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Giuseppe Scopelliti, ex governatore della Calabria, condannato a 4 anni e 7 mesi dalla Cassazione
L’ex governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, è stato condannato dalla Cassazione a 4 anni e 7 mesi, rigettando il ricorso dell’imputato e confermando la sentenza della Corte di Appello relativa al noto caso “Fallara”, come richiesto stamattina dal pubblico ministero durante la requisitoria. La sentenza, emessa dalla Suprema Corte dopo tre ore di discussione, tuttavia ha ridotto la pena di cinque mesi per la prescrizione del reato di abuso d’ufficio ed hanno anche ridotto a cinque anni l’interdizione dai pubblici uffici.
Condannati definitivamente anche i revisori dei conti Carmelo Stracuzzi, Ruggero Ettore De Medici e Domenico D’Amico; per loro la condanna è a 2 anni e 4 mesi di reclusione.
Scopelliti, ex pupillo di Berlusconi, ora dovrà costituirsi. La vicenda che ha portato a questa condanna riguarda lo sfascio economico della città di Reggio di cui Scopelliti è stato sindaco all’epoca dei fatti contestati e oggetto del giudizio.
Il processo di primo grado si era concluso con la sua condanna a 6 anni, dopo diventati 5 davanti alla Corte d’appello che ha sempre ritenuto valido l’impianto accusatorio della Procura. In seguito a questa sentenza, Scopelliti fu costretto a lasciare la Regione di cui nel frattempo era stato eletto governatore..
L’inchiesta sullo sfascio economico di Reggio Calabria e il noto “Caso Fallara” dal nome di Orsola Fallara, dirigente del settore finanziario del Comune, fedelissima di Scopelliti, poi improvvisamente e misteriosamente suicidatasi bevendo acido, poco dopo una conferenza stampa, hanno, pertanto, travolto Scopelliti, che invece è stato ritenuto il principale responsabile di questo sfascio della città dello Stretto, mentre lui osannava la sua gestione che definiva “modello Reggio”.
Invece, come risulta dalla requisitoria del processo di primo grado, i bilanci erano frutto di artifici contabili e di falsità perché non rappresentavano quello che c’era nella realtà. Peraltro, non si pagavano le bollette dell’Enel, i debiti nei confronti delle società partecipate, quelli di fronte al commissario per l’emergenza rifiuti. Secondo la Procura non sono stati pagati finanche 20 milioni di trattenute Irpef. Ci sono state almeno 3 o 4 deliberazioni della Corte dei Conti che attestano come i bilanci del Comune erano falsi e segnati da “un quadro di irregolarità enormi”, un “buco” da centinaia di milioni di euro costruito mentre Reggio diventava una “città cartolina” dove si spendevano soldi per futili iniziative. Inoltre, tantissimi favori, contributi e consulenze esterne come quelle date a 75 avvocati che si sono spartiti 777 pratiche, pur avendo il Comune un proprio ufficio legale con avvocati regolarmente stipendiati.
Scopelliti ha scampato altre condanne, pur avendo subiti altri giudizi con varie imputazioni, come quello del noto caso di Alessandra Sarlo, nominata dalla Giunta regionale presieduta dallo stesso Scopelliti, dirigente generale alla Regione, pur ritenuta dall’accusa priva dei previsti requisiti e pur in presenza di dirigenti interni con specifici titoli ed esperienza. Ora, però, la giustizia ha respinto il suo ricorso e dovrà apprestarsi, essendo ormai definitiva la sentenza, a costituirsi per scontare la pena inflittagli.