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Il pianeta sconvolto dal coronavirus.Trump: “Le prossime settimane saranno molto dolorose”
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dopo le dichiarazioni un pò avventate delle settimane scorse, preso piena coscienza del pericolo Covid-19 , ha avvertito i suoi concittadini di prepararsi, come l’Europa, ad affrontare settimane “molto, molto dolorose”.
Martedì Trump ha avvertito i suoi connazionali usando toni molto seri: “Voglio che tutti gli americani siano pronti per i difficili giorni a venire”. “Saranno due settimane molto, molto dolorose.”
Anche il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, che aveva iniziaalmente minimizzato la pandemia etichettandola banalmente come “l’influenza”, ha, finalmente, fatto marcia indietro definendola “la più grande sfida della nostra generazione”.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha affermato che la Terra sta vivendo la sua “peggior crisi globale da quando le Nazioni Unite sono state fondate” 75 anni fa.
“I governi, continua Guterres, devono resistere alla tentazione di introdurre politiche protezionistiche; al contrario, è necessario adottare misure per incentivare le economie dei paesi in via di sviluppo e le sanzioni nei confronti di diversi paesi dovrebbero essere revocate per garantire l’accesso al cibo e ai beni essenziali”.
Guterres ha concluso rafforzando il suo messaggio di cooperazione globale: “Ciò di cui il mondo ha bisogno ora è la solidarietà”, con la solidarietà possiamo sconfiggere il virus e costruire un mondo migliore”.
Gli Stati Uniti potrebbero registrare ancora più morti quotidiani rispetto ai tristi record raggiunti dai diversi paesi europei in prima linea da giorni di fronte alla pandemia.
Mercoledì sono stati registrati 4.076 morti, una cifra moltiplicata per due in tre giorni ed oltre il 40% di questi decessi è stato registrato nello Stato di New York.; hanno già superato il bilancio delle vittime raggiunto ufficialmente dalla Cina dove è scoppiata l’epidemia.
Aggghiaccianti le proiezioni che la Casa Bianca ha difffuso: secondo essa, la malattia dovrebbe causare tra le 100.000 e le 240.000 morti negli Stati Uniti con le attuali restrizioni, da 1,5 a 2,2 milioni senza alcuna misura.
New York si è trasformata in un enorme set da film stile “Contagion”: strade deserte e Central Park, attrezzata come un ospedale da guerra, una dozzina di tende sono state montate nel grandissimo parco pronte a ricevere i malati.
Anche a livello globale la crisi sanitaria continua a peggiorare, con oltre 41.000 morti
L’Europa è in pieno marasma da contagio Coronavirus. La preoccupazione cresce in modo esponenziale in Gran Bretagna.
Il Regno Unito ha registrato 381 morti supplementari in un giorno, un record che segna un’accelerazione della pandemia , portando il suo bilancio a 1.789 morti nel paese.
L’ Italia, è il paese ancora con il maggior numero di decessi ( 12.420 in poco più di un mese), anche se le misure prese dal Governo iniziano a produrre risultati “incoraggianti” dopo tre settimane.
La Spagna, con 8.189 morti è il secondo paese al mondo, dopo la nostra Italia, che sta lottando con le unità di terapia intensiva che lavorano al limite delle loro capacità.
Numeri importanti anche per la Francia: quasi 500 pazienti sono morti di coronavirus negli ospedali nelle ultime 24 ore, un altro nuovo aumento record dall’inizio dell’epidemia, che porta il bilancio totale a 3.523 morti.
Sconvolte le abitudini anche dei paesi mediorientali: Riyad martedì ha invitato i musulmani di tutti i paesi a interrompere i preparativi per lo hajj.
Già a marzo, l’Arabia Saudita aveva sospeso l’Umrah, il piccolo pellegrinaggio, temendo che il virus si sarebbe diffuso nelle città sante della Mecca e di Medina.
Questo pellegrinaggio, che ha attratto 2,5 milioni di fedeli nel 2019, è un’importante fonte di reddito per il regno, ma sarebbe stato un luogo privilegiato di contaminazione per via della presenza di una folla immensa.
Le autorità saudite non hanno ancora indicato se manterranno o meno lo hajj, che dovrebbe iniziare alla fine di luglio di quest’anno.
Attualmente, per frenare la diffusione della pandemia, oltre 3,6 miliardi di persone, ovvero il 46,5% della popolazione mondiale, sono costrette, dalle loro autorità, a rimanere a casa.