà: oltre ai 526.447 contagi, il Brasile conta circa 30.000 morti; il club di calcio Vasco da Gama, uno dei più importanti del paese, ha annunciato che sedici dei suoi giocatori si sono dimostrati positivi al coronavirus e sono stati allontanati dal gruppo a causa della ripresa dell’allenamento lunedì.
Il Perù riporta circa 170.000 contagii e 4.634 morti; Il Cile 105.000 infetti e oltre 1.100 morti, il Messico circa 90.000 casi ed è vicino a 10.000 morti.