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Greenpeace lancia l’allarme: negli allevamenti intensivi sempre più pesticidi ed antibiotici
Da un pò di tempo gli allevamenti intensivi sono sotto la lente d’ingrandimento di molte organizzazioni animaliste a causa degli atroci trattamenti cui sono sottoposti gli animali. Greenpeace ha allargato l’indagine mettendo in risalto un aspetto di cui pochi parlano e che avrebbe aspetti non meno inquietanti. Secondo Greenpeace, infatti, queste fabbriche di carni inquinano e potrebbero mettere a riscchio anche la nosta salute. Da una loro indagine condotta analizzando l’acqua di canali di irrigazione che scorrono in zone del nostro Paese con numerosi allevamenti intensivi, risulterebbe la presenza di antibiotici e 30 diversi pesticidi, 9 dei quali non autorizzati in EU.
Da ciò hanno dedotto che negli allevamenti intensivi gli animali sono nutriti con mangimi coltivati usando pesticidi e fertilizzanti chimici, e vengono usate grandi quantità di antibiotici con la conseguenza di aumentare la probabilità di sviluppare batteri resistenti agli antibiotici ( cd. antibiotico resistenza). Le conclusioni delle loro analisi , quindi, confermerebbero che nonostante un sistema di questo tipo risulta insostenibile e dannoso per l’uomo e per l’ambiente gli allevamenti intensivi continuano ad espandersi sempre di più in sia Italia che in Europa, mentre le piccole aziende che producono cibo sano in modo ecologico, rischiano di scomparire. Per questi motivi Greenpeace si sta mobilitando, con una raccolta firme, per chiedere al Governo italiano e all’Unione Europea di non finanziare più questi allevamenti intensivi di carne e di sostenere invece quelle aziende che producono cibo in modo ecologico.