Continuano le proteste contro il costo della vita in Iran che hanno già causato la morte di 13 persone, mentre almeno 300 sono state arrestate,  nonostante gli appelli alla calma del presidente iraniano Hasan Rohani che ha avvertito  che “il popolo iraniano risponderà ai provocatori”,  a suo parere “solo una “piccola minoranza”. Un poliziotto iraniano è stato ucciso in uno scontro a fuoco durante le proteste nella città iraniana di Najaf Abad, nella provincia di Isfahan, secondo quanto riferito da fonti locali. Le proteste sono iniziate a Mashhad, la seconda città più grande in Iran, nel nord-est, per poi diffondersi rapidamente in tutto il paese. Secondo quanto riportato dai media, due manifestanti sono stati uccisi sabato e otto domenica sera in diverse città in Iran. Un padre e suo figlio sono morti a Doroud (ovest) , il loro veicolo è stato investito da un camion dei pompieri rubato dai manifestanti . Centinaia di persone sono state arrestate da quando sono iniziate le proteste tra cui diversi “leader” della protesta dopo una manifestazione nel centro di Teheran. Le autorità locali accusano gli stati esteri, tra cui gli Stati Uniti,  Israele ed Arabia Saudita, di fomentare le manifestazioni di protesta con gli  ashtag e i messaggi  tramite Telegram e Instagram, che sono state, quindi,  bloccate. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in relazione  alle proteste in Iran, ha scritto su Twitter: “Il grande popolo iraniano è stato represso per anni, ha fame di cibo e libertà … È tempo di  cambiamento”. All’opposto, il ministero degli Esteri russo ha detto che si tratta di “un affare interno iraniano”. “Qualsiasi intervento esterno che destabilizzi la situazione (in Iran) è inammissibile”, ha affermato il ministero. L’Unione Europea, per bocca della sua portavoce diplomatica, Federica Mogherini,  auspica  che “il diritto alla protesta venga garantito in Iran”.