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Il vulcano Stromboli in stato di apparente instabilità, non si escludono altre esplosioni
Il vulcano Stromboli ha fatto parlare di sé per per la forte eruzione dello scorso 3 luglio che ha provocato la morte di un escurzionista e determinato l’evacuazione di molte persone. Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) in seguito a quegli eventi il cratere siciliano si è “mantenuto in stato di apparente instabilità”. Dopo quanto accaduto oltre un mese fa, con un’eruzione tra le più intense da quando è iniziato il monitoraggio del vulcano nel 1985, gli esperti sottolineano che non si possono escludere future esplosioni di questo tipo, perché “lo Stromboli è un vulcano in attività persistente e ciò determina la presenza di un rischio vulcanico costante”: lo ha spiegato Eugenio Privitera, direttore dell’Osservatorio etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) in un video sul sito dell’istituto.
Dall’esplosione dello scorso 3 luglio, che è stata tra le più forti registrate dal 1985, ossia da quando è attivo il sistema di monitoraggio del vulcano, “abbiamo assistito anche ad alcune piccole colate laviche per trabocco sulla parte medio-alta della sciara del fuoco – prosegue – e a piccole frane, con il rotolamento di blocchi incandescenti che finiscono in mare”.
Esplosioni come queste, dette parossistiche, sono sporadiche e “non sono prevedibili”, né hanno “fenomeni precursori”.