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Bari: presentato il cartellone della nuova stagione di prosa e danza, riapre il Teatro Piccinni
È stato presentato a Bari, nella sala giunta di Palazzo di Città, il cartellone della nuova stagione comunale di prosa e danza a cura del TPP e dell’assessorato comunale alle Culture che, dopo nove anni, tornerà ad essere ospitata nel Teatro Piccinni.
All’incontro con la stampa sono intervenuti il sindaco Antonio Decaro, l’assessore alle Culture Ines Pierucci, il presidente del Teatro Pubblico Pugliese Giuseppe D’Urso e la responsabile delle attività teatrali del Teatro Pubblico Pugliese Giulia Delli Santi.
“Ci tenevo molto ad essere presente a questo incontro – ha detto Antonio Decaro -. perché per noi questa non è solo la giornata in cui presentiamo la nuova stagione di prosa del Comune di Bari ma è anche l’occasione per comunicare ufficialmente la riapertura del teatro comunale “Niccolò Piccinni”.
Finalmente, a partire da metà dicembre, la prosa ritroverà la propria casa naturale, anche se stiamo lavorando per riaprire il teatro già il 6, giorno di San Nicola, per inserire l’evento nel cartellone del prossimo Natale. I lavori, infatti, sono terminati da tempo e ora stiamo ultimando le procedure per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie.
Fortunatamente in questi anni abbiamo potuto contare sul supporto del Petruzzelli, del Kismet e dell’Abeliano che ci hanno aiutato non solo in relazione alla programmazione artistica ma anche per l’utilizzo degli spazi, ospitando alcuni degli appuntamenti del cartellone comunale. E oggi, nel ringraziarli, sento di poter dire che questa sinergia certamente continuerà nei prossimi anni.
Il teatro Piccinni è il teatro della città di Bari perché è stato attraversato da tutta la nostra storia e per la sua riapertura c’è una grande aspettativa, manifestata – come ricorderete – nel weekend in cui lo aprimmo al pubblico e, nonostante non vi fosse nulla al suo interno, vollero visitarlo 6mila persone. Un giorno emozionante, che testimonia come la città da tempo attenda di rivederlo in funzione. Il mio auspicio è che possa diventare uno dei luoghi principali attraverso i quali diversificare l’offerta culturale cittadina.
Qualche giorno fa ho effettuato un sopralluogo sul cantiere dell’ex Mercato del Pesce, il cui piano terra verrà aperto ad ottobre e, dopo qualche mese, sarà la volta dei piani superiori dove sono previste le sale espositive e la galleria. Una novità importante sarà rappresentata anche dalle sei residenze per artisti che potranno venire a Bari per le loro performance e, magari, lasciare alcune opere a disposizione della città. Sempre ad ottobre dovremmo completare il Museo archeologico. Pertanto d’ora in avanti la sfida principale sarà pensare a come riempire i contenitori di contenuti di qualità e credo che questa nuova stagione di prosa sia un tassello importante dell’intera offerta culturale cittadina. Permettetemi infine di ringraziare Vito Signorile, che oggi è qui con noi, per aver scelto di portare il suo teatro nelle periferie della nostra città: vederlo recitare Dante in una chiesa del San Paolo l’altro giorno è stato molto emozionante”.
“Sono particolarmente felice di presentare da assessore questa nuova stagione di prosa del Comune di Bari – ha commentato Ines Pierucci – non solo perché sono cresciuta nei teatri di questa città da spettatrice, ma anche perché oggi ho l’occasione di ricordare, condividendola, la dichiarazione di un assessore che mi ha preceduto e che, a proposito del Piccini, ha avuto modo di dire “Il Piccinni è il teatro di un capoluogo e di un sud presente e vivo”.
Nel prossimo mese di dicembre, finalmente, il nostro Piccinni, inaugurato la prima volta il 4 ottobre del 1854, viene restituito alla città e torna alla sua vocazione originaria per essere il teatro di tutti, la casa della cultura di Bari.
La stagione comunale 2019-20 è frutto di una programmazione pianificata in sinergia col TPP nel corso della precedente amministrazione, una programmazione che eredito con piacere per il valore delle scelte artistiche e che, al mio arrivo, abbiamo cercato di equilibrare il più possibile nella redistribuzione degli spazi e nelle attività collaterali.
Gli appuntamenti, oltre che al Piccinni, si terranno perciò al Granteatrino, per un evento speciale dedicato alle famiglie, all’Abeliano, al Kismet e al Petruzzelli per continuare a valorizzare le strutture che negli scorsi anni hanno accolto la prosa comunale.
Se dovessi scegliere una parola chiave per rappresentare questa nuova stagione opterei per multidisciplinarietà, perché di fatto si comincia a contaminare il teatro con altre forme d’arte come la scrittura scenica, a partire dai laboratori condotti da Francesco Carofiglio con il quale realizzeremo un percorso di drammaturgia condivisa dal basso, nelle periferie cittadine, per formare il pubblico alla fruizione del teatro.
In cartellone tre esclusive ragionali – “Madre Courage”, “Skianto” e “Poyo Rojo” – e, in prima nazionale, il debutto del Gabbiano “Chayka” di Licia Lanera, un’artista straordinaria che seguo da sempre e di cui apprezzo particolarmente la scelta russa a cui sono legata per formazione. Fuori abbonamento altri appuntamenti importanti con Pif impegnato in un testo di Piccolo e “La nave dolce”, uno spettacolo che ricorda l’arrivo della Vlora nel porto di Bari nel ‘91.
Ciò che sento dire è che continuerà l’impegno di questa amministrazione a condividere la programmazione culturale con le scuole e le diverse realtà territoriali e che resterà alta la nostra attenzione alle periferie con progetti di audience development e guide alla visione”.
“Dopo il saluto a Ines Pierucci e l’augurio per il mandato come sfida culturale, entro nel merito di alcune chicche di questa proposta teatrale e di danza – ha dichiarato Giulia delli Santi -. Essere non solo al Piccinni ma anche in altri teatri, seppure solo per alcuni spettacoli, è stata una volontà precisa. Grande attenzione nella stagione è riservata alle novità internazionali, “Amadeus”, per la regia di Konchalovsky, oppure Un Poyo Rojo, due performativi incredibili che mettono in scena con ironia il corpo e l’amore. La penna di Mattia Torre, morto qualche giorno fa, giovanissimo, per Geppi Cucciari; da sottolineare anche l’attenzione alle regie teatrali, una fra tutte cito Leo Muscato, originario di Martina Franca e ora apprezzato in molti teatri lirici italiani; il ritorno di Ferdinando, di Silvio Orlando, di Pippo Delbono , ancora una volta con uno spettacolo pensato e dedicato per e ad uno dei suoi attori (Bobò, forse uno degli attori più intimamente legato al regista, incontrato 22 anni fa nel manicomio di Aversa, sordomuto e analfabeta). Una stagione straordinaria che in soli cinque giorni di prelazione ha portato la conferma di conferma di 600 abbonati”.
“Ci tenevo ad essere presente in questa occasione per molti motivi – ha concluso Giuseppe d’Urso – intanto per la vicinanza del nostro ente al Comune di Bari dal punto di vista culturale, per le dinamiche che questa Amministrazione riesce ad attivare e perché rappresenta per tutta la regione un vero e proprio laboratorio di idee, di situazioni, luoghi e innovazione, di progettualità per la propria città senza trascurare le periferie, argomento che a me sta molto a cuore. Quando una comunità si riappropria di un luogo del cuore, in questo caso il Teatro Piccinni, l’azione diventa un momento alto, importante per la comunicazione di intenti e di valori tra cittadini. Un fatto significativo che salda i legamenti, la rete con tutti gli altri teatri della città. Così facendo iene affermato il valore educativo del teatro, un momento di crescita, divertimento, di dialogo corale e attento”.
Nell’occasione l’assessore regionale all’Industria turistica e culturale Loredana Capone ha voluto inviare un videomessaggio di auguri.
Ecco di seguito il cartellone:
TEATRO PUBBLICO PUGLIESE
Stagione Teatrale di Bari 2019_20
CASA DI PULCINELLA/EVENTO SPECIALE FAMIGLIE – fuori abbonamento
30 novembre 2019
Mimmo Cuticchio
A SINGOLAR TENZONE
cunto di e con Mimmo Cuticchio
Il ritmo sincopato del cunto, di origine misteriosa e antichissima, scandisce l’epopea per voce sola che Mimmo Cuticchio, il maggiore puparo e cuntastorie del nostro tempo, porta nelle piazze e nei teatri del mondo. Un colpo del piede sulla pedana, un gesto imperioso della spada ricevuta come eredità iniziatica dal maestro Peppino Celano, e la voce possente di Cuticchio chiama a raccolta intorno alle avventure cavalleresche di Orlando e dei Paladini di Francia, che per secoli i giullari cantarono lungo le strade d’Europa, tessendo un tappeto coloritissimo di immagini con le scarne formule della tradizione orale. Un fastoso teatro della memoria si spalanca nel breve recinto del cunto, in cui «ricordare» significa di nuovo, secondo l’etimologia cara al Medio Evo, «rimpatriare nel cuore».
NUOVO TEATRO ABELIANO – esclusiva regionale
Dal 12 al 17 novembre 2019
Società per Attori, Fondazione Teatro Metastasio di Prato
Maria Paiato
MADRE COURAGE E I SUOI FIGLI
di Bertolt Brecht
traduzione di Roberto Menin
con Mauro Marino, Giovanni Ludeno, Andrea Paolotti, Roberto Pappalardo, Anna Rita Vitolo, Tito Vittori, Mario Autore, Ludovica D’Auria, Francesco Del Gaudio
musica Paul Dessau
scene Luigi Ferrigno
costumi Teresa Acone
light designer Michelangelo Vitullo
sound designer Massimiliano Tettoni
luci Michele Lavanga
fonica Riccardo Cipriani
drammaturgia musicale e regia PAOLO COLETTA
Brecht scrisse il testo quando era già in esilio nel 1938 alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Un’opera di contraddizioni e antinomie, a partire dalla principale: Madre Courage si sforza di proteggere i suoi figli dalla guerra, grazie alla quale lei stessa vive e guadagna, ma li perde inesorabilmente uno dopo l’altro. La donna e il suo carro sono immediatamente emblematici di questa distorsione esclusivamente umana, dove la paura della morte si sconfigge entrando in una economia di morte. Ogni volta che uno dei suoi figli viene a mancare, Madre Courage è sempre occupata nei suoi affari e nei suoi commerci. Nel testo c’è un valore quasi profetico: Brecht, nutrito anche dai ricordi della Grande Guerra, compone
un’opera definitiva sulle guerre di tutti i tempi, rimandandoci all’idea dell’apocalisse.
Recuperando ed elaborando i materiali riguardanti la composita partitura di Madre Courage e i suoi figli a partire dall’edizione del 1941, comprese le fonti che hanno ispirato i temi principali e le nove canzoni previste dal testo, Paolo Coletta dirige Maria Paiato in una nuova versione del capolavoro brechtiano dalle forti componenti musicali, dove parola, corpo e musica si fondono per ritrarre un’umanità che somiglia così tanto al nostro presente.
TEATRO PETRUZZELLI – prima nazionale
29 -30 novembre 2019
Compagnia Licia Lanera
Licia Lanera
GUARDA COME NEVICA
- IL GABBIANO
di Anton Čechov
con Vittorio Continelli, Mino Decataldo, Alessandra Di Lernia, Jozef Gjura, Marco Grossi, Licia Lanera, Fabio Mascagni, Giulia Mazzarino
luci Vincent Longuemare
musiche originali Qzerty
regia e spazio LICIA LANERA
La regista e attrice Licia Lanera dirige un cast di attori per mettere in scena un grande classico della letteratura mondiale. Se in Cuore di cane, il primo episodio della trilogia su testi e autori russi Guarda come nevica, lo stile surreale di Bulgakov denuncia una società in delirio, Čechov ne Il Gabbiano racconta il malessere sociale attraverso la disperazione di uomini “piccoli piccoli” trapiantati in campagna. I fallimenti continui – che si consumano nelle case e non lasciano traccia nella storia – la paura della vecchiaia, della solitudine, sono tragedie private che tutt’ora ci appartengano.
“Per la prima volta faccio un classico, una regia da adulta, mi appresto a diventare grande a tutti gli effetti. E lavoro con otto attori! Inevitabile la riflessione su di me come donna e come artista. E quale commedia migliore per riflettere sul ruolo stesso che il teatro ha nella mia vita, in quella degli uomini, nella storia? Quale migliore occasione per parlare della vita che schianta i nostri sogni giovanili e ci fa diventare diversi da quello che pensavamo che saremmo diventati, quale testo migliore per parlare di grandi attrici dalla vita disastrata, scrittori senza carattere, giovani drammaturghi disperati e giovani attrici disilluse? [Licia Lanera]
TEATRO PICCINNI
Dal 12 al 15 dicembre 2019
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
Isa Danieli, Giuliana De Sio
LE SIGNORINE
di Gianni Clementi
la voce del mago Sergio Rubini
scene Carmelo Giammello
Costumi Chiara Aversano
Luci Luigi Biondi
regia PIERPAOLO SEPE
Due sorelle zitelle, offese da una natura ingenerosa, trascorrono la propria esistenza in un continuo e scoppiettante scambio di accuse reciproche. È in una piccola storica merceria in un vicolo di Napoli, ormai circondata da empori cinesi e fast food mediorientali, che Addolorata e Rosaria passano gran parte della loro giornata, per poi tornare nel loro modesto, ma dignitoso appartamento poco lontano. Una vita scandita dalla monotona, ma rassicurante ripetizione degli avvenimenti.
Costrette a una faticosa convivenza, le due ‘signorine’, ormai ben oltre l’età da matrimonio, non possono neanche contare su una vita privata a distrarle da quella familiare. Rosaria domina e Addolorata, a malincuore, subisce. Ma proprio quando le due sorelle sembrano destinate a questo gioco delle parti, un inaspettato incidente capovolgerà le loro sorti, offrendo finalmente ad Addolorata l’occasione di mettere in atto una vendetta covata da troppi anni … Le Signorine è una commedia che sa sfruttare abilmente la comicità che si cela dietro al tragico quotidiano, soprattutto grazie a due formidabili attrici del nostro teatro, che trasformano i litigi e le miserie delle due sorelle, in occasioni continue di gag e di risate.
TEATRO KISMET – esclusiva regionale
29-30 dicembre 2019
Un Poyo Rojo/T4
UN POYO ROJO
performers Alfonso Barón, Luciano Rosso
coreografia LUCIANO ROSSO, NICOLÁS POGGI
regia HERMES GAIDO
Nello spogliatoio di una palestra, due uomini si scrutano, si squadrano, si provocano, si affrontano tentando di sedursi in una stupefacente danza acrobatica. Un interessante incrocio tra danza, sport e sessualità. Un lavoro che, basandosi sul linguaggio del corpo, esplora il mondo contemporaneo attraverso il movimento e le sue interpretazioni. Una provocazione, un invito a ridere di noi stessi, e al allo stesso tempo, a riconoscere la nostra totalità. Un Poyo Rojo, mescola acrobazie e comicità ed esplorando tutto il ventaglio delle possibilità fisiche e spirituali dell’essere umano. Lo spettacolo ha registrato il tutto esaurito sia in Argentina che in Europa.
TEATRO PICCINNI / DAB Kids – fuori abbonamento
domenica 5 gennaio 2020 ore 18.00
Equilibrio Dinamico
ANASTASIA
e la maledizione dei Romanov
cast danzatori compagnia Equilibrio Dinamico
disegno luci Roberto Colabufo
costumi Franco Colamorea
consulenza musicale Vito Causarano
organizzazione Vincenzo Losito
concept e coreografie ROBERTA FERRARA
con il supporto di Comune di Bari e Teatro Pubblico
Dopo il riallestimento del celebre racconto Lo Schiaccianoci e il re dei topi, la Compagnia Equilibrio Dinamico si confronta con un altro classico, passato alla storia per il cartoon targato Fox che tra realtà storico – letteraria e leggenda ha cercato di donare un happy ending ad un delle vicende più misteriose e tutt’oggi ricordate della storia russa: Anastasia, l’ultima dei Romanov.
Siamo nel 1916, trecentesimo anno dalla salita al potere della famiglia Romanov. In occasione di questo grande traguardo, lo zar organizza un ballo al Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo. Nella stessa sera l’imperatrice madre fa un dono alla sua piccola nipote, Anastasia: le regala un carillon con su inciso “insieme a Parigi”. Purtroppo l’evento viene interrotto bruscamente dallo stregone Rasputin, un vecchio monaco che anni addietro aveva venduto la propria anima al demonio in cambio di miseri poteri magici. I Romanov rifiutano il monaco e questo lancia una maledizione sulla famiglia, secondo la quale tutti i membri sarebbero morti entro quindici giorni. Questo evento segna l’inizio della Rivoluzione Russa e nel caos Anastasia e sua nonna riescono ad essere salvate da un giovane ragazzo, Dimitri, che aiuta le due donne a scappare. Nella foga, però, Anastasia cade e sbatte la testa su una pietra, perdendo la memoria. La storia si sposta poi nel 1927, quando l’imperatrice, andata in esilio, offre una cospicua ricompensa a chi le riporterà sua nipote. Anastasia nel frattempo è cresciuta come un’orfana dal nome Anya e – una volta uscita dal convento dove ha alloggiato per dieci anni – cerca un modo per arrivare a Parigi. Qui incontra due mascalzoni – Dimitri e Vladimir – che affronteranno con lei il fatidico viaggio verso la capitale francese.
TEATRO PICCINNI / DAB 20_DanzaABari 2020
8 gennaio 2020
Balletto di Roma
IO, DON CHISCIOTTE
musiche di Ludwig Minkus e AA.VV.
con i danzatori del BALLETTO DI ROMA
coreografia e regia di FABRIZIO MONTEVERDE
Il Balletto di Roma, la storica compagnia fondata da Franca Bartolomei e Walter Zappolini, si affaccia al 2020 – anno del 60° anniversario dalla fondazione – con il debutto di una nuova produzione firmata dal coreografo più applaudito d’Italia: Fabrizio Monteverde. Questa volta, il talentuoso autore si riaffaccia sulla scena, con la rilettura di un’altra pagina della letteratura mondiale, Don Chisciotte della Mancia, il capolavoro di Miguel de Cervantes. In questa versione coreografica il protagonista non smette di incarnare la doppiezza, la “con-fusione” degli opposti. Al centro della scena, senza un significato presunto univoco, ci sono i rottami di una macchina abbandonata, cavallo da corsa dei nostri giorni, simbolo di un mondo in trasformazione continua. Sempre in bilico tra intenzioni logiche, razionali, ben espresse e azioni assurde, temerarie, Don Chisciotte, con il suo sguardo strabico sulla realtà, conquista la gloria attraverso avventure sconnesse e poco calcolate, imponendo la propria illusione sulla realtà con eroico sprezzo del ridicolo: elemento disturbante e artefice del caos, in fondo ci dimostra che ogni cosa, ogni persona è sempre altro da quello che dice di essere.
TEATRO KISMET – esclusiva regionale
11 – 12 gennaio 2020
Teatro Franco Parenti / Teatro Stabile dell’Umbria
Filippo Timi
SKIANTO
luci Gigi Saccomandi
costumi Fabio Zambernardi
uno spettacolo di e con FILIPPO TIMI
Una favola amara, un testo spiazzante che mescola rabbia e dolore ad una esilarante ironia-pop. Sul palco un anticonvenzionale, istrionico e intimo Filippo Timi. «Una sarabanda di lampi immaginifici e sferzate emotive invade la scena mescolando nell’ impasto dolce di una favola pop l’irrefrenabile ricerca di un’identità fuori dalla “handicappitudine”.» «Skianto è la bocca murata. È il racconto di un ragazzo disabile che ha il cancello sbarrato. Io spalanco quella bocca in un urlo di Munch. Gli esseri umani sono disabili alla vita. E siamo tutti un po’ storti se ci confrontiamo alla grandezza della Natura. Esiste una disabilità non conclamata che è l’isolamento, l’incapacità di fare uscire le voci.» [Filippo Timi]
TEATRO PICCINNI
Dal 16 al 19 gennaio 2020
GITIESSE Artisti Riuniti
Geppy Gleijeses, Lorenzo Gleijeses
AMADEUS
di Peter Shaffer
traduzione Masolino D’Amico
con Giulio Farnese, Gianluca Ferrato, Giuseppe Bisogno, Roberta Lucca, Elisabetta Mirra, Agostino Pannone, Brunella De Feudis
regia ANDREI KONCHALOVSKY
Amadeus è la storia di una feroce gelosia. Il dramma, ambientato alla fine del 700, racconta il presunto tentativo, senza fondamento storico, del compositore italiano Antonio Salieri di distruggere la reputazione dell’odiato avversario Wolfgang Amadeus Mozart. Per l’ultima rielaborazione della leggenda romantica già raccolta da Puskin e messa in musica da Nikolaj Rimskij-Korsalkov, secondo la quale Wolfgang Amadeus Mozart, artista puro, genio innato, era stato vittima del geloso Antonio Salieri, Peter Shaffer ha fatto del musicista italiano non tanto un rivale del giovane salisburghese, almeno per quanto riguarda il successo, quanto piuttosto un moralista che possiede lo sterile talento del critico. Salieri ha infatti promesso a Dio una vita intemerata in cambio dell’eccellenza musicale, ma il suo mondo crolla davanti alla scoperta dei doni che sono stati concessi a una creatura in apparenza turpe e lasciva, doni della cui portata egli è il solo a rendersi conto. Il suo gesto vuole essere pertanto una sorta di grandiosa vendetta privata contro Dio che si è preso beffe di lui, ma neanche compiendola riuscirà a passare alla Storia.
TEATRO PICCINNI / DAB 20_DanzaABari 2020
23 gennaio 2020
Dance Haus Più
BALLADE
preghiera profana
musiche originali composte ed eseguite dal vivo al pianoforte Cesare Picco
parole e voce Claudio Delì Santarelli
con Davide Boi, Chetan Chauhan, Fabrizio Calanna, Fabio Calvisi, Cristian Cucco, Mario Giallanza, Marco Labellarte, Alessandro Lely, Giovanni Leone, Giuseppe Morello, Simone Paris, Matteo Vignali
assistente di compagnia Arianna Guaglione
luci Matteo Bittante
suono Daniele Valentini
musiche originali eseguite dal vivo di CESARE PICCO
coreografia e regia di SUSANNA BELTRAMI
Un vagabondaggio solitario nella periferia cittadina, una ballata, un incedere ebbro che si fa corsa disperata, urlo che squarcia la notte piovosa. Una riscrittura originale in chiave “street-romantic” a partire da La notte poco prima della foresta di B. M. Koltès. Un incontro tra coreografia, corporeità, parola e suono per intonare il canto dell’uomo Koltès che si sta avvicinando inesorabile alla fine della propria vita. Il canto di tutti coloro che sono stati relegati ai margini, in quello spazio “poco prima di” che è luogo fisico e esistenziale. [Susanna Beltrami]
TEATRO PICCINNI- fuori abbonamento
26 gennaio 2020
ITC2000
Francesco Piccolo, Pif
MOMENTI DI TRASCURABILE( IN) FELICITÀ
e la partecipazione speciale di PIF
di e con FRANCESCO PICCOLO
Momenti di trascurabile (In)felicità torna nel 2020 dopo una bella e appassionante tournée che lo ha portato nei teatri italiani nella prima metà del 2018 e del 2019.
Francesco Piccolo sarà accompagnato da un ospite speciale per compiere un tratto di strada insieme tra momenti di trascurabile felicità e infelicità: Pierfrancesco Diliberto in arte Pif già protagonista dell’omonimo film diretto da Daniele Luchetti e scritto a quattro mani da Luchetti e Piccolo.
Lo spettacolo racconta e descrive quei momenti felici ed infelici dell’esistenza quotidiana sui quali non abbiamo il tempo o la pazienza di soffermarci. Francesco Piccolo, con la partecipazione di Pif, lo ha fatto dando vita ad un “catalogo” di eventi trascurabili ma piantati nella vita di ognuno, che fanno sempre dire a chi sta in platea: “è vero, è successo anche a me”. Momenti di trascurabile (in)felicità rappresenta un’occasione per far “parlare” due libri di grande successo Momenti di trascurabile felicità (2010) e Momenti di trascurabile infelicità (2015) attraverso la viva voce del loro autore Francesco Piccolo scrittore, sceneggiatore e autore televisivo tra i più poliedrici del panorama italiano.
TEATRO PICCINNI
Dal 30 gennaio al 2 febbraio 2020
Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo// Fondazione Teatro Della Toscana
Francesco Pannofino, Paola Minaccioni, Arturo Muselli, Giorgio Marchesi
MINE VAGANTI
Cast in definizione
Un spettacolo di FERZAN OZPETEK
Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici. Il giovane Tommaso torna nella grande casa di famiglia a Lecce con l’intenzione di comunicare al variegato clan dei parenti chi veramente è; un omosessuale con ambizioni letterarie e non un bravo studente di economia fuori sede come tutti credono. Ma la sua rivelazione viene bruciata sul tempo da una rivelazione ancora più inattesa e scioccante del fratello Antonio. Tommaso è costretto a fermarsi a Lecce, rivedere i suoi piani e lottare per la verità, contro un mondo famigliare pieno di contraddizioni e segreti.
TEATRO PICCINNI
Dal 6 al 9 febbraio 2020
ITC2000
Geppi Cucciari
PERFETTA
Assistente alla Regia Giulia Dietrich
Musiche originali Paolo Fresu
Costumi Antonio Marras
Disegno luci Luca Barbatitesti
Testi e regia MATTIA TORRE
Perfetta è un monologo teatrale che racconta un mese di vita di una donna attraverso le quattro fasi del ciclo femminile. Una donna che conduce una vita regolare, scandita da abitudini che si ripetono ogni giorno, e che come tutti noi lotta nel mondo. Ma è una donna, e il suo corpo è una macchina faticosa e perfetta che la costringe a dei cicli, di cui gli uomini sanno pochissimo e di cui persino molte donne non sono così consapevoli. “Perfetta” è la radiografia sociale ed emotiva, fisica, di 28 comici e disperati giorni della sua vita.
TEATRO PICCINNI – fuori abbonamento
15 febbraio 2020
Tib Teatro
Massimiliano Di Corato
LA NAVE DOLCE
Scene Bruno Soriato
Aiuto regia Vassilij Gianmaria Mangheras
Disegno luci e suono Paolo Pellicciari
drammaturgia e regia DANIELA NICOSIA
8 agosto 1991, nel porto di Bari, attracca la nave Vlora carica di ventimila albanesi. 20.000 persone che arrivano, in un sol colpo, sono un paese intero. E un paese intero non lo si può rispedire a casa come fosse un pacco mal recapitato. Da un lato le autorità governative che vogliono quei ventimila, rinchiusi, tutti insieme, nello stadio cittadino trasformato da luogo di incontro in anfiteatro di una assurda lotta per la sopravvivenza, mentre gli elicotteri controllano dall’alto. Dall’altro la comunità di Bari, che accoglie anche a suon di paste al forno e focacce raccolte tra le famiglie! Questa storia ritrova oggi piena attualità. È una storia che parla di mare e di una nave presa d’assalto. È una storia di fuga e sogni. È una storia di desideri e pulsioni di libertà. È una storia che vive ancora sulla pelle di chi l’ha vissuta. È una storia di integrazione e incontro. È una storia intessuta di storie. È una storia che non è finita. Una storia che vuole ancora essere raccontata.
TEATRO PICCINNI
Da 20 al 23 febbraio 2020
Cardellino srl
Silvio Orlando
SI NOTA ALL’IMBRUNIRE
(Solitudine da paese spopolato)
di Lucia Calamaro
con (in o.a.): Vincenzo Nemolato, Roberto Nobile, Alice Redini, Maria Laura Rondanini
scene Roberto Crea
costumi Ornella e Marina Campanale
luci Umile Vainieri
regia LUCIA CALAMARO
I figli Alice, Riccardo e Maria sono arrivati la sera prima. Il fratello maggiore Roberto anche. Un fine settimana nella casa di campagna di Silvio, all’inizio del villaggio spopolato dove vive da solo da tre anni. Silvio ha acquisito, nella solitudine, un buon numero di manie, la più grave di tutte: non vuole più camminare. Non si vuole alzare. Vuole stare e vivere seduto il più possibile. E da solo. Si tratta, per i figli che finora non se ne erano preoccupati troppo, di decidere che fare, come occuparsene, come smuoverlo da questa posizione che è una metafora del suo stato mentale : che è quella di un uomo che vive accanto all’esistenza e non più dentro la realtà. Emergono qua e là empatie, distanze e rese dei conti. I familiari di Silvio sono venuti a trovarlo per la messa dei dieci anni dalla morte della moglie… C ‘è da commemorare, da dire, da concertare discorsi. Certo è che, preda del suo isolamento, nella testa di Silvio si installa una certa confusione tra desideri e realtà, senza nessuno che lo smentisca nel quotidiano, la vita può essere esattamente come uno decide che sia. Fino a un certo punto.
TEATRO PICCINNI / DAB 20_DanzaABari 2020
in collaborazione con Camerata Musicale Barese
29 febbraio 2020
Fondazione Nazionale della Danza / AterBalletto
DREAMERS
cloud|materia – coreografia PHILIPPE KRATZ
Traces – coreografia RIHOKO SATO
Secus – coreografia OHAD NAHARIN
Dreamers è un trittico che rappresenta perfettamente questa fase di lavoro della Fondazione Nazionale della Danza, impegnata nell’esplorazione di universi coreografici e culturali quasi all’opposto tra loro sul piano espressivo, ma accomunati da una profonda sensibilità umana. In Dreamers spiccano le illustri firme di Ohad Naharin, il coreografo di Batsheva, e di Rihoko Sato, musa e interprete preferita di Saburo Teshigawara; accanto a loro Philippe Kratz, coreografo e danzatore di Aterballetto. Un’occasione unica per ammirare la compagnia attraverso sfumature in contrasto: dall’approccio fisico e razionale di Philippe Kratz, allo stile sofisticato e leggero della giapponese Rihoko Sato, fino al vigoroso rituale di Ohad Naharin. Ed è il frutto di una coproduzione internazionale, che ci associa a Festival Oriente Occidente di Rovereto, Les Halles de Schaerbeek di Bruxelles e Malraux scène nationale di Chambéry in Francia.
TEATRO PICCINNI
Dal 5 all’8 marzo 2020
Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Verona
Eros Pagni, Gaia Aprea, Anita Bartolucci
SALOMÈ
di Oscar Wilde
traduzione Gianni Garrera
con Alessandro Balletta, Silvia Biancalana, Paolo Cresta, Gianluca Musiu, Alessandra Pacifico Griffini, Giacinto Palmarini, Carlo Sciaccaluga, Francesco Scolaro, Paolo Serra, Enzo Turrin
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
disegno luci Gigi Saccomandi musiche Ran Bagno
coreografie e aiuto regia Alessandra Panzavolta
installazioni video Alessandro Papa
adattamento e regia LUCA DE FUSCO
Poche volte si verifica un caso di un titolo tanto noto quanto poco rappresentato. Salomè è un grande archetipo, un simbolo eterno di amore e morte ma la sua versione lirica è comunemente rappresentata mentre il capolavoro di Wilde sembra destinato più alla lettura che alla rappresentazione. In effetti i registri che Wilde usa oscillano tra il drammatico, l’ironico, l’erotico, il grottesco in una miscela che è effettivamente molto ambigua e di difficile rappresentazione. Perché allora affrontare una sfida così difficile? Innanzitutto, appunto, per il gusto delle sfide. È poi nota la mia passione per le contaminazioni tra teatro, danza, musica, cinema. Salomè, con la sua luna piena incombente e allucinata, con la sua danza dei sette veli, sembra quindi un testo ideale per questo teatro “spurio” che prediligo da molto tempo. [Luca De Fusco]
TEATRO PICCINNI
Dal 12 al 15 marzo 2020
Emilia Romagna Teatro Fondazione / Teatro Nazionale, Théâtre de Liège, Le Manège Maubeuge – Scène Nationale
Compagnia Pippo Delbono
LA GIOIA
con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante,
Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Zakria Safi, Grazia Spinella e con la voce di Bobò
composizione floreale Thierry Boutemy
musiche di Pippo Delbono, Antoine Bataille, Nicola Toscano e autori vari
luci Orlando Bolognesi
uno spettacolo di PIPPO DELBONO
Questa creazione di Pippo Delbono diventa un cammino verso la “gioia” che prosegue con il suo straordinario gruppo di attori/performer, ancor più dopo il vuoto lasciato dalla scomparsa di Bobò, fedele compagno di scena a partire dal loro incontro avvenuto nel 1995 nel manicomio di Aversa. Fare uno spettacolo sulla gioia vuol dire cercare quella circostanza unica, vuol dire attraversare i sentimenti più estremi, angoscia, felicità, dolore, entusiasmo, per provare a scovare, infine, in un istante, l’esplodere di questa gioia. Gli attori di Delbono salgono così sul palcoscenico uno dopo l’altro e prendono, ognuno con il suo diverso sentire, il pubblico per mano e ne fanno un compagno di viaggio, parte di una comune ricerca inesauribile. Storie personali, maschere, danze, clownerie, memorie sono tutte sfuggenti immagini di persone alla ricerca della gioia. Così, se ogni replica è la tappa di un viaggio, ogni frammento che compone lo spettacolo è un singolo passo. Il viaggio non si arresta mai, così come la girandola caleidoscopica di sentimenti e immagini. Ogni replica regala una sorpresa, a chi decide di mettersi in cammino e seguire il ritmo della compagnia e di questa ricerca infinita della gioia.
TEATRO PICCINNI / DAB 20_DanzaABari 2020
21 marzo 2020
22 marzo 2020– seconda recita fuori abbonamento
ResExtensa
I SOGNI DI LEONARDO
l’uomo che intuì il volo
musiche a cura di ResExtensa
light design Stefano Limone
ideazione e coreografie ELISA BARUCCHIERI
La parola può narrare il genio di Leonardo, il corpo e la luce ne possono evocare la meraviglia. Una meraviglia che sfugge a qualsiasi descrizione verbale. La creatività leonardiana ispira uno spettacolo di forma e luce, movimento e parola, danza tra aria e terra, giochi di luce e proiezioni, per un momento di meraviglia in onore al grande visionario. Nel tentativo di descrivere l’immensa opera di Leonardo, un viaggio attraverso i suoi segni e le sue parole.
TEATRO PICCINNI
Dal 26 al 29 marzo 2020
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia / CTB Centro Teatrale Bresciano / Teatro De Gli Incamminati
Franco Branciaroli
I MISERABILI
di Victor Hugo
con (in o.a.) Alessandro Albertin, Silvia Altrui, Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio,Jacopo Morra, Maria Grazia Plos, Valentina Violo
scene di Domenico Franchi / costumi di Andrea Viotti
luci di Cesare Agoni / musiche di Antonio Di Pofi
adattamento teatrale LUCA DONINELLI
regia FRANCO PERÒ
Pareti mobili sapientemente illuminate ed essenziali elementi scenici sfumano l’una nell’altra le mille ambientazioni di uno dei più grandi romanzi della storia della letteratura, che si “sfoglia” letteralmente sulla scena, davanti agli occhi del pubblico incantato dalla imponente “sinfonia umana” che è I Miserabili di Victor Hugo. Una sinfonia dove ogni nota è fondamentale, ogni personaggio è un mondo e dove – come sottolinea il regista Franco Però – «possiamo leggere la storia della redenzione di un galeotto, il rapporto con il sacro, la Storia, l’amore, la ribellione, l’ingiustizia sociale… “I Miserabili” – aggiunge concordando con il recente parere di un critico francese – è forse il romanzo più famoso che esista in occidente, ma pochissimi lo hanno letto per intero, tanto è imponente. È veramente un fiume in piena: devi gettarti dentro e lasciarti trasportare». Franco Però sceglie dunque un affresco sociale e storico – popolato da figure di grande forza e profondità – indotto, fra le tante ragioni, anche dalla presa di coscienza di un presente in cui è inesorabile il divaricarsi della forbice fra chi è inserito nella società e chi ne rimane invece ai margini.
TEATRO KISMET
4-5 aprile 2020
Teatro Segreto
FERDINANDO
di Annibale Ruccello
con Gea Martire, Chiara Baffi, Fulvio Cauteruccio, Francesco Roccasecca
costumi Carlo Poggioli
consulenza musicale Marco Betta
aiuto regia Rossella Pugliese
organizzazione Sabrina Codato
progetto luci Nadia Baldi
regia NADIA BALDI
Nadia Baldi firma la regia di Ferdinando, il testo forse più famoso di Annibale Ruccello, andato in scena per la prima volta il 28 febbraio 1986. L’opera ha vinto due premi IDI: uno nel 1985 come testo teatrale, il secondo nel 1986 come miglior messinscena. Donna Clotilde, baronessa borbonica, si è rifugiata in una villa della zona vesuviana, scegliendo l’isolamento come segno di disprezzo per la nuova cultura piccolo borghese che si va affermando dopo l’unificazione d’Italia. È con lei una cugina povera, Gesualda, che svolge l’ambiguo ruolo di infermiera/carceriera. I giorni trascorrono uguali, tra pasticche, acque termali, farmaci vari e colloqui con il parroco del paese, Don Catellino, un prete coinvolto in intrallazzi politici. Nulla sembra poter cambiare il corso degli eventi, finché non arriva Ferdinando, un giovane nipote di Donna Clotilde, dalla bellezza “morbosa e strisciante”. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, a mettere a nudo contraddizioni, a disseppellire scomode verità e a spingere un intreccio apparentemente immutabile verso un inarrestabile degrado.
TEATRO PICCINNI
dal 16 al 19 aprile 2020
Goldenart/ Teatro Stabile del Veneto – Teatro Stabile di Bolzano
Alessandro Haber, Alvia Reale
MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE
di Arthur Miller
Traduzione e adattamento di Masolino D’Amico
Con Alberto Onofrietti, Josafat vagni
E con la partecipazione Duccio Camerini, Carlo Ragone, Fabio Mascagni, Beniamino Zannoni, Paolo Gattini, Caterina Paolinelli, Margherita Mannino, Anna Gargano
Scene Andrea Belli Costumi Silvia Aymonino
Disegno luci Alessandro Verazzi
Musiche Daniele D’Angelo
regia LEO MUSCATO
Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller è, senza alcun dubbio, la Grande Commedia Americana, quella che gli americani sentono come più autenticamente “loro”. Perché Il Commesso colpisce così profondamente? Perché è la storia di un sogno; la storia di un piccolo uomo e del suo sogno più grande di lui. Nella fiaba della farfalla e della formica, le simpatie vanno alla farfalla, benché questa venga sconfitta. E Willy Loman, sconfitto alla fine come la farfalla, non ha pazienza. È nato in un paese giovane e impaziente, forse figlio di immigrati; non ha radici, vuole salire nella scala sociale. Sogna a occhi aperti il successo facile, veloce. È un commesso viaggiatore che si guadagna da vivere con la parlantina, e ha allevato i figli al culto dell’apparenza e della superficialità. Ma ha finito per farne dei falliti. Il Commesso mischia verità e allucinazione, si svolge contemporaneamente sulla scena, sotto gli occhi del pubblico, e nella testa del protagonista, nella quale noi spettatori, a differenza dagli altri personaggi, siamo chiamati a entrare. Ne risulta una macchina di teatro che è rimasta appassionante e attuale oggi come ai giorni del suo debutto. [Masolino D’Amico]
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