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Pensione anticipata: Gentiloni ha firmato il decreto attuativo dell’APE volontaria
Il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha firmato l’atteso decreto attuativo per la pensione anticipata (APE volontaria), concludendo con tale atto la riforma delle pensioni varata con la legge di stabilità di quest’anno.
L’APE, com’è noto, è una forma di anticipo pensionistico che si può chiedere a 63 anni di età, avendo maturato 20 anni di contributi versati; il limite massimo è di tre anni e sette mesi alla pensione di vecchiaia; l’assegno l’assegno è pari ad almeno 1,4 volte il minimo (circa 700 euro lordi).
Ne potranno usufruire i lavoratori, sia dipendenti pubblici che privati, nonché i lavoratori autonomi e iscritti alla Gestione Separata dell’INPS.
La prestazione viene erogata dall’INPS, ma è sovvenzionata dal sistema privato. In sostanza l’APE consiste in un anticipo sulla pensione, che il lavoratore, nel momento in cui maturerà il diritto alla pensione, dovrà restituire con rate ventennali. La misura della percentuale dell’anticipo e per quanto tempo viene chiesta è stabilita dal lavoratore. Il decreto determina esattamente quali sono i tetti massimi di anticipo richiedibile, a seconda della durata del prestito.
Diversamente da quanto previsto per l’APe Social, la scelta di chiedere l’Ape Volontaria non richiede di smettere di lavorare; tuttavia, avanzando la richiesta del beneficio, bisogna contestualmente fare anche domanda di pensione.
L’APE volontaria, come d’altronde l’APE Social, è una misura prevista in via sperimentale per il 2017 e 2018. I potenziali interessati, secondo stime governative, sono circa trecentomila persone nell’anno 2017 e circa centoquindicimila nel 2018.
Il decreto firmato da Gentiloni accoglie i rilievi formulati dal Consiglio di Stato e consente l’accesso al beneficio in via retroattiva dal 1° maggio scorso.
Tuttavia, ancora il decreto non è in vigore in quanto non è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Una volta entrato in vigore, il primo passaggio per la concreta attuazione è la sottoscrizione di apposite convenzioni con ABI (banche italiane) e ANIA (assicurazioni). Infatti, la disciplina dell’APE prevede che il prestito e le relative garanzie potranno essere forniti solo dagli istituti che aderiranno alle convenzioni con il Governo.
L.B.