UNICAL: il prof. Rubino eletto Capo del Dipartimento di Scienze giuridiche e aziendali
Tagli ai vitalizi degli ex deputati: presentata la delibera a firma di Roberto Fico
Tagli ai vitalizi goduti dagli ex-deputati; forse potrebbe arrivare la fine per questi privilegi che per decenni hanno incassato i parlamentari e loro eredi. Una delibera a firma di Roberto Fico introdurrà un ricalcolo in base al sistema contributivo dei vitalizi percepiti da 1338 ex deputati, garantendo alla Camera risparmi per circa 40 milioni di euro annui.
Il testo sarà definito entro il 5 luglio, per essere poi sottoposto al voto dell’assemblea tra il 9 ed il 13 dello stesso mese. La data di entrata in vigore è invece fissata per il 1 novembre 2018.
Il nuovo sistema ridurrà a 980 euro mensili il vitalizio minimo per chi si è seduto per una sola legislatura a Montecitorio, mentre saranno 1470 gli euro garantiti a coloro i quali subiranno una sforbiciata superiore al 50%. Invece per i deputati che hanno quattro legislature alle spalle, i vitalizi si fermeranno al valore del 31 ottobre 2018.
La delibera proposta da Fico, inoltre, introduce un tetto massimo all’ammontare che potrà essere corrisposto a ciascun ex deputato che non potrà superare l’importo dell’assegno determinato in base alle regole di calcolo vigenti al momento in cui l’ex parlamentare ha iniziato il mandato. In breve per i 67 ex deputati con almeno 4 mandati alle spalle, non ci sarà aumento della somma percepita.
Più nel dettaglio, ad essere colpiti saranno gli assegni vitalizi diretti, e di reversibilità, nonché le quote di assegno vitalizio dei trattamenti previdenziali pro rata, diretti e di reversibilità, maturati al 31 dicembre 2011. Da allora, infatti, è subentrato il sistema contributivo, ma non per gli anni precedenti.
Ovviamente i diretti interessati sono sul piede di guerra non intendendo perdere i privilegi da tempo acquisiti. L’associazione degli ex parlamentari ha, infatti, annunciato ricorsi, o addirittura una class action, per difendersi dagli effetti della delibera ed ha infatti inviato una diffida stragiudiziale a tutti i membri dell’Ufficio di presidenza della Camera a non approvare il testo, minacciando azioni amministrative e civili.
Non si scompone il vicepremier Luigi Di Maio, il quale ha affermato di essere “abituato dagli ultimi sei anni a queste minacce”, individuando come bersaglio della delibera i “privilegi rubati” e non i “diritti acquisiti” e sottolineando che è “uno schiaffo alla miseria fare ricorsi e protestare” per aver perso un vitalizio di 6-7mila euro.
Lo stesso Di Maio afferma “Oggi ho letto un articolo divertentissimo sul Corriere della sera. Raccoglie le lamentele di alcuni ex parlamentari a cui toglieremo i vitalizi tra pochi giorni”. Lo scrive su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio, che racconta: “Uno piange miseria perchè da 4.700 euro al mese grazie alla nostra delibera prenderà 2.500 e parla di atto illiberale. Ma dico io: ma se hai versato contributo per avere una pensione di 2.500 euro perchè te ne davo dare il doppio? Questa è giustizia, altro che illiberalità. Un altro dice che da 2.000 passerà a 400 ed è una rapina. Quindi parliamo di un ex parlamentare che ha versato contributi solo per avere una pensione minima. Capite questa gente? Quando erano in parlamento non hanno mosso un dito per alzare le pensioni minime perchè tanto loro avevano il vitalizio che valeva 5 volte tanto. Adesso lo Stato se ne frega di difendere chi ha i privilegi e pensa a proteggere i più deboli. Potete piangere e strepitare quanto volete, tanto non si torna indietro. NOI I VITALIZI VE LI TOGLIAMO. Mettetevi l’anima in pace“, conclude.