Riforma delle pensioni: ripresa la trattativa tra Governo e sindacati
Ripresa la trattativa tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni; in discussione, in particolare, lo stop agli adeguamenti automatici dell’età pensionabile alle aspettative di vita, le pensioni dei giovani.
Cgil, Cisl e Uil insistono per bloccare gli scatti, che l’attuale sistema previdenziale sono previsti dal 2019, per non allungare ulteriormente l’età pensionabile favorendo quindi il ricambio generazionale nel mondo del lavoro. Il Governo, però, non prende posizione, in considerazione della sostenibilità del sistema previdenziale e ha rinviato il discorso alle prossime settimane, quando usciranno i dati Istat.
Per quanto riguarda invece il negoziato sulle future pensioni dei giovani, il dibattito si basa su una proposta dell’esecutivo che prevede l’erogazione di un assegno minimo di 675 euro al mese, grazie a un meccanismo che potenzia la cumulabilità dell’assegno sociale con la pensione e riduce la soglia per ottenere la pensione di vecchiaia. Perranto, i giovani che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1996, quando raggiungono i requisiti possono cumulare assegno sociale e pensione al 50% (attualmente il limite di cumulabilità è invece a un terzo). Contemporaneamente, la proposta prevede la riduzione a 1,2 volte il minimo l’importo per avere diritto alla pensione di vecchiaia (oggi è a 1,5) e, di conseguenza, l’assegno minimo salirebbe a 675 euro al mese.
Il tavolo delle trattative, che ha come obiettivo quello di individuare un pacchetto di misure da inserire nella prossima legge di stabilità, comprende anche incentivare l’adesione alla RITA, cioè la rendita integrativa temporanea anticipata prevista dalla Legge di Stabilità 2017, nonché più flessibilità per andare in pensione anticipata.
L.B.